Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 30/06/2025,nella sezione Un Foglio Internazionale, un articolo originariamente pubblicato su Wall Street Journal tradotto da Giulio Meotti dal titolo: "La resa dell’Iran o la tregua per un’altra guerra".
Il presidente Trump ha posto fine alla ‘guerra dei 12 giorni’ in medio oriente con un duro colpo al programma nucleare iraniano e la successiva pressione diplomatica” scrive il Wall Street Journal. “L’attacco ha reso gli Stati Uniti e la regione più sicuri, ma la diplomazia ha fatto lo stesso? La risposta dipende da come Trump la interpreterà da qui in poi. Se il cessate il fuoco è un preludio a concessioni iraniane, allora sarà un passo storico verso una pace più ampia. L’Iran smantellerebbe ciò che resta del programma nucleare e porrebbe fine alla sua guerra per procura nella regione in cambio della fine delle sanzioni. Ma se il cessate il fuoco è un modo per Trump di chiudere la questione ammanettando Israele, darà all’Iran il tempo di ricostruirsi e riorganizzarsi per il prossimo round. Un cessate il fuoco di questo tipo sarebbe un errore storico e vanificherebbe i guadagni delle ultime due settimane. Israele aveva stabilito la supremazia aerea sull’Iran e stava colpendo gli strumenti di repressione interna del regime. L’Iran non ha risposto in modo sostanziale agli attacchi statunitensi contro i suoi beni più preziosi. Eppure gli è stato concesso un cessate il fuoco senza alcun impegno pubblico. Questo solleva la questione delle intenzioni iraniane dopo la cessazione degli attacchi. Se il regime intende ancora costruire armi nucleari e distruggere Israele, allora ‘Pace e armonia’ di Trump è un miraggio nel deserto. Trump potrebbe offrire due prove della volontà del regime di cambiare. In primo luogo, concederà agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica l’accesso immediato per esaminare i suoi siti nucleari? In caso contrario, l’Iran non ha alcuna intenzione di smantellare ciò che rimane, soprattutto perché non è chiaro quanto uranio arricchito l’Iran detenga. In secondo luogo, l’Iran riconoscerà il diritto di Israele all’esistenza e rinuncerà al suo desiderio di cancellare lo stato ebraico dalla carta geografica? Questa è la guerra eterna del regime iraniano. Se i suoi leader non vi rinunceranno, non sono interessati alla pace, ma solo ad appoggiare Trump finché non potranno riprendersi e tornare a combattere. Criticando duramente Israele, Trump ha consolidato il suo cessate il fuoco. Ma ha anche inviato all’Iran il messaggio che gli Stati Uniti limiteranno Israele per mantenere il silenzio. Questo non convincerà l’Iran a non ricostruire mai i suoi impianti nucleari, come promesso da Trump. L’Iran deve sapere che Israele ha il suo appoggio per fermare qualsiasi nuovo sforzo nucleare prima che diventi letale. Trump sembrava trattare Israele e l’Iran come due minacce equivalenti alla sua diplomazia. ‘In pratica abbiamo due paesi che combattono così a lungo e così duramente che non sanno cosa c…o stanno facendo’, ha detto Trump. Ecco cosa stanno facendo: l’Iran combatte perché è devoto alla distruzione di Israele, Israele combatte perché è devoto a non essere distrutto. Israele si è assunto la maggior parte del rischio e della lotta contro l’Iran, il che ha migliorato drasticamente la posizione dell'America nella regione. Gli Stati Uniti hanno contribuito facendo ciò che solo loro possono. Ora la pace dipende da Trump: sta offrendo all'Iran una resa dei conti o una tregua?”. (Traduzione di Giulio Meotti)
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