Viola si arrampica sugli specchi, una professione nella quale accelle
Gli risponde Giorgio Israel
Testata: La Repubblica
Data: 07/05/2004
Pagina: 44
Autore: Sandro Viola
Titolo: Quel che vedono i piccoli palestinesi
Ha suscitato polemiche l'editoriale di Ernesto Galli della Loggia sui libri di testo palestinesi, soprattutto tra i sostenitori dei palestinesi senza se e senza ma, i quali si trovano spiazzati da un dato di fatto inconfutabile per il quale non hanno una risposta pronta da dare. Ci prova oggi su REPUBBLICA Sandro Viola, ma, come vedremo, con scarsi risultati che si traducono in una non risposta.
Pubblichiamo la critica a Viola a cura della Redazione di Informazione Corretta.
Segue l'analisi di Giorgio Israel.

In un articolo apparso ieri sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia espone i contenuti d´alcuni libri di testo in uso nelle scuole palestinesi, criticandone più che giustamente le valenze anti-israeliane e antiebraiche. Di quei libri ho letto e m´è stato parlato per anni, sicché non sono stato certo sorpreso dai loro tratti d´intolleranza. Ma non ero a conoscenza dei passi in cui s´esalta il sacrificio dei martiri della Jihad, esaltazione nella quale sembrano rientrare anche le gesta degli attentatori-suicidi che hanno provocato centinaia di vittime civili nelle città d´Israele. Questi passi sono agghiaccianti, e concordo quindi con Galli della Loggia sulla necessità di chiedere alla Commissione europea, che copre le spese dei programmi scolastici palestinesi, una spiegazione. Perché i soldi dei contribuenti europei non possono, non devono essere usati per glorificare le bombe dei kamikaze.
Sandro Viola sostiene che era a conoscenza dell'esistenza di quei libri dai contenuti negazionisti, tuttavia si dimentica di dire di non averne parlato in nessuno dei suoi illuminanti, faziosamente parlando, articoli.


Nello stesso tempo vorrei però porre a Galli della Loggia un paio di domande. Mettiamo che quei libri fossero stati espurgati, e oggi invitassero gli adolescenti palestinesi ad abolire ogni ruggine nei rapporti con il vicino israeliano. Cosa dovrebbero pensare i ragazzi palestinesi uscendo da scuola, dopo essere stati esortati a una civile e pacifica coesistenza, vedendo quel che vedono?
Incomincerebbero forse, Viola permettendo, a ragionare con la propria testa.
Quel che vedono nelle loro città e villaggi i ragazzi palestinesi uscendo da scuola, lo sappiamo tutti. I carri armati israeliani in postazione, il Muro che in una notte s´è già allungato di ottanta-cento metri. La casa d´un parente, che mentre si recavano a scuola era ancora in piedi, adesso è stata ridotta dai bulldozers israeliani a un cumulo di macerie. Le loro madri, che un paio d´ore prima dell´apertura delle aule s´erano già incamminate verso l´ospedale, sono ancora ferme a un posto di blocco e vi resteranno per molte altre ore ancora.
Sandro Viola si dimentica di dire, o forse non sa, che quei libri fanno parte dell'educazione scolastica palestinese sin dai tempi in cui il processo di pace sembrava florido e in dirittura di arrivo; molto prima quindi del muro, dei check points e dei carri armati israeliani venuti a contrastare l'ondata di terrorismo della seconda intifada.

Anche alcuni dei loro padri sono fermi a un posto di blocco: vorrebbero recarsi dal villaggio sul loro piccolo pezzo di terra (una fetta del quale è adesso occupata da uno dei blocchi del Muro), ma il Muro s´è interposto tra il villaggio e il pezzo di terra, così che per oltrepassarlo devono sottoporsi ai controlli dell´esercito.

Se l'Anp avesse fatto qualcosa per fermare il terrorismo probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di questo vituperato "muro". Purtroppo non l'ha fatto e gli israeliani lo hanno costruito,e dove è stato costruito gli attentati sono diminuiti. Dobbiamo forse condannare gli israeliani perchè cercano di proteggersi dal terrorismo degli uomini bomba?

