Morti,morti,morti: tre anni che pesano sul futuro della regione
le crude statistiche di tre anni di intifada, un monito a chi non ferma la violenza del terrore
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Data: 02/09/2003
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: Morti, morti, morti: tre anni che pesano sul futuro della regione
Siamo in un momento cruciale della difficile coesistenza fra lo stato d'Israele ed il futuro stato palestinese, a causa dell'atteggiamento di una parte della dirigenza politica di quest'ultimo che quanto meno tollera il terrorismo.
Forse, a questo punto, può servire da pro-memoria uno schematico riassunto delle vite che si sono bruciate su questo fronte tra il 27 settembre 2000, inizio della seconda intifada voluta da Arafat, ed il 31 agosto scorso. Ci auguriamo che esso possa fungere da deterrente per chi vorrebbe perpetuare il terrorismo, e da monito per chi si ostina a distogliere lo sguardo dalla realtà di una nazione (non uno stato: tutto il popolo) che deve lottare per la propria sopravvivenza fisica.

Totale dei morti palestinesi: 2.384, di cui 111 donne
Totale dei morti israeliani: 820, di cui 257 donne

Non combattenti uccisi dalla parte avversa:
palestinesi 874, di cui 83 donne
israeliani 635, di cui 252 donne

Combattenti uccisi dalla parte avversa:
palestinesi 1.091
israeliani 167

Persone uccise dalla propria parte:
palestinesi 303
israeliani 20

Non combattenti sotto i 12 anni:
palestinesi 68
israeliani 31

Non combattenti maschi di età fra i 12 ed i 29 anni:
palestinesi 476
israeliani 157.

Raccomandiamo ai nostri lettori di valutare con attenzione le proporzioni interne, piuttosto che le cifre in assoluto; in particolare, l'alta presenza di donne e bambini non combattenti fra le vittime israeliane, e la loro esigua presenza fra quelle palestinesi, forniscono un quadro molto chiaro dell'incidenza del terrorismo e della violenza evitabile sui due versanti; inoltre, l'altissimo numero di palestinesi uccisi da altri palestinesi (più del 10% del totale dei morti) segnala l'importanza della giustizia sommaria, dei linciaggi e delle esecuzioni senza processo che colpiscono i palestinesi sospettati di aver collaborato con Israele (sottolineiamo: sospettati) ed hanno lo scopo evidente di terrorizzare la popolazione.