Il terrorismo è un crimine contro l'umanità
è necessario condannarlo senza ambiguità
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Data: 06/09/2004
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: Come smettere di dare alibi al terrorismo
In prima pagina Il Riformista di oggi pubblica l'articolo "Come smettere di dare alibi al terrorismo", nel quale, fra l'altro, viene rilanciata la proposta del centro Wiesenthal di una risoluzione Onu che dichiari crimine contro l'umanità il terrorismo suicida.
Del tutto condivisibile è anche la critica delle reticenze e delle ambiguità di cui sono gravate troppe "condanne" del terrorismo.
Ci pare invece che l'articolo non colga la grande differenza esistente fra trattative per salvare la vita degli ostaggi che non comportano concessioni politiche, come quelle italiane, e i legami politici della Francia con organizzazioni stragiste come Hamas.
Ecco il pezzo.Se Walter Veltroni invita la sinistra a non essere ambigua sul terrorismo, se la confessione di Riccardo Barenghi che preferisce i soldati americani ai tagliatori di teste provoca il casino che provoca, se l’invito di Marcello Pera a unire l’Occidente contro il terrore viene respinto come un incitamento alla guerra santa, vuol dire che in Italia l’ambiguità c’è. Leggete i giornali: la preoccupazione fondamentale, dopo l’11 settembre dei bambini (come lo chiama efficacemente Gad Lerner), è di stabilire il grado di responsabilità di Putin. Per l’Unità è «il blitz che finisce in massacro», non la presa di ostaggi.Per Antonio Padellaro le menzogne delle autorità russe sono più interessanti della strategia dei terroristi: «Chi taglia la gola dei prigionieri, chi massacra i bambini, non ha nessuna civiltà da imporre. Sono criminali che hanno già perso». Se così è, se hanno già perso, non c’è bisogno di nessuna guerra al terrorismo.Proviamo allora a capire come si può eliminare l’ambiguità. Ci riuscimmo con le Br, almeno dopo la morte di Moro, non dovrebbe essere impossibile riuscirci nei confronti di un terrorismo esogeno. 1) Bisogna deporre il pregiudizio morale nei confronti del potere costituito. E’ il messaggio più dannoso del film di Michael Moore, accolto con ovazioni nei cinema romani. Il potere è corrotto ab ovo. Bush era in affari con Bin Laden. In Iraq si fronteggiano due destre, come dice la Rossanda, e dunque pari sono. Baldoni è stato ucciso su istigazione dei servizi occidentali,per la teoria del cui prodest. Putin voleva il massacro, e lo ha cinicamente perseguito per fini politici. E’ un vecchio vizio dei rivoluzionari - odiare i governi più di chi li combatte - che contagia anche la destra.Ferrara, che ha giustificato in nome dell’interesse nazionale americano perfino la guerra in Iraq, non perdona a Chirac di perseguire l’interesse nazionale francese con un comunicato di Hamas (anche Berlusconi, caro Ferrara, ha baciato culi islamici per salvare i tre body guard, e anche Frattini è andato da Al Jazeera). Il potere costituito è fallace e spesso mendace,ma è il legittimo rappresentante della comunità nazionale che se l’è scelto,e spesso - Putin e Chirac compresi - gode di un ampio favore popolare quando agisce per proteggerla. Per questo, tra il terrorismo e Putin, s’ha da scegliere perfino Putin. 2) Bisogna separare radicalmente le lotte di liberazione nazionale dal terrorismo. Il più grande alibi del terrore è quello che gli viene riconosciuto ogni volta che si appella a una causa irredentista. I kamikaze palestinesi sono considerati più legittimati ad uccidere civili israeliani perché Israele occupa i territori; quelli ceceni perché Eltsin e Putin hanno fatto carne di porco del popolo ceceno. Invece nessuna causa vale la vita di un solo bambino. I soloni ci ripetono: distinguiamo, ogni terrorismo ha le sue cause.Diamo l’indipendenza agli iracheni, ai palestinesi e ai ceceni e tutto finirà. Questa semplificazione sottovaluta la natura nuova e globale del fenomeno,e il filo rosso che ormai unisce movimenti pur diversi all’origine: l’aspirazione jihadista a costituire repubbliche islamiche ovunque ci siano islamici.Non a caso il terrorismo è impegnato anche in sanguinose guerre civili all’interno degli stessi popoli che dice di rappresentare. Guardate all’Iraq, guardate a come uccide senza scrupolo altri musulmani, guardate agli attentati in Arabia Saudita 3) Per separare cause irredentiste da pratiche terroriste bisogna internazionalizzare le crisi. E questo riguarda i governi e le loro arroganze. Putin, per la prima volta nel caso ceceno, si è rivolto all’Onu, smentendo l’ostinata riluttanza a lasciare che la comunità internazionale si ingerisca in affari interni che interni non sono più (ricordate Berlusconi? La Cecenia - disse- è affare russo). E il Consiglio di sicurezza, per la prima volta, ha ricondotto la guerriglia cecena alla rete terrorista internazionale,impegnandosi a fornire tutto l’aiuto logistico necessario. 4) Bisogna individuare e condannare senza appello la specificità del terrorismo kamikaze. Non è la stessa cosa sparare contro i militari israeliani nei territori e fare strage di civili in Israele. Non è la stessa cosa attaccare una base militare americana in Arabia e scannare un cuoco italiano o un immigrato nepalese. Il terrorismo kamikaze rende vana ogni tecnica militare di contenimento, perché si fonda sulla disponibilità a morire uccidendo. E’ dunque un crimine contro l’umanità, in quanto viola anche le leggi della guerra. Da tempo il centro Simon Wiesenthal propone una mobilitazione internazionale per ottenere una risoluzione Onu che definisca il terrorismo kamikaze un crimine contro l’umanità. Non sarebbe una nobile battaglia, del governo e dell’opposizione italiana, per metter fine all’ambiguità?
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