Poi, giunti a casa, i ragazzi apriranno inutilmente il rubinetto per bere un bicchiere d´acqua: l´erogazione dell´acqua è infatti limitata, a volte è ferma per giorni, ma negli insediamenti israeliani lì vicino le piscine sono come sempre colme.
Bisogna quindi chiedersi che cosa passerebbe per la testa degli adolescenti palestinesi guardando la scena infame e disastrata in cui sono costretti a vivere, se a scuola, un momento prima, li avessero esortati a non nutrire risentimenti verso gli israeliani. Penserebbero che li si sta prendendo in giro, che i maestri sono impazziti? Potrebbero resistere psichicamente a tanta contraddizione, o i loro rancori si farebbero ancora più acri e profondi?
Non ci sarebbe alcuna contraddizione poichè probabilmente il processo di pace si sarebbe concluso e i due popoli si sarebbero avviati verso la convivenza civile, ma un certo Arafat questo non lo ha mai voluto.

No, il quadro della faida israelo-palestinese non può essere guardato per dettagli. Va guardato e giudicato nel suo insieme. L´occupazione israeliana dura da trentasette anni, e oggi un adolescente palestinese porta nel sangue e nei nervi le frustrazioni e la rabbia che suo padre e i suoi nonni hanno accumulato in tutto questo tempo. Invitarli a non nutrire sentimenti d´avversione per gli israeliani sarebbe come parlare a vuoto. E´ vero, i libri su cui studia sono obbrobriosi: ma non più delle inutili violenze, delle umiliazioni, delle miserie che ha comportato l´occupazione israeliana.
l' 80% dei palestinesi viveva sotto controllo diretto dell'Anp all'epoca, non sotto occupazione israeliana come Viola vuol far credere.

Tra Israele e Palestina, ormai tutti hanno perso la testa. E a furia di schierarci con gli uni o con gli altri, la stiamo perdendo anche noi spettatori. L´unica cosa da fare, per tornare alla ragione, è non accanirsi a sostenere che le colpe della tragedia stanno da una sola parte.

Chissà perchè allora Sandro Viola fa esattamente il contrario di quello che dice...

Sull'argomento, e non solo, ecco l'articolo di Giorgio Israel:


Alcune osservazioni e domande "iconoclaste"

