Invece di una seria analisi, sempre e comunque contro Sharon
è la linea del settimanale cattolico
Testata: Famiglia Cristiana
Data: 07/05/2004
Pagina: 16
Autore: Guglielmo Sasinini
Titolo: Sharon tradito dal suo partito
Sul numero di Famiglia Cristiana di questa settimana:

L'articolo illustra i risultati del referendum del 2 maggio sul piano di
ritiro dagli insediamenti israeliani e ipotizza quali potranno essere gli
scenari futuri (secondo l'opinione del giornalista); ci limitiamo ad un
breve commento relativo al titolo ed alla parte finale dell'articolo.

Non è corretto affermare che Sharon "è stato tradito dal suo partito"
perchè all'interno del Likud esistono anche posizioni favorevoli al piano
di ritiro proposto dal primo ministro ma, ovviamente, come accade in ogni
democrazia, la pluralità di opinioni che possono essere liberamente
espresse consente, come in questo caso, di essere in contrasto con la
volontà del suo leader.

La libertà di espressione (tabù per il mondo palestinese che non può
permettersi di dissentire dalla volontà di Arafat) è una delle basi della
democrazia israeliana.

Scrive infine Sasinini nell'ultima parte:

(...) I più soddisfatti dai risultati del referendum, per il
momento, sono i palestinesi, secondo i quali il programma di Sharon tendeva
ad annettere la Cisgiordania in cambio del ritiro da Gaza. Ora invece
Sharon è costretto a ritornare al tavolo delle trattative e quindi al punto
di partenza: la Road Map
I palestinesi sono sempre "soddisfatti" quando Sharon è messo in
difficoltà, qualunque sia il suo programma che non prevede comunque
l'annessione della Cisgiordania.
Non è Sharon che deve tornare al tavolo delle trattative (dal quale non si
è mai discostato) ma i palestinesi che in questi mesi non hanno mai smesso
di usare il terrorismo come unico mezzo per "trattare" con il governo
israeliano.
Lo hanno dimostrato in più occasioni: non è la Road Map che a loro
interessa ma la distruzione di Israele.
Per questo Sharon vuole ritirarsi unilateralmente da Gaza; perchè ha capito
di non avere alcun interlocutore con il quale confrontarsi.
E' la sicurezza del popolo israeliano il suo obiettivo prioritario per il
quale non cesserà mai di lottare.

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