IC Mappamondo: Come il Qatar ha comprato l’America 18/05/2025
Analisi di Gabriel Barouch
Autore: Gabriel Barouch

Come il Qatar ha comprato l’America
IC Mappamondo, analisi di Gabriel Barouch

Trump in Qatar, solo l'ultima tappa di un processo di penetrazione culturale e politica del paese arabo (sponsor dei Fratelli Musulmani e di tutti i terroristi). Negli anni ha speso miliardi su miliardi per influenzare gli Usa, la sua classe politica, media e università.

Il Qatar, pur essendo una piccola nazione del Golfo, ha investito quasi 100 miliardi di dollari negli ultimi vent’anni per consolidare una presenza influente e capillare negli Stati Uniti, operando in molteplici settori strategici quali il Congresso, l’istruzione superiore, i media, i think tank e il mondo imprenditoriale. Questo massiccio impegno finanziario ha consentito al Paese di radicarsi profondamente nella sfera politica, accademica e pubblica americana, orientando politiche e opinione pubblica in modo coerente con i propri interessi geopolitici.

Istruzione superiore
Il Qatar si distingue come il maggior donatore straniero nei confronti delle università statunitensi, avendo stanziato circa 6,3 miliardi di dollari dal 1986, superando contributi di altri Paesi come la Cina e l’Arabia Saudita. Tra le istituzioni maggiormente beneficiarie figurano la Georgetown University (760 milioni di dollari), il campus medico della Cornell University (1,8 miliardi di dollari), la Texas A&M University (700 milioni di dollari) e la Northwestern University (600 milioni di dollari), tutte con campus satellite a Doha, capitale del Qatar. Tali investimenti hanno sollevato significative preoccupazioni circa la libertà accademica e la possibile censura, soprattutto alla luce delle politiche interne restrittive del Qatar e della sua influenza sui contenuti didattici. 

Ad esempio, la Texas A&M ha annunciato la chiusura del suo campus di Doha entro il 2028 per ragioni di sicurezza nazionale, mentre Georgetown e altre università proseguono le collaborazioni nonostante crescenti controlli e critiche. Indagini recenti hanno inoltre evidenziato che alcuni finanziamenti qatarioti sono stati destinati a progetti con potenziali applicazioni militari, e che parte dei fondi proviene da entità legate allo Stato, a società commerciali qatariote e ad organizzazioni affiliate a Hamas.

Istruzione Medie
Attraverso la Qatar Foundation International, il Paese ha erogato decine di milioni di dollari a scuole pubbliche statunitensi per promuovere programmi di lingua araba. Tra i beneficiari si annoverano il Dipartimento dell’Istruzione di New York City e il Distretto Scolastico Pubblico di Minneapolis. Tuttavia, sono emerse controversie riguardo ai contenuti educativi, come nel caso di aule finanziate dalla Qatar Foundation in cui sono esposte mappe del “mondo arabo” che omettono Israele, suscitando dibattiti sul messaggio politico implicito e sull’influenza culturale esercitata.

Influenza sui media
Il Qatar ha investito milioni di dollari nei media statunitensi per migliorare la propria immagine e influenzare il dibattito pubblico. Tra le spese documentate figurano 50 milioni di dollari a favore di Newsmax, 180.000 dollari al conduttore radiofonico conservatore John Fredericks e 570.000 dollari in campagne pubblicitarie digitali a seguito degli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, con fondi destinati anche a importanti realtà come il New York Times. L’emittente statale qatariota Al Jazeera, che raggiunge ancora milioni di spettatori globali, pur essendo vietata in diversi Paesi del Medio Oriente, è stata criticata per la trasmissione di contenuti pro Hamas e i Fratelli Musulmani.

Think tank e influenza politica
Tra il 2019 e il 2023, il Qatar ha donato circa 9 milioni di dollari a istituzioni politiche influenti con sede a Washington, tra cui 6 milioni alla Brookings Institution, 2,3 milioni allo Stimson Center, 300.000 dollari alla RAND Corporation e 380.000 dollari al Middle East Institute. Questi finanziamenti contribuiscono a orientare il dibattito politico e le politiche estere statunitensi in modo favorevole agli interessi del Qatar.

Lobbying e relazioni politiche
Dal 2017, il Qatar ha speso oltre 225 milioni di dollari in attività di lobbying a Washington, D.C., raggiungendo nel solo 2021 una spesa di 51,4 milioni di dollari, il doppio di quella dell’Arabia Saudita nello stesso anno. Lo Stato del Golfo impiega decine di lobbisti registrati e ha coltivato rapporti con figure politiche di rilievo, inclusi esponenti vicini al presidente Donald Trump, come Pam Bondi, Susie Wiles, Kash Patel, Steve Witkoff e Donald Trump Jr., quest’ultimo intervenuto al Qatar Economic Forum. Tali connessioni hanno facilitato l’influenza del Qatar sulle decisioni legislative e politiche americane.

Investimenti strategici e sicurezza nazionale
Oltre al soft power, il Qatar ha effettuato ingenti investimenti in infrastrutture critiche statunitensi, coprendo settori quali immobiliare, energetico e della difesa. Dal 2013, ha stanziato oltre 8 miliardi di dollari per la manutenzione e l’espansione della base aerea di Al Udeid, fondamentale per le operazioni militari statunitensi in Medio Oriente. Il fondo sovrano Qatar Investment Authority (QIA) gestisce un patrimonio stimato in 524 miliardi di dollari, con partecipazioni rilevanti in infrastrutture, tecnologia e immobili americani. Questi investimenti hanno suscitato preoccupazioni per la sicurezza nazionale, spingendo 22 stati americani ad adottare normative per limitare la proprietà straniera di infrastrutture sensibili. A livello federale, il Comitato per gli Investimenti Esteri negli Stati Uniti (CFIUS) monitora tali operazioni per mitigare i rischi associati al controllo straniero di settori strategici.

Sviluppi recenti
Nel 2025, l’influenza del Qatar si è ulteriormente evidenziata con la donazione di un Boeing 747 al presidente Trump da utilizzare come Air Force One, accompagnata da un accordo economico di 200 miliardi di dollari per 160 Boeing e altri 800 miliardi che dovrebbe generare in infrastrutture energetiche e tecnologia quantistica. Questi sviluppi testimoniano la strategia continuativa del Qatar di rafforzare i legami economici e politici con gli Stati Uniti, consolidando la sua posizione come attore chiave nella geopolitica americana.

In sintesi, la spesa multimiliardaria del Qatar in università, media, think tank, lobbying e infrastrutture critiche statunitensi rappresenta un’azione strategica e globale volta a garantire un’influenza duratura con gli Stati Uniti. Attraverso il potere finanziario, il Qatar plasma la politica, l’opinione pubblica e le relazioni istituzionali americane, promuovendo i propri obiettivi geopolitici con un approccio integrato e articolato.


Gabriel Barouch

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