La caccia agli ebrei 01/08/2025
Commento di Michelle Mazel
Autore: Michelle Mazel

La caccia agli ebrei
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/07/la-chasse-aux-juifs-317916.html

Il nuovo antisemitismo, macherato da critica allo Stato di Israele, porta, come sempre, alla caccia agli ebrei. In Francia è diventato abituale, tanto che le aggressioni a cittadini ebrei non fa più notizia.

Gli attacchi contro gli ebrei si moltiplicano un po’ ovunque nel mondo, talvolta vengono definiti “incidenti” o archiviati sotto la voce “fatti di cronaca.”

Sebbene il fenomeno non sia nuovo, è la sua dimensione ad essere una novità. Nuovi sono anche gli sforzi compiuti dai responsabili per difendersi da qualsiasi movente antisemita. Sarebbe la loro coscienza a spingerli ad intervenire per protestare contro i crimini che loro attribuiscono a Israele e di cui, secondo loro, sarebbero complici gli ebrei. Elie Lemmel, ad esempio, è stato ripetutamente colpito con una sedia mentre sedeva tranquillamente su una terrazza a Neuilly-sur-Seine, il 6 giugno. Questo rispettabile rabbino era già stato aggredito qualche giorno prima.

Ma questa volta, ad aggredirlo è stato un 28enne di Gaza, immigrato irregolare. Sappiamo, o dovremmo sapere, che a Gaza, come in molti Paesi arabi, gli israeliani vengono chiamati “Al Yahoud”: gli ebrei. Ricordiamo la tragedia avvenuta l'anno scorso a Courbevoie: lo stupro di natura antisemita di una ragazzina di 12 anni: “Non sarebbe stata aggredita né stuprata se non fosse stata ebrea”, hanno spiegato. Avevano 13 e 14 anni. Il primo si era da poco convertito all'Islam.

Gli storici di domani si chiederanno: perché le atrocità perpetrate dalle orde fanatiche di Hamas il 7 ottobre 2023 hanno scatenato un vero e proprio tsunami contro lo Stato ebraico? Resta da vedere se la narrazione parallela promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite riuscirà a oscurare definitivamente la realtà. Questa augusta istituzione non ha mai condannato queste atrocità per le quali il suo Direttore Generale aveva trovato una certa giustificazione. Tutto ciò è stato sufficiente a scatenare la mobilitazione dei campus universitari negli Stati Uniti e altrove – in particolare, a Parigi, a Sciences Po, fucina di alti funzionari pubblici – a favore dell'organizzazione terroristica di Hamas? Per non parlare delle folle che scandivano il famoso slogan “dal fiume - il Giordano - al mare - il Mediterraneo - la Palestina sarà libera”, sollecitando che Israele venga cancellato dalla carta geografica? Quel che è certo è che l'ONU continua la sua campagna di demonizzazione. Sono mesi che le accuse di apartheid (?) e poi di genocidio, persistono nonostante i fatti. Hamas, che potrebbe porre fine alla guerra accettando di liberare definitivamente gli ostaggi e che sta sequestrando gli aiuti umanitari destinati alla popolazione, si compiace nel vedere che la colpa viene nuovamente addossata a Israele.

La Gran Bretagna “minaccia” di riconoscere uno Stato di Palestina se Israele non porrà fine alla guerra. Gli inglesi hanno decisamente la memoria corta. Nel 1922 la Società delle Nazioni aveva affidato loro un mandato sulla Palestina. Si affrettarono ad amputarne quattro quinti per offrire uno Stato al loro alleato Abdullah, figlio dello Sharif della Mecca, che lo trasformò nel Regno hashemita di Transgiordania, poi semplicemente in Giordania quando conquistò la Cisgiordania nel 1948. Questo territorio avrebbe dovuto far parte dello Stato arabo che sarebbe sorto accanto allo Stato ebraico. Gli inglesi all'epoca gli inglesi  non protestarono.

 
Michelle Mazel