Israele deve vincere e soprattutto eliminare Hamas
Analisi di Stefano Scaletta
In pochi giorni, Israele ha distribuito oltre 7 milioni di pasti direttamente ai civili di Gaza, bypassando l'intermediazione criminale di Hamas che ruba gli aiuti umanitari per rivenderli mantenendo un'economia di guerra che gli consente di rimanere al governo di Gaza. Potrebbero essere settimane decisive per la vittoria di Israele, per questo motivo cresce la pressione diplomatica contro lo Stato ebraico e si diffondono notizie false propalate da Hamas, riprese acriticamente da stampa nazionale e internazionale
Hamas vuole distruggere Israele anche attraverso l’isolamento diplomatico ben consapevole della distanza militare e tecnologica fra terroristi e IDF. Il gruppo terroristico ha preparato il terreno di guerra per 18 anni affinché ciò potesse accadere, lo ha fatto a partire dal ritiro israeliano da Gaza avvenuto nel 2005, un gesto di distensione da parte di Israele ricambiato con attentati, rapimenti e missili. Per quasi un ventennio il regime islamista ha obbligato la propria popolazione civile all’obbedienza più rigorosa, costruendo la propria idea di governo sulla base della premessa che sia necessario uccidere israeliani, senza alcuna distinzione di sorta, come avvenuto il 7 ottobre. Si tratta di un crimine mai abbastanza sottolineato e dibattuto, soprattutto in Italia, dove si ignora il pericolo dell’ideologia fondamentalista islamica. Lo scenario di guerriglia urbana costruito da Hamas a spese della popolazione civile palestinese è oltremodo criminale: la rete di tunnel agganciata alle strutture civili della striscia, ospedali, scuole, moschee determina un numero significativo di vittime collaterali; era nei piani di Hamas, finanziato dalla dittatura islamica iraniana che condivide con i terroristi l’obiettivo di uccidere israeliani. Lo Stato ebraico deve vincere, anche al prezzo altissimo di inimicarsi parte dell’opinione pubblica occidentale già comunque suscettibile allo svilupparsi di forme di antisemitismo che per pudore oggi gli odiatori di Israele chiamano antisionismo.
La vittoria per Israele deve sostanziarsi con la liberazione dei 56 ostaggi rapiti da Hamas (il 7 ottobre erano 251) e nella forma concreta del controllo della sicurezza all'interno del territorio di Gaza. A questo scopo, le forze di difesa israeliane hanno costruito il corridoio Morag e raso al suolo la gran parte della città di Rafah, nel sud della Striscia. Nella porzione di territorio fra Morag e l'asse Philadelphia - roccaforte di Hamas e centro nevralgico del contrabbando di armi al confine con l’Egitto - Israele ha installato tre centri di distribuzione di aiuti per la popolazione civile col supporto della Gaza Humanitarian Foundation (GHF). La ragione di ciò rientra pienamente nell'obiettivo di eliminare Hamas. I terroristi infatti si appropriano dei rifornimenti alimentari per poi rivenderli alla popolazione civile a prezzi esorbitanti, mantenendo il controllo di un’economia di guerra e riservandosi la possibilità di continuare a reclutare carne da cannone (noi li chiamiamo civili, per Hamas sono vittime sacrificali da gettare al macello per incolpare Israele) nella speranza di guadagnare tempo e prolungare inconcludenti trattative. In una settimana, grazie al nuovo sistema di distribuzione di pacchi alimentari consegnati direttamente alle famiglie gazawi, aggirando cioè il taglieggiamento di Hamas, sono stati distribuiti da Israele oltre 7 milioni di pasti.
In quanti in Italia hanno chiare queste dinamiche? Non c'è solo il 7 ottobre, non ci sono solo i rapimenti, gli stupri, le famiglie bruciate vive, le migliaia di razzi sparati sulla popolazione civile israeliana in poche ore, non esiste solo la volontà ribadita pubblicamente di continuare ad ammazzare israeliani, Hamas ha preparato, condotto e conduce la guerra in maniera criminale, arrivando finanche a bloccare il passaggio alle famiglie palestinesi che intendono accettare gli aiuti umanitari forniti gratuitamente nei nuovi centri di distribuzione allestiti da Israele. Accusano lo Stato ebraico di sparare sulla folla - notizia presa dai media nazionali e internazionali direttamente dall’ufficio stampa dei terroristi - quando sono gli uomini di Hamas a eliminare gli stessi palestinesi per assicurarsi un controllo sulla gestione degli aiuti. Questo perchè ad Hamas interessa il potere, il benessere dei civili non viene contemplato dai tagliagole. Se Hamas rimane al governo vi sarà uno stato di guerra permanente come già era prima del 7 ottobre poichè tale gruppo esiste solo in un contesto di scontro con Israele. Per questo motivo, Gerusalemme deve distruggere completamente Hamas anche a costo del temporaneo e parziale isolamento diplomatico. Lo Stato ebraico non deve cedere. Vincere per Israele è una questione di sopravvivenza.
Stefano Scaletta