La vera partita degli aiuti umanitari
Analisi di David Elber
Da quando Israele e gli USA (il 26 maggio tramite la Gaza Humanitarian Foundation) hanno iniziato la distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, è iniziata una campagna mediatica e diplomatica contro lo Stato ebraico senza precedenti. Ormai siamo al delirio puro. Non c’è manifestazione politica, sportiva, ludica, canora o di qualsiasi genere nella quale non si inneggi a Israele come genocida, affamatore, nazista e tanto altro. Dal punto di vista mediatico non c’è telegiornale, radiogiornale, social media o quotidiano che non dedichi ampio spazio alla carestia, alla fame o alle uccisioni indiscriminate di civili affamati in coda per gli aiuti, da parte dell’esercito israeliano. Lo stesso vale per i politici di tutti i paesi europei e dei così detti paesi occidentali. Perché proprio ora che gli aiuti sono ripresi copiosi (la GHF ha dichiarato di aver distribuito milioni di pasti, 2.5 milioni in un solo giorno), è ripartita più forte di prima questa campagna di odio e falsità? Perché per la prima volta dalla fondazione dell’Onu, le sue agenzie e le miriadi di Ong ad esso colluse, sono state sostituite da un ente non controllato dall’organizzazione più corrotta, abietta e immorale che gli Stati abbiano mai creato: l’Onu. Infatti, più la GHF diventa efficiente più gli attacchi politici e mediatici aumentano proporzionalmente e dietro a tutto questo c’è la cupola dell’Onu a partire dal suo osceno Segretario Generale. Il motivo? I miliardi di dollari che ruotano attorno alla “causa palestinese” e alla malata ideologia di agenzie e Ong colluse con il terrorismo palestinese. Come ha brillantemente osservato il giornalista Ariel Kahana: «L'ONU svolge un ruolo cruciale nel perpetuare e fomentare la "lotta palestinese" contro Israele. L'UNRWA, l'OCHA e vari altri oscuri organismi delle Nazioni Unite sono responsabili del mantenimento dello "status di rifugiati" dei palestinesi, del finanziamento dei campi in cui vivono, della diffusione di informazioni distorte su Israele e, naturalmente, della collaborazione a stretto contatto con Hamas per anni, seppur discretamente. È semplicemente inconcepibile che la principale server farm di Hamas fosse ospitata sotto la sede centrale dell'UNRWA all'insaputa dei vertici dell'agenzia. Ovviamente lo sapevano, e non hanno detto nulla.». «Prima di tutto, è una questione di soldi e controllo. L'UNRWA, e le innumerevoli ONG hanno creato un'industria umanitaria multimiliardaria a Gaza che impiega decine di migliaia di persone. Quest'industria è nata nel 1949 e da allora è cresciuta costantemente. I suoi leader capiscono bene che se la GHF prende il sopravvento e dimostra che i cittadini di Gaza possono essere sfamati senza dover servire una dose quotidiana di istigazione anti-israeliana insieme ai pasti...».
In pratica se la GHF si dimostrasse un’alternativa che possa sostituire agenzie come Unrwa e le Ong ad essa strettamente legate, la fetta di torta da miliardi di dollari degli aiuti umanitari condita con odio antiebraico potrebbe sparire dalle casse di Onu e Ong. La cosa è del tutto inaccettabile per l’Onu e per gli autoproclamati “operatori umanitari”. Il pericolo che questo possa concretizzarsi con Trump presidente è reale. Gli Usa pagano attualmente circa il 25% di tutto il budget dell’Onu. Si sa che Trump è davvero imprevedibile e fuori dagli schemi, e se decidesse di iniziare a diminuire l’impegno economico americano all’Onu fino a interromperlo per la maggior parte delle sue agenzie? Se decidesse di finanziare altri enti o organizzazioni private – vicine a lui o ai suoi fedelissimi – per l’Onu, come lo conosciamo, sarebbe la fine. Del resto non ha appena fatto la stessa cosa con la USaid (altro baraccone ideologizzato)? Per questo motivo l’esperimento della GHF a Gaza, per l’Onu deve fallire. E qui entrano in gioco la disinformazione, le calunnie e la manipolazione mediatica e politica. L’Onu e le Ong colluse hanno addirittura operato un boicottaggio sistematico della distribuzione degli aiuti pur di mantenere il controllo assoluto – assieme ad Hamas – sugli aiuti. Ma la gente non muore di fame? Come si fa a boicottare la distribuzione di cibo se i bambini muoiono di fame? Il rappresentante Onu Tom Fletcher ha dichiarato che sarebbero morti 14.000 bambini (in 48 ore) se l’Onu non avesse ripreso gli aiuti alimentari. Perché allora non aiutano a distribuire il cibo? Naturalmente sono cifre inventate come tante altre in passato. Ma questo dimostra inequivocabilmente la malafede di tutti questi, altamente remunerati, funzionari che potrebbero perdere il loro posto di lavoro. È stata perfino scomodata la paladina green Greta Thunberg (un attrezzo non più in auge ma sempre pronta alle copertine dei rotocalchi) per “sensibilizzare” l’opinione pubblica della gravissima emergenza.
