I lettori ci scrivono, Deborah Fait risponde
Lettere a Informazione Corretta
Testata: Informazione Corretta
Data: 01/05/2025
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Il caso del professor Atzeni: scuola e propaganda

Lettera: Il caso del professor Atzeni: scuola e propaganda

Il 7 febbraio scorso Mosaico rese pubblica la mia vicenda, poi ripresa da numerose altre testate. Quattro giorni prima la direzione del liceo nel quale insegno aveva avviato nei miei confronti un procedimento disciplinare perché, denunciando l’ennesimo caso di propaganda antisemita dentro le mura scolastiche, avrei abusato della posta elettronica scolastica e sarei venuto meno ai miei doveri di docente.

  Il 26 febbraio tuttavia sono stato raggiunto da una nuova contestazione disciplinare, stavolta avrei violato i doveri di correttezza e responsabilità per aver leso l’immagine dell’amministrazione proprio rilasciando l’intervista a Mosaico! A formalizzarmi l’accusa ora è l’Ufficio scolastico territoriale, dotato di poteri sanzionatori in apparenza più minacciosi, se soltanto la nuova accusa non fosse ancora più grottesca della prima: avrei detto di essere stato punito, mentre per ora non ho subito ancora nessuna sanzione; e avrei mentito sul motivo, visto che mi si contestava solo l’impiego della posta elettronica. Peccato però che nessuno dei giornalisti che hanno raccolto la mia testimonianza mi abbia mai messo in bocca affermazioni simili.

  Intanto il caso aveva suscitato subito preoccupati interrogativi presso la comunità ebraica. Sono così variamente emersi ulteriori particolari. Pare che per rabbonire le curiosità del ministero dell’istruzione il sottoscritto sia stato spacciato per un molesto recidivo, avvezzo ad abusare della posta elettronica scolastica. In particolare avrei "in altre due circostanze utilizzato la mail istituzionale destinata a tutti i docenti per ironizzare pesantemente su due iniziative formative proposte alla scuola dalla diocesi e da una associazione professionale di ispirazione cattolica". Ho chiesto l’accesso ai relativi atti, ma mi sono stati negati.

  Se capisco bene, si allude a due iniziative di diversi anni fa in realtà del tutto prive di qualsiasi valore “formativo” e proprio per questo fonte, insieme ad altre, di vivace perplessità circa la loro rispondenza alle finalità “istituzionali” (sempre evocate a fini censori) dei canali scolastici, a partire dalla solita posta elettronica tramite la quale le si pubblicizzava “a tutti i docenti”. Va sottolineato che quelle ironie non sono mai state oggetto di contestazione disciplinare, solo ora vengono ufficiosamente trascelte e dichiarate indiscutibilmente troppo “pesanti”.

  Per fare un altro esempio simile, all’inizio dello scorso novembre ho risposto polemicamente per posta elettronica istituzionale a un invito dell’ANPI giunto per la stessa via a tutti i docenti. Gli scambi hanno coinvolto anche il Comune di Milano e lo stesso Ufficio scolastico. La mia risposta è poi uscita anche sul bollettino di Mosaico di gennaio. All’amministrazione invece non dev’essere sembrato un contributo utile a porre i problemi in questione nella giusta prospettiva.

  Andrea Atzeni

  Caro Andrea,

  La tua esperienza dimostra che è pericoloso mettersi contro il potere della propaganda antisemita e pro Palestina. Questo spiega anche il comportamento dei media. Alcuni sono antisemiti ma quelli che non lo sono hanno paura. Come ho scritto giorni fa chi si pone dalla parte di Israele, della giustizia e della libertà rischia il posto di lavoro se non peggio. Ti faccio tanti auguri e continua a lottare.

  Un cordiale shalom

  Deborah Fait   

takinut3@gmail.com