Ho partecipato alla trasmissione televisiva "Otto e mezzo" centrata attorno all’intervento di Benny Morris ed alle sue posizioni attuali circa il conflitto israelo-palestinese. Nel corso di questo dibattito, l’europarlamentare di Rifondazione Luisa Morgantini, dopo aver accusato Morris di dire bugie, ha affermato con decisione che la vicenda dei libri scolastici di testo palestinesi, intrisi di odio anti-israeliano e antisemita, e finanziati con fondi europei, è certamente deprecabile ma appartiene al passato.
Ritenendo di dovermi comportare come una persona seria e non essendo un giornalista o un politico professionale, non me la sono sentita di smentire questa affermazione e mi sono attenuto ad altri dati che sapevo certi fino a quel momento, e che testimoniano la volontà di distruzione totale di Israele da parte di larghi strati della dirigenza palestinese. Dopo poche ore, un articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera ha dato conto del fatto che la vicenda dei libri è lungi dall’essere chiusa, anzi è apertissima, come è lo è lo scandalo del finanziamento da parte della Commissione Europea di una campagna di odio razziale.
Pertanto, possiamo pervenire a una conclusione, per quanto riguarda la signora Morgantini: o che ha detto una bugia sapendo di dirla, oppure che è disinformata, il che per un europarlamentare, pagato per fare quel mestiere, non è meno grave. Non esistono elementi per dirimere la questione, ma resta il fatto: sono state dette cose false in televisione ed è stata fuorviata l’opinione pubblica su una questione molto grave.
Ancora il Corriere della Sera informa oggi che un gruppo di parlamentari italiani "tutti della Casa delle libertà" ha rivolto un’interrogazione al Ministro degli Esteri per saperne di più e, in particolare, per sapere "quali dirigenti, quante risorse e quali uffici abbiano avuto un ruolo in questa vicenda". A sinistra tutto tace. Non risulta che un solo parlamentare si sia unito a questa richiesta che è quasi un atto dovuto.
Alcuni mesi fa, avendo avuto il piacere di presentare assieme ad altri il libro dell’on. Fassino, egli si è rivolto a me definendo in modo cordialmente scherzoso i miei interventi come ispirati a una "furia iconoclasta" che considerava comunque utile. Mi permetto allora di chiedere, con pacata iconoclastia, se Piero Fassino non ritenga opportuno rompere il silenzio dei suoi parlamentari e aggiungere la sua firma a quella interrogazione o rivolgerne una analoga. Sarebbe un atto da leader coraggioso e per cui conta soprattutto la verità. Se avesse voglia di fare un passetto in più, Fassino potrebbe anche chiedere a Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea – evidentemente implicata nella questione – di pronunciarsi. Altrimenti, la scritta "Europa: forza di pace" che compare da qualche giorni accanto al viso di Prodi sui manifesti in tutt’Italia, rischia di apparire quantomeno derisoria.
Per l’esattezza, non tutti a sinistra hanno taciuto. Su La Repubblica del 7 maggio, Sandro Viola si è prodotto in un intervento che è eufemistico definire sconcertante.
Intanto, dovrei ringraziare Viola per aver fornito subito materiale esemplificativo di quanto sostenuto nel mio precedente intervento su Informazione Corretta. Egli è uno di coloro che scrivono Muro con la M maiuscola: non un prosaico muro volto a risolvere un problema concreto – la difesa del terrorismo per la quale, come la signora Morgantini ha dovuto ammettere, la barriera serve, eccome –, ma il Muro, entità metafisica, emblema del Male, della Separazione, della Divisione, dell’Odio, la Negazione dei Ponti, e così via. Poi, Viola, è fra coloro che, dopo aver predicato della necessità di "non accanirsi a sostenere che le colpe della tragedia stanno da una sola parte", razzola malissimo, perché della spirale dell’odio vede soltanto e sempre un solo arco: quello che va da Israele ai palestinesi.
Vediamo, infatti, come commenta la denunzia di Galli della Loggia. Dice Viola che di quei libri ha sentito parlare da anni ma non sapeva dei passi in cui si esaltano i martiri suicidi (degli altri evidentemente sapeva ma non ha mai dato mostra di scandalizzarsi pubblicamente, tanto per essere equanime). Ma che razza di giornalista è Viola, se ammette candidamente di non sapere? Noi, che non facciamo quel mestiere siamo legittimati a non essere informati completamente, ma lui – proprio lui che ci asfissia di articoli sul Medio Oriente da venticinque anni – come può ammettere, senza arrossire, di non essere a conoscenza di quegli aspetti?
Ma andiamo avanti. Ed ecco il succo concettuale dell’articolo di Viola. Se anche non ci fossero quei libri seminatori di odio, basterebbe, per provocare l’odio, quel che i ragazzi palestinesi debbono vedere e subire ogni giorno. Naturalmente, all’equanime Viola (l’uomo della spirale a pezzi) non interessa un fico secco di quel che vedono e subiscono i bambini israeliani. Ma lasciamo perdere. A lui non interessa neppure un fico secco del fatto che quei libri siano finanziati con i nostri denari. E lasciamo perdere anche questo. A lui interessa soltanto questo concetto: basta quel che fanno gli israeliani ai palestinesi per suscitare il medesimo odio, per ottenere gli stessi risultati, anche se non ci fossero i libri. Dunque, Viola non vede o fa finta di non vedere che qui non si tratta di un odio qualsiasi, bensì di un odio che, attraverso un lavoro di propaganda fatto da adulti perversi, viene incanalato verso posizioni di esaltazione delle stragi suicide e verso il razzismo antiebraico. Dove sta scritto che le persecuzioni – lasciando pure stare tutto quel che si potrebbe e dovrebbe obbiettare contro il falso quadro di incredibile efferatezza che Viola fa dell’occupazione israeliana – debba necessariamente condurre all’esito del terrorismo degli uomini-bomba, esaltato come glorioso martirio, e all’odio per i cani ebrei da ammazzare nelle loro culle? Forse che gli ebrei sterminati dai nazisti (e sottoposti a ben altre efferatezze) hanno concepito un odio razziale anti-germanico, o qualcuno di loro è andato a farsi saltare per aria in una scuola tedesca? Perché, se qualcuno di loro lo avesse fatto, il suo gesto sarebbe stato comunque esecrabile.
In conclusione, Viola trova giustificazione alla scelta del terrorismo suicida e all’odio antiebraico. Egli è talmente ottenebrato – altro che richiamo alla ragione! – da non capire che, di fronte alla deriva razzista e terrorista, non c’è alcuna giustificazione e non può esistere altro che la condanna. Egli mette da parte come irrilevanti tutti i problemi connessi al fatto che vengano redatti, stampati, diffusi e finanziati coi nostri denari di cittadini europei, dei libri intrisi di odio razziale.
Come dicevo, è da decenni che Viola commenta i fatti mediorientali. Mi sono quasi sempre trovato in posizioni di dissenso radicale dalle sue. Ma questa volta egli ha valicato il confine oltre il quale il dissenso non è più di idee, ma riguarda il senso morale.
Si vergogni, se ne ha ancora la capacità.
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