Complice con Auschwitz
chi oggi giustifica il terrorismo
Testata: Il Giornale di Sicilia
Data: 28/01/2004
Pagina: 1
Autore: Valter Vecellio
Titolo: La Shoah e l'odio contro Israele
Riportiamo l'articolo di Valter Vecellio pubblicato sul Giornale di Sicilia mercoledì 28 gennaio '04.
Cos'è mai una scritta nel muro di casa? Poca cosa. Eppure sarebbe interessante indagare sulle ragioni che possono spingere una o più persone ad andare in un negozio di vernici, e naturalmente pagare tinta e pennello; escogitare uno slogan, per ripugnante che possa essere; e infine nel cuore della notte avventurarsi per una strada, attendere che nessuno passi, e in fretta tracciare sul muro la scritta infame che si augura siano spediti ai forni tutti coloro che sono nati ebrei e credano nel sogno sionista. Chi e cosa spinge queste persone a comportarsi in questo modo? Chi e cosa fa sì che un gruppo più o meno nutrito di persone si reca allo stadio, dove si gioca una partita di calcio (dunque ci si va a divertire), con uno striscione dove pazientemente si sono compitate delle lettere che alla fine sono un programma infame: "Auschwitz è la vostra casa", rivolto alla tifoseria avversaria.
Queste demenziali (e criminali) manifestazioni sono anche il segno di una preoccupante ripresa dell'antisemitismo? Oltre al fastidio, occorre anche preoccuparsi, e reagire, e come?
Dice Elie Wiesel, premio nobel per la pace, uno dei pochi scampati ad Auschwitz: "In Francia si tratta di aggressioni contro persone, incendi di proprietà e sinagoghe. In Italia un terzo delle risposte ad recente sondaggio indicano negli ebrei chi detiene il potere economico mondiale. Il problema è l'Europa in sé. Lo è stato in passato e lo è ancora oggi. Si tratta di un continente dove l'odio nei confronti degli ebrei si è sommato, radicato nel corso dei secoli, con origini e matrici differenti, e dove quindi resta urgente combatterlo, denunciarlo, non abbassando mai la guardia. Appena l'Europa pensa di essere riuscita a sconfiggere l'antisemitismo questo torna a manifestarsi in altre forme, per questo resta una frontiera cruciale della lotta contro l'intolleranza".
Wiesel individua un "nodo" importante, che merita la nostra riflessione. Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle è stato dominato da nazismo, fascismo, comunismo: fonte e causa di milioni di morti, sofferenze, persecuzioni. Dittature e oppressioni, dalla Spagna di Franco alla Germania di Hitler, dall'Italia di Mussolini alla Russia di Lenin, Stalin e dei loro epigoni... Nazismo, fascismo, comunismo (con la sola eccezione del fascismo del caudillo Franco), si sono caratterizzate per un feroce antisionismo e antisemitismo. Significherà qualcosa? Non merita una riflessione il fatto che abbiano avuto questo, in comune; e che in Europa il Regno Unito, e dall'altra parte dell'Atlantico gli Stati Uniti, non siano mai caduti preda e vittima di quel germe, e anzi lo abbiano vittoriosamente combattuto? E' arbitrario ragionare sul fatto che anche in questi giorni, sia pure tra mille contraddizioni e difficoltà, Stati Uniti e Regno Unito siano stati i più determinati nel voler combattere il terrorismo internazionale di matrice islamica, i suoi alleati e "santuari"?
In passato le manifestazioni di antisemitismo e antisionismo erano soprattutto contraddistinte da una matrice di estrema destra; e tuttora quell'area politica alimenta l'antisemitismo, anche se si tratta di frange sempre più minoritarie e isolate. Ma a queste forme di antisemitismo "tradizionale" se ne accompagna da almeno vent'anni un altro di opposta matrice politica. Un fenomeno studiato e analizzato molti anni fa da uno studioso, A.D. Rubinstein, autore di un accurato "La sinistra, la destra e gli ebrei" pubblicato da Il Mulino.
Non solo. Le manifestazioni più recenti di antisemitismo provengono da gruppi estremisti che si annidano dentro le comunità islamiche composte in gran parte di immigrati da paesi musulmani e arabi. Naturalmente sarebbe un errore semplificare, e non bisogna mai cedere a generalizzazioni di sorta nei confronti di nessuno; ma oggi l'estremismo musulmano è portatore di un odio assoluto nei confronti di Israele e degli ebrei, che genera e produce atti di intolleranza e di violenza.
E' inutile (e anche insultante) esprimere grande solidarietà agli ebrei e alle vittime dell'intolleranza un giorno l'anno per l'orrore di cinquant'anni fa, e poi essere pregiudizialmente ostili a Israele come certa sinistra europea e italiana: capace di paragonare gli israeliani ai nazisti. Un clima nel quale gli estremisti islamici trovano sostegno ideale se non pratico, nel loro quotidiano attacco agli ebrei. Chi giustifica - perché accade anche questo - un kamikaze palestinese che si fa esplodere in un ristorante o in una discoteca israeliana facendo strage di bambini e donne, contribuisce a creare un clima di intolleranza in Europa. "Il sostegno politico ad atti di terrorismo è una radice dell'odio contemporaneo", ci ricorda Elie Wiesel. Non ci si deve poi stupire di sondaggi, come quello di "Eurobarometro" dell'ottobre scorso, dove la maggioranza degli interpellati dichiara di ritenere Israele "una minaccia per la pace".
Proprio l'altro giorno il "Corriere della Sera" ha reso noti i risultati di un altro sondaggio, condotto in nove paesi della Comunità Europea: per il 9 per cento gli ebrei non ispirano fiducia. Per il 4 per cento se ne devono andare via. Per il 17 per cento non sono veri italiani (o veri francesi, tedeschi, ecc.). In sostanza se ne ricava che un buon 15 per cento degli interpellati presenta le caratteristiche dell'antisemita. Che senso ha celebrare "la memoria" una volta l'anno per non dimenticare l'orrore che fu, se gli altri restanti giorni si assiste impassibili e indifferenti alle quotidiane campagne d'odio nei confronti di Israele e degli ebrei, e anzi talvolta le si alimenta e sostiene?

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