Israele schiavizza i lavoratori stranieri
bufala in stile Unità con l'aiuto di una ong
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Data: 29/08/2003
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Autore: Maura Gualco
Titolo: Federation of Human Right: arrivano in Israele per fare gli «schiavi»
Oggi L'Unità ha riportato un articolo sui lavoratori clandestini in Israele che nulla ha che fare con la realtà lavorativa. Lo riproduciamo integralmente.
Segue il nostro commento.

Israele, gli imprenditori violano sistematicamente i diritti di trecentomila lavoratori immigrati che costituiscono il 13% della forza lavoro. Le loro condizioni in alcuni casi corrispondono a vera e propria "schiavitù" La denuncia lanciata da un’organizzazione umanitaria francese, l’International Federation of Human Right (Fidh) e raccolta dalla Reuters, arriva dopo la missione in Israele della Rete Euro-Mediterranea dei Diritti Umani.
Dal dettagliato rapporto stilato dalla Fidh, emerge come agli immigrati vengano spesso confiscati i passaporti dai loro datori di lavoro e come siano sottoposti al ricatto di perdere il permesso di lavoro nel caso decidessero di cambiare "padrone". «La situazione in Israele è unica - si legge nel rapporto - ed ט dovuta al deliberato uso del lavoro degli immigrati necessario a rimpiazzare i lavoratori palestinesi. E il "business" di reclutare manodopera straniera è molto reddittizio». Ma non è tutto. «I diritti dei lavoratori immigrati è sistematicamente violato in un sistema emerso per colmare il vuoto lasciato dai lavoratori palestinesi a cui viene spesso impedito di entrare in Israele» in virtù delle limitazioni e del quotidiano coprifuoco imposto in varie città dei Territori Occupati. Esistono leggi che proteggono i lavoratori e parte del problema, dicono gli israeliani, è dovuta al fatto che due terzi della manodopera è illegale e non denuncia gli abusi alle autorità per paura dell’espulsione. Impiegati maggiormente nell’edilizia - attivitא nelle colonie molto sviluppata - e nell’agricoltura, gli operai stranieri guadagnano di gran lunga meno dei palestinesi, i quali venivano pagati a loro volta molto meno dei loro colleghi israeliani. Molti stranieri sono, inoltre, obbligati a pagare migliaia di dollari alle agenzie che reclutano lavoratori, per riuscire ad accedere al mercato del lavoro israeliano che sfrutta, in questo modo, la tratta della manodopera. Gli operai che giungono prevalentemente dalla Cina e dalla Romania, si legge anche sul quotidiano israeliano "Haaretz" vivono «in un regime di paura, intimidazione e violenza» e vengonon talvolta picchiati per essere usciti della zona di lavoro senza permesso o per essersi rifiutati di lavorare nel giorno sacro del Sabbath.
Interrogate su tali violazioni, non degne di un paese democratico, le autoritא hanno negato. «Israele ט un paese democratico e rispettoso della legge - ha detto Jonathan Peled, uno dei portavoce del Ministeo degli Esteri - un paese dove tutta la popolazione - cittadini, turisti e lavoratori stranieri - puע godere di tutte le libertא e dei diritti di una democrazia».
In Israele ci sono 300.000 lavoratori stranieri le cui condizioni sono tutelate da una legislazione rigidissima, com multe molto alte per chi tiene dei lavoratori non in regola, con una campagna incessante in tutti i media nei confronti degli imprenditori per impedire proprio questi fenomeni, che purtroppo sono comuni a tutti i paesi occidentali dove c'è l'immigrazione dal terzo mondo.
Ma d'altra parte, una ricerca simile fatta in un paese arabo dove i lavoratori stranieri non vengono tutetelati per niente, secondo la legislazione musulmana e dove parte della popolazione non musulmana (e si noti bene: non lavoratori stranieri!) e' ancora venduta come schiava, non è stata mai effettuata. Come mai? E neanche una parola sul fatto che l'unica esistenza decente con paghe protette da accordi sindacali, è assicurata ai lavoratori palestinesi che lavoravano in Israele.Se oggi il numero dei lavoratori palòestinesi è drasticamente calato ciò è dovuto al conflitto che ha reso pericolosi anche i rapporti di lavoro fra palestinesi e israeliani. Questo spiega il numero dei lavoratori stranieri in Israele di provenienza non palestinese.
Un pessimo articolo dunque, che mira a criminilizzare proprio un paese che è all'avanguardia nel campo della tutela del mondo del lavoro.
Che lo faccia l'Unità non sorprende.

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