Ripeti cento volte la stessa menzogna...
l'hanno imparato a memoria i nipotini del dottor Goebbels
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Data: 07/05/2004
Pagina: 1
Autore: Giorgio Israel
Titolo: Ripeti cento volte la stessa menzogna...
Si attribuisce di solito al Ministro della propaganda nazista Goebbels la massima secondo cui affinché una menzogna diventi una verità è sufficiente ripeterla ostinatamente cento volte.
Sembra che questa massima ispiri un numero consistente di giornalisti e di partecipanti ai talk show televisivi, i quali hanno da tempo l’abitudine di ripetere una serie di slogan confezionati come verità assolutamente evidenti. È una prassi ormai talmente diffusa da rendere sterili e noiose gran parte delle discussioni nei talk show e illeggibili molti articoli di stampa. Una prassi che colpisce soltanto Israele, il quale occupa una posizione di assoluto rilievo nei commenti, mentre tragedie ben più terribili (stragi di cristiani in Sudan e di montagnards in Vietnam) non ricevono neppure la degnazione di una riga o di una parola.
Facciamo un piccolo campionario di alcune fra le falsità più diffuse, senza la minima pretesa di essere esaustivi.

La politica di Israele – talvolta si è generosi parlando soltanto di "politica di Sharon" – è terrorismo di stato. Naturalmente non sprecheremo energie a dimostrare che nessuna definizione di terrorismo si attaglia agli atti del governo israeliano. Quel che conta, in questo slogan, è l’affermare l’idea che, ammesso che da parte dei palestinesi si esercitino attività terroristiche (e non forme di "resistenza") queste sono ampiamente controbilanciate dalle nefandezze di stato di Israele.

La spirale dell’odio o la spirale attentati-vendetta. Questa immagine è usata esclusivamente quando l’esercito israeliano compie un’azione di rappresaglia, perché in tal caso si vuol sottolineare che tale azione provocherà "inevitabilmente" una reazione da parte palestinese, che sarà pretesto per un’ulteriore vendetta. Si noti che l’immagine non viene mai usata nell’occasione di un attentato palestinese, che è sempre visto come inevitabile conseguenza della precedente azione israeliana. In tal modo, soltanto su Israele incombe la responsabilità di aver "innescato" la spirale della violenza. Strana spirale... che ruota soltanto per metà, l’altra metà non conta. Se fosse una spirale, sarebbe come il discorso dell’uovo e della gallina... Invece qui la causa di tutto è sempre la gallina israeliana, mai l’uovo palestinese.

Il Muro della separazione (della divisione, dell’odio, ecc.). Deve essere sempre scritto o pronunziato in maiuscolo, perché trattasi di una categoria metafisica che rappresenta il Male. Nulla a che fare con un oggetto banalmente materiale come una barriera di separazione o di difesa contro le incursioni terroristiche. All’evocazione del Muro si accompagnano una serie di ammonimenti: "Ricordatevi del muro di Berlino", "Non si dividono i popoli", "Gettare dei ponti fra i popoli e non separarli con dei Muri". (Esercizio per chi fatichi ad assimilare il concetto: le barriere anti-immigrati elevate dalla Spagna attorno ai possedimenti africani non sono dei Muri, bensì dei muri, anzi dei reticolati di protezione. Non è ancora chiaro? Pazienza).

Lo sceicco Yassin, leader spirituale di Hamas. Certo, perché è massimamente spirituale organizzare lo sventramento di quanti più infedeli sia possibile: in tal modo, essi si libereranno del peso immondo della carne e potranno soggiornare felicemente all’inferno fino alla fine dei tempi. Segue inevitabilmente il commento a corollario: come si può essere tanto crudeli da perpetrare l’uccisione di un leader "spirituale"? (Si noti, tuttavia, che l’uccisione dei leader "materiali" è parimenti condannabile perché innesca la spirale dell’odio...).
Potremmo continuare ma, per ora, basta così.
Resta il fatto che non se ne può più. E viene alla mente un modesto suggerimento. Ogni litania merita la risposta appropriata. E allora, quando ci si deve riferire allo sceicco Yassin, si usi sistematicamente e fino all’ossessione una formula del tipo: "lo sceicco Yassin, sanguinario organizzatore del terrorismo di Hamas". Quando si parla del "muro" si potrà definirla "la barriera di protezione dai feroci attentati terroristici promossi dalla maggior parte delle organizzazioni palestinesi". Le rappresaglie israeliane sono "le inevitabili risposte di Israele nell’ambito di una guerra di distruzione totale scatenata dalla dirigenza palestinese contro Israele". E ogni riferimento ad Israele venga accompagnato dalla formula "unico stato democratico della regione". In acronimo, USDR.
All’ossessione, fino a che non accettino di parlare come esseri dotati di raziocinio e non come pappagalli imbeccati di propaganda.