Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/05/2025, pag. 17, con il titolo "Giornalista ucraina rapita nel 2023 fatta a pezzi e restituita alla famiglia", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
L’accordo sui minerali è pronto ma la firma ancora non c’è. Secondo il Financial Times sarebbero sorti degli ostacoli in dirittura d’arrivo che hanno messo in dubbio la finalizzazione dell’intero contratto, una sorta di déjà vu del primo tentativo fallito dopo il disastroso incontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca.
I problemi in questo caso sarebbero relativi al fondo congiunto di investimento che, secondo l’ultima versione, prevedeva una struttura “fifty fifty” con elementi definiti dalla parte ucraina «molto interessanti», ovvero l’esclusione di qualsiasi disposizione relativa al debito di Kiev per la precedente assistenza militare o finanziaria offerta dagli Stati Uniti. Un cambio di rotta deciso dell’Amministrazione americana che nella precedente versione considerava tale fondo come un rimborso degli aiuti militari, sostenendo che l’Ucraina dovesse a Washington fino a 300 miliardi di dollari. Il deputato dell’opposizione ucraina Jaroslav Zhelezniak, che ha esaminato le numerose evoluzioni dell’accordo, ha scritto su Telegram che «l’intera logica del futuro fondo è stata modificata». La cifra era stata inizialmente ribassata a 100 miliardi, poi addirittura scomparsa tanto che si pensava a una finalizzazione rapida con la vicepremier Yulia Svyrydenko che si è recata ieri a Washington in vista della firma. Sempre secondo Zhelezniak il contratto non prevede più pagamenti o trasferimenti immediati di impianti, porti o del sistema di trasporto del gas ucraino esistenti, come precedentemente proposto, ma si concentra su futuri progetti di investimento congiunti e sul reinvestimento degli utili. «In base alla bozza del documento che ho visto a Washington, l’accordo è effettivamente molto migliore di quello che ci è stato inviato il 23 marzo», ha aggiunto.
Qualcosa però deve essere andato storto, probabilmente delle incomprensioni riguardanti l’iter burocratico. Secondo il Financial Times gli Usa vorrebbero infatti che Kiev firmasse l’accordo sulle terre rare insieme con quello che include i dettagli del fondo, ma l’Ucraina insiste invece sul fatto che per poter firmare il secondo deve prima aspettare la ratifica del Parlamento.
La firma potrebbe arrivare a ore, ma visti i precedenti è meglio non eccedere in ottimismo. E mentre sul fronte delle trattative per la pace con la Russia poco si muove, ieri Putin ha riferito che «alcuni cittadini della Repubblica francese, combattono fianco a fianco con i nostri militari» e hanno chiamato la loro unità, «come i loro nonni e bisnonni». Ovvero Normandie-Niemen, nome di un reparto da caccia dell’aeronautica militare della Francia libera che a partire dal 1944 operò sul fronte orientale affiancato alle forze dell’Unione sovietica contro i nazisti. Dall’Ucraina invece arrivano notizie raccapriccianti sulla restituzione dei resti della giornalista Viktoriia Roshchyna, morta mentre era prigioniera dei russi. Secondo un’inchiesta di un consorzio di giornali internazionali, tra i quali Washington Post, The Guardian e Ukrainska Pravda, il corpo restituito lo scorso febbraio mostrava segni di tortura e pure la rimozione di alcuni organi, come il cervello. I procuratori ucraini parlano anche di «numerosi segni di tortura e maltrattamenti», come «una costola rotta, ferite al collo e possibili segni di scosse elettriche sui piedi». Roshchyna, che lavorava per Ukrainska Pravda e Hromadske, era scomparsa nel 2023, quando aveva 27 anni, mentre indagava su accuse di torture sui prigionieri ucraini nei territori occupati dai russi nel sud est del Paese.
L’anno successivo l’agenzia di stampa russa Mediazona aveva riferito che Roshchyna era morta durante il trasferimento da una prigione di Taganrog, vicino al confine con l’Ucraina, senza specificare le circostanze. Durante la sua detenzione, il suo unico contatto noto con il mondo esterno è stata una telefonata di quattro minuti ai suoi genitori, un anno dopo il suo rapimento.
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