Mauro Zanon
L’azienda di armamenti israeliana Rafael Advanced Defense Systems è pronta a trascinare il governo francese davanti alla giustizia dopo che il suo stand al Salone dell’aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget è stato circondato da grosse pareti di legno nere e reso inaccessibile al pubblico senza preavviso. Lo ha annunciato il vicepresidente di Rafael, Shlomo Toaff. «Vi assicuro che faremo causa al governo francese per quello che ci hanno fatto», ha detto Toaff a Euronews, prima di aggiungere: «Chiederemo un risarcimento per i danni economici e per la mancata possibilità di accedere allo spazio che avevamo affittato. Pensiamo che sia una decisione ingiusta: non ci stanno garantendo gli stessi diritti degli altri espositori». Nella notte tra domenica e lunedì, gli stand di Rafael e di altre quattro aziende di armamenti israeliane, Israel Aerospace Industries, Uvision, Elbit e Aeronautics, sono stati oscurati perché esponevano «armi offensive come quelle che probabilmente vengono utilizzate a Gaza, in violazione del quadro concordato con le autorità israeliane», ha detto al Figaro una fonte dell’esecutivo francese. Lunedì, nel discorso di inaugurazione del Salon du Bourget, il primo ministro francese, François Bayrou, ha confermato che la decisione di censurare gli allestimenti israeliani è arrivata dal governo, perché la situazione «moralmente inaccettabile» a Gaza impone di mostrare «disapprovazione» e «distanza». «È come creare un ghetto israeliano», ha denunciato il presidente di Israele, Isaac Herzog, mentre il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu, in un comunicato, ha parlato di una «decisione scandalosa e senza precedenti» che crea una “segregazione” nei confronti degli espositori israeliani. Lunedì, una rappresentante di Rafael, in segno di protesta, aveva scritto col gesso queste parole sulle pareti installate dagli organizzatori: «Dietro queste pareti si nascondono i migliori sistemi di Difesa utilizzati da numerosi Paesi. Questi sistemi proteggono oggi lo Stato di Israele. Il governo francese, in nome della discriminazione, tenta di nasconderveli!». Ieri, il «recinto» anti-israeliano nella Hall 3 del Centro espositivo di Parigi-Le Bourget era ancora presente e sorvegliato da un corposo dispositivo di gendarmi francesi.
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