La notte dei ricordi di Hora Aboav e Annalisa Comes 04/08/2025
Recensione di Giorgia Greco
Autore: Giorgia Greco

La notte dei ricordi      Hora Aboav

                                      Annalisa Comes

Castelvecchi                 euro 20

…è il passato, e ciò che scegliamo di farne, che determina e costruisce il futuro. Chiunque cancelli il passato uccide il futuro” (Elie Wiesel)

“L’uomo ha un lume sopra di sé, e quando due uomini s’incontrano con le anime, i loro lumi si uniscono e ne nasce un lume unico. Ciò chiamasi generazione”. Questa citazione di Martin Buber posta in premessa al libro “La notte dei ricordi” racchiude il messaggio insito nell’ultimo libro che Hora Aboav, docente di ebraico biblico, psicologa e psicoterapeuta ha scritto con Annalisa Comes, poetessa e traduttrice.

E’ un testo dalla struttura articolata in cui testimonianze, ricordi e letture ebraiche si intrecciano in un dialogo tra una maestra e un’allieva, a una sola voce, sul destino di Israele.

Il libro che unisce speranza, dolore e memoria, trae origine dalla storia della famiglia di Hora Aboav e ripercorre le vicende del nonno e dello zio deportati dal ghetto di Venezia, oltre che delle tre zie catturate a Roma e deportate ad Auschwitz, nessuna delle quali ha fatto ritorno. Solo la madre Rosa Spizzichino riesce a sfuggire alla cattura l’8 maggio 1944 lasciandosi cadere dal terrazzino sulla coperta che la vicina di casa tiene tesa sotto di lei. In realtà Rosa non si salva perché per tutta la vita si condanna per aver abbandonato le sorelle e “da quel giorno si rinchiuse in un esilio, lontana da se stessa, in attesa di un ritorno che non fu concesso a nessuno.”

“La notte dei ricordi” non è solo il racconto di una vcenda familiare privata che testimoniando la Shoah si trasforma in storia collettiva. Perché il libro parte da uno dei momenti più drammatici vissuti dal popolo israeliano: l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha messo in discussione certezze, disgregato equilibri e, fuori da ogni comprensibile logica umana, alimentato sentimenti di antisemitismo e intolleranza mai sopiti. E dunque è un viaggio nell’attualità, segnato dal ritorno di un odio che lungi dall’essere sconfitto attraversa la storia di ciascuno di noi. “Il 7 ottobre 2023, un giorno di strazio e violenza, un giorno in cui non da ebrea, non da israeliana, ma l’umanità dentro di me torna a chiedersi perché”. A Hora che ha vissuto dodici anni di analisi per allontanare i fantasmi della Shoah che hanno oppresso la madre per tutta la vita è bastato un solo giorno per farli riapparire, per riportarli in vita.

Dal 7 ottobre ritornano nella mente di Hora i giorni della deportazione, la disperazione dei deportati e i sensi di colpa dei sopravvissuti. “Dopo il 7 ottobre 2023, un risveglio è nato nuovamente dentro di me riguardo alla Shoah, da qui il titolo “La notte dei ricordi”.

Il libro denso di reperti fotografici, di testimonianze e illuminato dalle pagine del Diario di Etty Hillesum, ebrea olandese deportata e uccisa ad Auschwitz, pone l’accento sulla responsabilità della memoria, sull’importanza di essere “Candele della Memoria” come Hora che da anni porta la propria esperienza nelle scuole. In un’epoca in cui si constata una recrudescenza di antisemitismo e intolleranza è necessario raggiungere il cuore dei giovani perché educare alla memoria è un atto di “responsabilità collettiva” e un modo per contrastare l’oblio.

Colpisce il lettore l’anello che appare in copertina. “E’ d’oro e ha una forma particolare che ricorda i giardini di Versailles, una pietra d’onice con un piccolo brillante al centro, intarsiato di brillantini attorno” appartenuto alla zia Letizia scomparsa ad Auschwitz che la madre Rosa dona alla figlia Hora il giorno del suo Bat-Mitzvah con l’invito di proteggerlo più della sua vita. E Hora assolve a questo compito perché da memoria dolorosa lo trasforma in una fonte di luce portandolo a scuola e mostrandolo agli studenti che ascoltano la sua storia di sofferenze e di lutti.

La conclusione del libro è un invito a scegliere la vita, a perseguire il coraggio del cambiamento, a riconoscere il volto dell’Altro, a pronunciare, nonostante tutto, parole di pace e amore, a compiere un viaggio interiore verso una luce che distrugga il buio dell’angoscia e del dolore, verso il tempo del kiddùsh, del rinnovamento.


Giorgia Greco