Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 11/08/2025, a pagina 4, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "I giudizi legittimi (e illegittimi) di Calenda sulla solita La7".
Iuri Maria Prado
L’altra sera, durante la trasmissione del programma “In Onda”, dell’emittente La7, Carlo Calenda ha dichiarato che quello di Israele è “un governo di criminali che non dà nessun valore alla vita umana”.
Inutile dire che si tratta di un giudizio perfettamente legittimo, per quanto non risultino simili dichiarazioni di Carlo Calenda a proposito di nessun altro governo.
Tanto meno a proposito dei tanti che, forse, non presentano compagini meno “criminali” né mostrano più considerazione per la vita umana.
È invece meno legittimo il giudizio di Carlo Calenda circa il fatto che quel governo di “criminali” avrebbe “in mente una cosa precisa, cioè non avere più palestinesi nella grande Israele che vogliono costruire”.
Questo ha detto, sempre in quella trasmissione.
E non è un giudizio legittimo perché non è neppure un giudizio: è un’accusa, senza senso, buttata lì per fare chiasso e per aggiungere l’ennesimo pizzico di falsità alla montagna di invenzioni costruita in ventidue mesi di propaganda anti-israeliana.
Quale deliberazione del governo israeliano avrebbe ipotizzato quella soluzione?
Quale dichiarazione impegnativa per il governo, e fatta da chi, e quando, avrebbe preconizzato questa “Grande Israele” senza palestinesi?
Criticare il governo israeliano per ciò che fa - magari senza richiedere a Israele ciò che non si richiederebbe, in analoghe condizioni, a nessun altro Paese - è appunto del tutto legittimo.
Attribuire invece al governo israeliano progetti che non solo, sino a prova contraria, non esistono, ma che oltretutto non avrebbero nessuna possibilità di essere realizzati perché il sistema democratico israeliano e la società israeliana non lo consentirebbero, appartiene a una pratica diversa.
La pratica della propaganda, giustappunto.
La quale, se continuasse di questo passo, neppure aiuterebbe - anzi - a tenere d’occhio e a condannare da qui in poi le responsabilità effettive, quando vi fossero, di quel governo.
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