Il business degli aiuti, ancorché miliardario, da solo non basta a giustificare questo isterico e delirante susseguirsi di affermazioni false e dichiarazioni totalmente infondate. Qui entra in gioco un vero e proprio odio verso Israele e il popolo ebraico ormai mostrificato in una maniera senza precedenti. Il tutto inizia con il processo di selezione del personale dell’Unrwa, delle altre agenzie Onu e delle Ong che operano fianco a fianco con i terroristi e stupratori di Hamas. È ormai talmente palese che il personale è scelto tra coloro che la pensano esattamente come Hamas che non ci si può più meravigliare di nulla. Questi “operatori” sono di fatto la loro cassa di risonanza per l’opinione pubblica occidentale che non aspetta altro di sentire quella sequela di efferate menzogne perché è esattamente quello che vogliono sentire. Infatti, mai è stato messo in dubbio l’autenticità delle informazioni e delle cifre totalmente inventate da fantomatici: “ministero della sanità”, “protezione civile” di Gaza, o di emittenti come Al-Jazeera che nella realtà sono solo organi di propaganda rafforzati e resi credibili da funzionari Onu imbevuti di odio antisemita pronti a comando a sputare cifre farlocche, crisi umanitarie inesistenti e genocidi inventati. Tutto questo può accadere unicamente perché i media sono ben disposti a raccogliere tali menzogne e, anzi sono dei volenterosi organi di disinformazione e calunnia ben confezionata. Non a caso la disinformazione ora è concentrata nell’inventare uccisioni di persone in fila per prendere gli aiuti. Se uno ci pensa bene il vero obiettivo mediatico è gettar discredito sull’GHF (oltre che criminalizzare Israele) per toglierla di mezzo per poter tornare alle vecchie abitudini. Così immagini di palestinesi che uccidevano altri palestinesi vicino al centro di distribuzione, nei media di tutto il mondo, diventano un episodio reinventato di sana pianta come “uccisioni dell’Idf di persone in fila”. Oppure l’uccisione di membri dello staff dell’GHF o il loro rapimento da parte di Hamas sparisce totalmente dai media. Questa è la vera battaglia per il dopo guerra: la fine della presenza dell’Onu e delle Ong colluse con i terroristi.
Dal punto di vista politico, le cose non sono diverse. Non passa giorno che i finti alleati di Israele a turno attacchino lo Stato ebraico nella forma di “critiche al governo Netanyahu”. Così si assiste al premier britannico Keir Starmer e al suo ministro della difesa, che con occhi allucinati, al parlamento inglese condannano “le recenti azioni di Israele a Gaza” come “orribili e intollerabili”. Poi sospendono gli accordi di difesa e sanzionano ministri del governo per “incitamento all’odio”. La Francia di Macron è diventata la paladina della causa palestinese tanto da organizzare all’Onu un vertice dove riconoscerà un fantomatico “Stato della Palestina” previsto per la settimana prossima. Macron stesso ha iniziato a ventilare sanzioni e boicottaggi di Israele se gli aiuti non torneranno in mano all’Onu. Allo stesso livello si sono spinti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda perfino la più prudente Germania. Alla lista vanno aggiunti gli odiatori veri e propri come Spagna, Irlanda e Norvegia.
C’è da sperare che Israele resista anche a questa guerra diplomatico-mediatica, con l’indispensabile aiuto americano, e che l’esperimento della Gaza Humanitarian Foundation sia l’inizio della fine dell’Onu come lo conosciamo: un’organizzazione corrotta, priva di principi morali e manipolata da dittatori osceni. E con l’Onu finirà tutta la finta questione palestinese.
David Elber