Gli autobus anti-attentato in Israele
lo racconta Rodolfo Ballardini
Testata:
Data: 04/07/2004
Pagina: 10
Autore: Rodolfo Ballardini
Titolo: Israele e la sicurezza antiterrorismo degli autobus
La Rivista Italiana Difesa, mensile diretto da Andrea Nativi, esperto di questioni militari noto ai telespettatori anche come commentatore delle questioni mediorientali, tratta argomenti di carattere militare e strategico.

Nel numero 5 del 2004 Rodolfo Ballardini, corrispondente di LIBERO da Gerusalemme, firma un articolo molto interessante intitolato "Israele e la sicurezza antiterrorismo degli autobus".

A fronte di articoli faziosi e propagandistici ecco finalmente un giornalista che informa in maniera lucida e obiettiva richiamando l’attenzione, da una parte sulla grave situazione nella quale vivono quotidianamente gli israeliani a causa del terrorismo e dall’altra sulle attività preventive che le Forze di Sicurezza hanno messo in campo per contrastare l’azione dei kamikaze.

Oltre ai provvedimenti di carattere militare il giornalista informa i lettori che il governo ha adottato altri sistemi che potremmo chiamare di "difesa passiva".

Tra questi vi è la modifica strutturale dell’accesso agli autobus, in funzione antiterroristica.

Un articolo davvero istruttivo che consigliamo ai lettori di Informazione Corretta

" I terroristi palestinesi che si fanno esplodere sugli autobus di Israele passano dagli spazi che la barriera difensiva non ha ancora chiuso.

Da Betlemme è partito l’ultimo membro delle Brigate Al Aksa che è entrato in Gerusalemme passando per le colline. Ha seguito uno dei numerosi "wadi" che caratterizzano i dintorni. E’ arrivato a Talpiot, l’area artigianale e industriale della capitale, dove alle 08.10 circa, è salito sull’autobus n. 14 che porta in centro. Dopo qualche fermata, quando il mezzo si è riempito, ha azionato l’interruttore che ha posto fine, oltre che alla sua vita, anche a quella di otto cittadini israeliani e ne ha menomati una trentina.

Tre settimane or sono, un altro abitante di Betlemme, membro di Hamas ma anche appartenente alle Forze di sicurezza palestinesi, ha seguito sempre la via delle colline, penetrando in città. E’ salito sull’autobus n. 19 e si è fatto scoppiare in centro. I morti sono stati 11 e i feriti gravi circa 40. Il 23 agosto dello scorso anno, un altro terrorista era uscito dall’area di Betlemme, era salito sull’autobus n. 2 e si era fatto esplodere causando la morte di 23 israeliani e il ferimento di altre 100 persone. Il servizio segreto interno, lo Shin Bet, per bocca del suo capo, Avi Dichter, ha confermato alla Knesset, il Parlamento, che dai territori palestinesi isolati dalla barriera non penetra più alcun terrorista. Le aree di Tulkarem, Nablus, Jenin sono oggi impenetrabili e dalle decine di varchi autorizzati e presidiati entrano solo coloro che vogliono recarsi in Israele per lavorare.

Ma l’attività preventiva delle Forze di Sicurezza e Prevenzione di Israele non si ferma alla mera edificazione di una barriera dotata di sofisticati sistemi di rilevamento, incluse telecamere termiche, sensori agli infrarossi o reticolati "elettronicizzati". L’IDF (Israel Defence Force) ha costituito una nuova Brigata per la sorveglianza delle regioni di Giudea e Samaria, la West Bank. Non sono molti i dettagli forniti dai Comandi interessati. Le informazioni sull’organico, sulle dotazioni e sui mezzi sono state segregate. Il nuovo reparto è già quasi completamente dislocato sulla linea di giunzione (Seam Line) tra l’area a Sud di Qalkilya e la periferia di Gerusalemme. Sono stati così messi sotto un ulteriore controllo 9 centri abitati israeliani e 32 villaggi palestinesi.

