Una lettrice critica omissioni e faziosità del quotidiano
che ora pubblica, quasi invisibile, una notizia scomoda
Testata: Il Mattino
Data: 04/07/2004
Pagina: 9
Autore: una lettrice
Titolo: Ebrei o palestinesi i bimbi sempre vittime
A pagina 9 di Il Mattino di oggi, dedicata alla notizie dal Medio Oriente, una cosa salta subito all'occhio: seppur con colpevole ritardo c'è una piccola foto di Arafat con sotto scritto: "Arafat rinvia le elezioni comunali. Nei sondaggi erano in ascesa Hamas e i moderati di Al Fatah". Essendo abituati alla censura totale che il quotidiano napoletano è solito applicare a tutte quelle notizie che mettono in cattiva luce Arafat e il suo modo di "gestire" la cosa pubblica, il fatto che venga riportata la notizia è davvero una novità e una sorpresa. Si deve rilevare però anche il tentativo del giornale di edulcorare quanto fatto da Arafat: "rinvia" non è proprio il termine appropriato per definire il diktat di Arafat, che ha imposto di fatto la sospensione delle elezioni quando ha capito che avrebbero decretato una sua sconfitta. Comportamento tipico dei dittatori che, per scopi di immagine e propagandistici, indicono elezioni quando hanno la certezza di vincere, ma fermano tutto quando si avverte la possibilità di sconfitta. La notizia inoltre viene inserita in un articolo il cui titolo ed occhiello ( Gli abbattono la casa, disabile resta ucciso - Le ruspe israeliane in azione a Gaza) parlano d'altro. Insomma la visibilità non è la stessa che viene data ad altre notizie che si prestano ad essere strumentalizzate al fine di assecondare la propria linea editoriale.


Nella pagina delle lettere una lettrice critica il modo di fare informazione del giornale circa la questione mediorientale. La risposta di Pietro Gargano non è attinente ai dati di fatto incontrovertibili esposti dalla lettera, e discolpa il giornale di cose di cui nemmeno era stato accusato (antisraelismo e antisemitismo). Excusatio non petita...
Addirittura Gargano arriva a scriver: "Ogni accenno alle doppie ragioni della pace provoca poteste". E che c'entra con quanto scritto nella lettera? E poi il modo di fare informazione de Il Mattino seguirebbe una linea rispettosa delle "doppie ragioni della pace"? Nascondendo le magagne e i crimini di Arafat e dell'Anp non solo verso gli israeliani ma anche nei confronti degli stessi palestinesi? Non pubblicando mai un articolo sulla violenza esercitata dai gruppi terroristici (non milizie, gruppi armati, combattenti, come invece li chiama il Mattino) sugli stessi bambini palestinesi, addestrati fisicamente e psicologicamente a divenire macchine da guerra? Non pubblicando mai un articolo sulle persecuzioni che subiscono nei Territori gli omosessuali, oppure sui cosiddetti "delitti d'onore", e ancora sulle pubbliche esecuzioni in piazza di presunti "collaborazionisti"? Nemmeno le vittime della cosiddetta "Intrafada" (palestinesi che ammazzano altri palestinesi in giochi di potere e quant'altro) trovano spazio sul quotidiano napoletano; stessa censura per la propaganda antisemita e l'incitamento al "martirio" diffusi attraverso i mezzi d'informazione (tv, giornali, ecc.) dell'ANP e attraverso i testi scolastici delle scuole palestinesi (finanziati anche con i soldi del contribente europeo). Le considerazioni sulla barriera difensiva fatte da gargano muovono poi da un assunto del tutto falso: che la sentenza della Corte suprema israeliana la delegettimasse, al pari di quella della corte dell'Aja.

Pubblichiamo la lettera e la risposta:

Ho avuto l'occasione di verificare il diverso stile con cui viene data comunicazione della morte di un bambino israeliano e di un bambino palestinese. Spiace davvero dover fare osservazioni di questo genere in occasione di simili eventi, ma è il modo in cui si fa informazione (o disinformazione) a renderlo doveroso. La notizia della morte del bambino israeliano a causa di un razzo che si è abbattuto sulla cittadina di Sderot viene data in un breve trafiletto, dove tra l'altro si parla di Gaza e non si specifica chiaramente che a essere colpita è stata una cittadina israeliana. Nessuna foto, e una presentazione generica della notizia. Chissà, magari i lettori potrebbero anche arrivare a pensare che si tratti di un evento accidentale. Informazioni "precise" (di fonti palestinesi, mai messe in dubbio) se invece si tratta di vittime palestinesi.
Per finire, la lettera di un lettore, il signor Capoccia, il quale sostiene che gli omicidi mirati hanno avuto come effetto quello di rinvigorire il terrorismo. La redazione del giornale avrebbe potuto osservare che dopo l'eliminazione di Yassin e Rantisi non ci sono stati più attentati suicidi in territorio israeliano (ovviamente anche grazie al sempre incessantemente deprecato "muro" e dell'azione dell'esercito). Ora, senza entrare nel merito della legittimità degli omicidi mirati, delle cause del terrorismo, non si potrebbe almeno osservare un dato di fatto, e cioé che da un po' di tempo la gente in Israele non salta in aria in autobus, centri commerciali e altri obiettivi? E che il muro non ha come scopo esprimere o suscitare odio, ma difendere un paese dal terrorismo suicida? E per restare in tema, proporrei al quotidiano un'inchiesta sui muri tuttora esistenti (anche in Europa): i risultati sarebbero senz'altro interessanti.

Elisabetta Noè



RISPOSTA di Pietro Gargano: Se muore un bambino per fatto di guerra o di terrorismo il risalto e lo sdegno dovrebbero essere uguali, sia la tragedia avvenuta in Israele o nei territori palestinesi, in Giappone o in Ruanda. Se non succede è un errore. Però perché vederci dietro, sempre, un’ostilità verso Israele - se non l’antisemitismo - quando non c’è? Ogni accenno alle doppie ragioni della pace provoca proteste. Quanto al muro, è stato un organo di controllo israeliano, ed è grande prova di democrazia, a stabilire che in certi tratti ledeva diritti fondamentali dei palestinesi. E la Corte di Giustizia dell’Aia l’ha poi considerato illegittimo.
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