Mauro Zanon
Nonostante la condanna, si accende una speranza: quella della grazia presidenziale. Ieri la Corte d’appello di Algeri ha condannato lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal a cinque anni di carcere e 500mila dinari di multa (circa 3.500 euro) per «attentato all’unità nazionale, oltraggio al corpo costituito, atti lesivi all’economia nazionale e detenzione di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità del Paese».
In appello, come in primo grado, il procuratore generale aveva chiesto dieci anni di reclusione e il doppio della multa ai danni del romanziere, in carcere ad Algeri dallo scorso 16 novembre in ragione di un’intervista al media parigino Frontières sgradita al regime e di alcuni sms scambiati con l’ex ambasciatore francese in Algeria Xavier Driencourt giudicati offensivi dalle autorità algerine.
La Corte d’appello ha invece confermato la condanna emessa nella sua prima sentenza del 27 marzo.
«La situazione che Boualem Sansal sta subendo è, per il governo e per tutti i francesi, insopportabile», ha dichiarato ieri il primo ministro francese, François Bayrou. Il capo dell’esecutivo, tuttavia, ha lasciato trapelare un cauto ottimismo, legato all’avvicinarsi del 5 luglio, giornata in cui si festeggia l’indipendenza algerina e durante la quale, tradizionalmente, il presidente firma numerosi provvedimenti di grazia. «Ora che è stata pronunciata una condanna, è ipotizzabile che venga concessa la grazia, in ragione delle condizioni di salute del nostro connazionale», ha sottolineato Bayrou.
Negli ultimi anni, la grazia è stata concessa a detenuti condannati o in custodia cautelare, malati cronici o ultra sessantacinquenni. Se la sentenza fosse considerata definitiva – Sansal, consigliato anche dal suo avvocato francese, Pierre Cornut-Gentille, presente in aula ieri mattina, non dovrebbe decidere di ricorrere alla Corte suprema –, e alla luce della sua età e del suo stato di salute, il romanziere, che ha 80 anni e soffre di un cancro alla prostata, rientrerebbe in questa casistica.
Lo stesso ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, che ha incarnato la linea della fermezza in questi mesi di crisi diplomatica tra Parigi e Algeri, si è mostrato più ottimista, dichiarando di non voler «sprecare alcuna possibilità, in particolare da qui alla fine della settimana, per la liberazione di Boualem Sansal».
Va letto in questo senso anche il ritiro di una proposta di risoluzione all’Assemblea nazionale che denunciava gli accordi tra Parigi e Algeri del 1968 e del 2013 e che era stata presentata dal gruppo Udr del deputato sovranista Éric Ciotti.
«Il nostro obiettivo è la liberazione di Boualem Sansal, una grande voce di pace, un grande scrittore», aveva dichiarato Ciotti nei giorni scorsi. Attraverso un comunicato stampa, il ministero degli Esteri francese ha chiesto nuovamente al presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, un “gesto d’umanità”.
«La Francia chiede alle autorità algerine di dare prova di clemenza e di trovare una soluzione rapida, umanitaria e dignitosa alla situazione del nostro connazionale, tenendo conto del suo stato di salute e delle questioni umanitarie. Il nostro auspicio è che venga rilasciato e curato», si legge nel comunicato. Sabato prossimo sapremo quale sarà la decisione del regime algerino.
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