Il mandato di Francesca Albanese è illegale
Comunicato di Hillel C.Neuer
Testata: israele.net
Data: 30/04/2025
Pagina: 1
Autore: Hillel C.Neuer  
Titolo: UN Watch: “Il mandato di Francesca Albanese è stato rinnovato violando le norme delle Nazioni Unite, è illegale e nullo: la diffidiamo dal continuare a definirsi Relatore speciale per i territori palestinesi”

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un comunicato di Hillel C.Neuer del 28.04.2024, dal titolo "UN Watch: “Il mandato di Francesca Albanese è stato rinnovato violando le norme delle Nazioni Unite, è illegale e nullo: la diffidiamo dal continuare a definirsi Relatore speciale per i territori palestinesi”".

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Hillel C.Neuer, direttore di UN Watch

Les Etats-Unis Dénoncent Le Mandat De L'ONU De Francesca Albanese En Raison  De Son Antisémitisme Et Son Parti Pris Anti-israélien - i24NEWS

Francesca Albanese ricopre una posizione inutile e, perlopiù, in modo illegittimo. Non sorprende, considerando le numerose menzogne su Israele che ha diffuso, contribuendo a costruire una narrazione favorevole ad Hamas. Le Nazioni Unite dovrebbero recuperare un minimo di credibilità e rimuoverla dal suo incarico, non lo fanno perchè la maggioranza dell'ONU sono Paesi anti-democratici

All’attenzione di António Guterres
Segretario Generale Nazioni Unite
New York, NY 10017 Stati Uniti

28 aprile 2025

Notifica: Cessazione del mandato di Francesca Albanese il giorno 1 maggio

Gentile Segretario Generale Guterres,

la presente lettera costituisce notifica formale che il presunto rinnovo da parte delle Nazioni Unite del mandato di Francesca Albanese come “Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi” non è valido, è privo di qualsiasi effetto giuridico ed è nullo.

Vi abbiamo espressamente avvertito di questa conseguenza nella nostra lettera del 3 aprile 2025.

Come sa, il presunto rinnovo del mandato di Francesca Albanese, annunciato al termine della 58esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani, è stato effettuato illegalmente, in aperta violazione della Dichiarazione Presidenziale del Consiglio per i Diritti Umani 8/PRST/2, adottata all’unanimità nel 2008 e sancita dall’art. 7 del Manuale Operativo delle Procedure Speciali, che impone un obbligo chiaro e vincolante: “Il Presidente del Consiglio per i Diritti Umani trasmetterà al Consiglio le informazioni portate alla sua attenzione… relative a casi di persistente inosservanza del Codice di Condotta da parte di un titolare di mandato”, in particolare prima di riconferme.

Gli esperti di diritto internazionale hanno considerato l’8/PRST/2 uno dei quattro “testi di sviluppo istituzionale” del Consiglio.

Il dispregio di questa regola fondamentale comporta conseguenze.

Come sa, il 26 marzo 2025 United Nations Watch ha formalmente presentato al Presidente del Consiglio un dossier di 56 pagine che documenta le gravi e sistematiche violazioni del Codice da parte della sig.ra Albanese – tra cui violazioni dell’imparzialità, dell’integrità e della moderazione – e la cui ricezione è stata debitamente confermata dall’ufficio del Presidente.

Inoltre, sono state inviate lettere al Presidente da parte dei governi di Argentina, Ungheria e Israele, nonché dal Presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti che esortava il Presidente a esercitare il suo “dovere giurato di utilizzare la [sua] autorità, come asserito nella Dichiarazione Presidenziale 8/2 (PRST/8/2), per ‘trasmettere al Consiglio qualsiasi informazione portata alla [sua] attenzione riguardante casi di persistente inadempienza da parte di un titolare di mandato…’.”

Sorprendentemente il Presidente si è rifiutato di farlo, in violazione dei suoi doveri e della procedura legale prescritta.

Allo stesso modo, il Consiglio ha violato il proprio dovere di “prendere in considerazione tali informazioni” e “agire di conseguenza”.

Poiché le informazioni sulle violazioni ripetute e gravi del Codice di Condotta da parte della sig.ra Albanese avevano attinenza diretta con la questione in esame – ovvero se fosse idonea o meno per la riconferma – la mancata trasmissione di tali osservazioni da parte del Presidente al Consiglio per la sua valutazione e azione ha costituito una violazione materiale dell’8/PRST/2 e del Manuale Operativo delle Procedure Speciali, rendendo così il presunto rinnovo ultra viresnullo e non valido.

Infine, osserviamo che la decisione del Presidente – come riportato nei verbali dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio ONU per i Diritti Umani del giorno 1 aprile 2025 – di dirottare le lettere di reclamo al Comitato di Coordinamento, è stata un flagrante tentativo di aggirare il Consiglio e i suoi Stati membri.

Così facendo, il Presidente – con la complicità dell’Ufficio di Presidenza – non solo ha agito senza autorità legale, ma ha anche pregiudicato l’integrità del Consiglio e il suo dovere di controllo.

Non si è trattato di un errore procedurale: si è trattato di una deliberata e flagrante abdicazione di responsabilità.

Secondo l’8/PRST/2, quando sorgono tali denunce il Presidente deve portare la questione all’attenzione del Consiglio delle 47 nazioni affinché ne prenda atto e agisca. Consegnare le lettere a un Comitato irrilevante – composto dai vostri stessi colleghi – è stata una inadempienza del dovere, priva di effetti legali e nulla ab initio.

Di conseguenza, il mandato della sig.ra Albanese cesserà legalmente il 30 aprile 2025, alla scadenza del suo mandato iniziale, e qualsiasi presunto esercizio di autorità oltre tale data è privo di fondamento o effetto giuridico.

A partire dal giorno 1 maggio, la sig.ra Albanese non avrà alcuna autorità legale per agire a nome delle Nazioni Unite, e non potrà affermare di essere il “Relatore speciale sui territori palestinesi”.

Qualsiasi uso continuato del titolo, della tribuna o dei privilegi associati a tale posizione costituirebbe una falsa dichiarazione e potrebbe dare origine a ulteriori conseguenze legali e diplomatiche.

Si prega di prendere nota che a partire da tale data, la sig.ra Albanese non beneficerà più di alcun privilegio o immunità ai sensi della Convenzione su privilegi e immunità delle Nazioni Unite del 1946, né di alcuna altra fonte di tutela giuridica internazionale riconosciuta ai titolari di mandato che agiscono in veste ufficiale.

In quanto tale, potrebbe essere soggetta a procedimenti legali negli Stati Uniti o in altre giurisdizioni, anche per responsabilità civile o penale, potrebbe vedersi negato l’ingresso o il visto in paesi che riconoscono la sua mancanza di status ufficiale e potrebbe essere soggetta a sanzioni mirate per incitamento al razzismo e all’antisemitismo – per cui è stata recentemente condannata dai governi, tra gli altri, di Stati Uniti, Francia, Germania, Canada e Paesi Bassi – e per aver fornito supporto materiale a organizzazioni designate come terroristiche.

Confidiamo che agirete di conseguenza per preservare l’integrità delle norme fondamentali delle Nazioni Unite.

Distinti saluti
Hillel C. Neuer
Direttore Esecutivo di UN Watch

Copia per conoscenza a:
Segretario di Stato americano Marco Rubio
Ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot
Ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock
Ministro degli Esteri britannico David Lammy
Ministro degli Esteri canadese Mélanie Joly

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