Mauro Zanon
Bruno Retailleau intensifica la lotta contro l’islamismo. Il ministro dell’Interno francese, che più volte ha detto di ispirarsi al modello italiano in materia di contrasto all’immigrazione clandestina, è pronto a rendere noto un rapporto esplosivo sulle reti dei Fratelli musulmani in Francia. Che rappresentano, ha detto, «una minaccia che si espande in maniera perniciosa e progressiva» e il cui obiettivo è instaurare «la sharia» su tutto il territorio francese. Ad anticipare i contenuti del rapporto Gouyette-Courtade (dal nome di un ambasciatore e di un prefetto), è stato l’Opinion. Il documento contiene i nomi del vertice dei Fratelli musulmani in Francia, informazioni su fondi e circuiti finanziari, nonché il modus operandi dell’organizzazione attraverso «associazioni sportive e religiose per controllare le moschee». Stando alle informazioni del rapporto, sarebbero 130-140 i luoghi di culto, gli istituti scolastici, i centri culturali e le associazioni affiliati ai Fratelli musulmani.
Tra questi, vengono citati i licei Averroès di Lille e Al Kindi, vicino a Lione, l’Institut Européen des Sciences Humaines di Château-Chinon e soprattutto l’ex Comitato contro l’islamofobia in Francia, che era stato sciolto nel 2020 per estremismo, per poi rinascere in Belgio, dove è tuttora attivo, sotto un altro nome, Collettivo contro l’islamofobia in Europa. Nel rapporto, vengono segnalati i rischi di clientelismo elettorale, in particolare attraverso le liste per le elezioni comunali. L’entrismo dei Fratelli musulmani in Francia viene definito dal ministero dell’Interno come «un’organizzazione e un modus operandi concepiti per far scivolare un’intera società, un intero territorio, verso la sharia».
Il rischio per la «coesione nazionale» è ancora più grande del separatismo salafita. «La matrice dell’islam politico sono i Fratelli musulmani», insiste l’entourage di Retailleau, che descrive una «minaccia di sovversione» da parte di islamisti che «non portano la barba» e «stanno conquistando consensi» in maniera surrettizia «tra i musulmani comuni». «Spetta al modello repubblicano produrre i suoi anticorpi», sottolinea ancora il Ministero, consapevole delle difficoltà che ciò comporta, dal momento che si può sciogliere un’associazione, ma «non si può sciogliere un’ideologia e bisogna passare sotto le forche caudine del Consiglio di Stato». Di certo, con Retailleau all’Interno, la minaccia islamista è presa sul serio.
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