6/2/02 Il novello Ulisse
Il sottotitolo è "Da Beirut a Ramallah, tutti i bunker di Yasser Arafat, un capo braccato da sempre.
Testata:
Data: 05/02/2002
Pagina: 1
Autore: Maurizio Chierici
Titolo: La lunga Odissea (maiuscolo!) di un leader in fuga
Nella sua edizione del 5 febbraio Il Nuovo.it pubblica un articolo di Maurizio Chierici dal titolo

"La lunga Odissea (maiuscolo!) di un leader in fuga".
Il sottotitolo è "Da Beirut a Ramallah, tutti i bunker di Yasser Arafat, un capo braccato da sempre. Era ragazzo quando scappò da Gerusalemme la prima volta. Ora Sharon lo vuole morto. E poi?".

Con accenti lirici e parole slegate, in stile non giornalistico, Chierici traccia il quadro artefatto di un capo infelice, costretto suo malgrado a nascondersi ovunque vada, che non riesce a far prevalere il sogno ambizioso di libertà per il suo popolo.
Vediamo alcuni passaggi:

"Nel bunker, Arafat aspetta,cannoni puntati sull'ultimo rifugio mentre attorno saltano case, fabbriche, aeroporti...Chi resiste nella speranza, ragionando, e poi orribili miliziani senza divisa illusi che il terrorismo possa piegare l' imperforabile Sharon".
Ha passato "una vita sotto tiro", Arafat,sempre nascosto negli ultimi 50 anni. Ha fatto l' ingegnere nel Kuwait "forse il solo posto normale della sua vita"
correndo a tradire alla prima occasione quel Kuwait che lo aveva ospitato, alleandosi con Saddam che lo aveva invaso.
Poi, lo "scontro" con re Hussein in Giordania "provoca la guerra civile di Settembre Nero":
scontro? Aveva tentato di impadronirsi della Giordania sconvolgendone gli equilibri sociali e culturali oltre che politici, e Hussein fece massacrare migliaia di palestinesi dell' OLP per salvare il regno - e ricordiamoci dei palestinesi che fuggirono in Israele per salvarsi la pelle! Poi, il Libano dove
"agenti di tutti i servizi...arrivavano con uno scopo: eliminare l' uomo che coagulava il patriottismo dei profughi".

Stiamo parlando di Arafat? Di quello vero, che in Libano spadroneggiava armi in pugno, corrompeva, ricattava, estorceva, fino a farsi odiare da tutti? Poi ancora,

l'invasione di Sharon", e "la prigione dorata" di Tunisi..."

Infine, a coronamento di questo ritratto, troviamo Arafat che accetta proposte israeliane vecchie ed umilianti, non Arafat che respinge proposte nuove e rivoluzionarie.E che accetta di "moltiplicare i suoi bunker", dove per l' autore bunker è sinonimo di territori amministrati dall' Autorità Palestinese.


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