L’antisemitismo della “brava gente”
Commento di Antonio Donno
L'antisemitismo è ormai un fatto socialmente accettato; anche in Europa c'è chi ha festeggiato il 7 ottobre. Contro Israele si può dire di tutto, perché nel 2025 è diventato il modo politicamente corretto per esprimere il proprio antisemitismo
Tutti stanno ora a condannare l’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza. Tutti stanno a con- dannare la morte di uomini, donne e bambini palestinesi nella Striscia. Tutti insistono nell’obbligo di Netanyahu di cessare di bombardare Gaza e di far avanzare i soldati israeliani all’interno della Striscia. Tutti vogliono che si vada ad un compromesso con i terroristi di Hamas. Insomma, tutti vogliono la resa di Israele e non quella di Hamas. Tutto ciò è pazzesco, perché con queste assurde richieste si ritiene Israele responsabile della situazione attuale. Dunque, Hamas viene sollevato da ogni colpevole responsabilità dei fatti che stanno accadendo nella Striscia di Gaza.
Falsità, ipocrisia, antisemitismo: sono gli esiti della rimozione dei fatti accaduti il 7 ottobre 2023, quando i terroristi di Hamas sono penetrati nel territorio di Israele al confine con Gaza e hanno sterminato nel modo più brutale 1200 israeliani che festeggiavano. Separando con un colpo di spugna l’attuale azione militare di Israele nella Striscia di Gaza per eliminare definitivamente Hamas – come al nord si è fatto con Hezbollah – in quanto indispensabile risposta allo sterminio compiuto da Hamas il 7 ottobre, si realizza un’operazione oscena di falsificazione della realtà a tutto vantaggio di Hamas. Sul “foglio” di ieri Giuliano Ferrara afferma che “molta gente, in perfetta buona fede, [dice]: basta, non ce la facciamo più, il tempo passato dal 7 ottobre ci esime dal dovere della memoria”. Ma il crescente antisemitismo ci deve spingere a negare la “perfetta buona fede” di molta gente, che finge di non ricordare l’eccidio del 7 ottobre e condanna ipocritamente – in alcuni casi sporcamente – Israele, sempre reo di ogni nefandezza nell’ambito del Medio Oriente.
Hamas, temendo di essere cancellato definitivamente – pur avendo subito gravi perdite per la reazione di Israele – dalla Striscia di Gaza, si è rifugiato tra la gente innocente di quella zona, facendosene scudo, al fine di imputare all’azione militare dell’Idf la responsabilità della morte di civili. Il criminale Yahya al-Sinwar, capo di Hamas, eliminato il 16 ottobre 2024, aveva ripetutamente sostenuto che ogni palestinese ucciso dagli ebrei era un vantaggio per la causa araba della distruzione dell’“entità sionista”, perché avrebbe aumentato l’odio anti-sionista e avvicinato il momento dell’eliminazione di quell’“entità”.
Se il credo di al-Sinwar può dare gli effetti sperati dal criminale sul popolo palestinese, l’efficace azione militare di Israele, che purtroppo implica la morte di civili palestinesi – perché scudi umani dei terroristi –, alimenta nella “brava gente” del mondo, che legge i giornali e guarda la televisione, la convinzione che all’esercito israeliano debba essere imputata la morte di civili innocenti della Striscia, che è invece dovuta al fatto che i terroristi di Hamas sopravvivono nei tunnel di Gaza, mangiando e bevendo a sazietà, e lasciando volutamente in prima linea gli affamati civili palestinesi, che sono spesso vittime della guerra in corso nella loro terra. Così, la necessaria reazione israeliana, dopo i fatti terribili del 7 ottobre, non ha fatto altro che incrementare l’antisemitismo, che per questi motivi ha raggiunto punte molto rilevanti.
L’antisemitismo è sempre in agguato. L’odio anti-ebraico è una costante. Se Israele si difende attaccando – per le ragioni scaturite dai fatti del 7 ottobre –, la sua non è una giusta difesa contro nemici che vogliono la sua distruzione, ma l’azione senza scrupolo di un popolo sanguinario, di una potenza imperialista e colonizzatrice che non si fa scrupolo di uccidere volutamente donne e bambini della Striscia di Gaza al fine di cancellare tutti i civili palestinesi che lì vivono. Di questo si nutre l’antisemitismo attuale. La pressione politica che oggi si attua contro Israele perché si ritiri dalla Striscia è anche il prodotto di questa atmosfera. Ma Israele non può rinunciare al programma di eliminazione totale di Hamas, pena il protrarsi di un pericolo continuo ai suoi confini.
Antonio Donno