La nuova unità risponde al nome di Brigata MACABIM ed è deputata alla difesa dell’area metropolitana laddove la barriera difensiva non è stata ancora completata.

Il Reparto è organicamente dipendente dalla divisione "Amud Ha’esh", "Colonna di Fuoco", (la biblica Colonna che, nottetempo, fungeva da guida e da difesa agli Ebrei usciti dall’Egitto) la quale, a sua volta, dipende direttamente dal Comando Centrale di Tel Aviv.

Gli obiettivi e i compiti assegnati ai militari della MACABIM comprendono la prevenzione delle infiltrazioni terroristiche, la supervisione alla costruzione del muro difensivo e la sicurezza dei cittadini israeliani della regione. Per l’assolvimento dei compiti, la neo Brigata è stata rinforzata con reparti speciali. Oltre a questi provvedimenti militari, il Governo di Ariel Sharon ha adottato alcuni sistemi di difesa passiva. Tra questi la modifica in funzione antiterroristica dell’accesso agli autobus.

Tutti i mezzi della Egged, e della Dan, le due compagnie che gestiscono i trasporti urbani ed extra urbani in Israele, stanno per essere trasformati secondo il progetto TAAS, studiato dall’IMI, Israel Military Industries, e dal Ministero dei Trasporti. Il progetto ha un costo medio di circa 30 mila euro per ogni mezzo. La sola Egged ha in servizio circa 3.250 mezzi. I primi cinque esemplari modificati sono stati presentati al Ministro dei Trasporti Avigdor Lieberman presso la sede della Egged di Gerusalemme. Il sistema di protezione è articolato e complesso. Innanzitutto, i passeggeri possono salire solo uno alla volta, evitando così la ressa sulla pedana di accesso. E’ stato infatti installato un sistema simile a quello che consente l’accesso ai treni della metropolitana, ovvero un meccanismo a rotazione che consente il passaggio a comando. Con il progetto TAAS l’ordine è impartito dall’autista che, premendo un pulsante, consente la rotazione in senso orizzontale della barra di arresto permettendo l’ingresso. L’autista controlla un sensore ottico di allarme collegato con il dispositivo "detect bombs" montato in prossimità della salita. Percepisce la presenza di esplosivo a un metro di distanza dall’ingresso. In caso di allarme, ma questa parte sarà installata nei prossimi giorni, il conduttore del mezzo farà scattare una barriera a scorrimento orizzontale che isolerà il resto dell’autobus, e conseguentemente anche i passeggeri già saliti, dal potenziale terrorista. L’allarme è collegato in automatico alle forze di polizia. Alla fine dei lavori di adeguamento al progetto antiterroristico, l’ingresso di ogni autobus sarà simile a quello delle banche e i passeggeri, uno alla volta, dovranno superare una bussola corazzata di sicurezza. In aggiunta, è stata modificata anche l’uscita dalla quale si potrà solo scendere e sarà impossibile salire. Il sistema nel suo complesso appare farraginoso soprattutto per i passeggeri dotati di scarsa o nulla capacità motoria.

Gli autobus e i loro autisti sono una caratteristica di Israele. Rappresentano il concetto del trasporto istituzionalizzato in un Paese che non ha un sistema ferroviario e dove le automobili hanno un costo proibitivo per molti. Con molta probabilità il trasporto pubblico israeliano non è paragonabile a quello di alcun altro Stato europeo e non solo per la frequenza delle corse che si prolungano anche nelle ore notturne, ma pure per la peculiarità degli autisti. Visitare Israele e non compiere almeno una corsa sull’autobus significa perdere qualcosa. Gli utenti sono per lo più anziani o giovani studenti. Con l’autobus si va a fare la spesa e non è raro incontrare vecchiette che caricano sul mezzo 10-12 sacchetti del supermercato. E l’autista aspetta e i passeggeri aspettano che il "caricamento" abbia termine. Analoga procedura per la discesa. Con il TAAS qualcosa dovrà necessariamente modificarsi.
Ma è lo scotto da pagare per salvare le vite.
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