Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/04/2025, a pag. 11, il commento "Ondata d’odio social contro la Segre. La Russa: «Insulti vergognosi»"
Ci risiamo, e d’altronde i cervelli vuoti sono in servizio permamente. La senatrice a vita Liliana Segre è finita di nuovo nell’odio e nell’idiozia dei social. Stavolta a scatenare i soliti cretini è stata la partecipazione, il 25 aprile, alla commemorazione della Liberazione, a Pesaro, città dov’è solita trascorrere i giorni di vacanza e soprattutto dove nel 1948 conobbe il marito Alfredo Belli Paci. «La più nazista di tutte», «Vecchia, il tuo popolo non ti vuole», «Il lavoro rende liberi ma questa è rimasta schiava di Netanyahu» e altre bestialità sono comparse sulla pagina Facebook dell’europarlamentare del Partito democratico, Matteo Ricci (ex sindaco di Pesaro e oggi a Bruxelles), il quale aveva pubblicato una foto che lo ritrae con la Segre. Altri insulti sono arrivati sulla pagina del sindaco, Andrea Biancani, e su quella del Comune. «Si tratta di parole gravi che andrebbero perseguite dalla giustizia», ha commentato il sindaco. «Pesaro è con lei e bene, benissimo, abbiamo fatto a darle la cittadinanza onoraria». Già in passato la senatrice ha presentato denunce per situazioni simili, e la Procura di Milano ha chiuso le indagini su dodici persone, accusate di minacce e diffamazione aggravate da motivi di odio razziale nei suoi confronti. Per altre diciassette, fra cui il filopalestinese Chef Rubio, la Procura ha chiesto l’archiviazione a cui l’avvocato della senatrice si è opposto presentando una tabella con 246 account social contenenti insulti e minacce alla propria assistita. Ora, di fronte ai nuovi insulti, potrebbe adire ancora le vie legali. Una conferma del clima d’odio in rete contro la Segre, che a settembre compirà 95 anni, c’è stata anche in concomitanza con la messa in onda su Rai 3, sabato sera, del documentario sudi lei. Soltanto su Facebook il post con l’annuncio della trasmissione ha avuto quasi 500 commenti, alcuni dai toni belligeranti non soltanto riguardo a Gaza, ma anche per la sua posizione sui vaccini. «La signora Segre è stata indifferente al green pass a due anni di dittatura sanitaria, troppo spesso non vede non sente non parla». E se c’è stato qualcuno che ha commentato «Le voglio bene», o «splendida signora»,, da altri sono stati soltanto insulti alla senatrice, che da anni vive sotto scorta a causa delle minacce. «Sono tantissimi gli odiatori, vigliacchi che non si presentano», aveva constatato a inizio marzo a un incontro al Memoriale della Shoah per un convegno sulle vittime dell’odio, aggiungendo: «Metto una gamba davanti all’altra, non ho paura». Adesso la stupidità di chi si nasconde dietro uno schermo, quasi sempre con nome e foto falsi, ha colpito ancora. Da parte del centro destra è subito arrivata la solidarietà, con in testa il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Nel ribadire con assoluta fermezza la mia totale condanna per qualunque atto di antisemitismo, esprimo solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica alla senatrice Liliana Segre, vittima di vergognosi insulti». Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha commentato: «Solidarietà totale alla senatrice Segre. È fondamentale essere uniti nel contrasto all'odio e nella difesa della memoria e dei valori democratici».
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