La via araba di Al Qaeda
vari percorsi dei terroristi di Bin Laden per andare in Iraq
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Data: 28/08/2003
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: La via araba di Al Qaeda
Nei giorni scorsi un sito arabo ha pubblicato la rivendicazione da parte di Al Qaeda dell'attentato di Baghdad contro l'ONU. Contemporaneamente, i servizi segreti stanno notando un aumento considerevole nel traffico di messaggi elettronici fra la dirigenza della rete terroristica e le centinaia di cellule sparse nel mondo. Oggetto di questi messaggi è la pressante richiesta di mobilitarsi per intervenire attivamente in Iraq.
Vediamo dunque in sintesi quali percorsi seguono i "militanti" o meglio terroristi di Al Qaeda per andare in Iraq.

Percorso nr.1: da est ed in particolare dal Pakistan penetrano in Iran, raggruppandosi nelle città di Zabol e Zahedan; un gruppo proveniente dalla città afgana di Herat si è radunato nella città iraniana di Mashhad.
Le Guardie Rivoluzionarie dell'Iran hanno stabilito passaggi obbligati nei quali vengono accuratamente controllati i documenti di identità di questi terroristi, sotto la sorveglianza di uomini di fiducia del leader di Al Qaeda Abu Mussab al-Zarqawi, che in Iran ha trovato rifugio.
Da qui gli aspiranti terroristi vengono trasportati nel Kurdistan iracheno, dove si uniscono ad Ansar al-Islam, un'organizzazione che già agisce a sud di Baghdad e nel triangolo sunnita di Ramadi, Tikrit, Balad e Falluja. Sono loro che hanno organizzato l'attentato contro l'ambasciata di Giordania, ed i loro 6-800 membri hanno recentemente costituito due nuove unità, denominate Jund al-Allah e al-Usad.

Percorso nr.2: almeno 1.000 terroristi di Al Qaeda sono entrati in Iraq dalla Siria. L'aeroporto internazionale di Damasco è il principale punto di smistamento per chi di loro proviene da Cecenia, Arabia Saudita, Stati del Golfo, Asia Centrale, Kosovo e Bosnia.
In attesa di varcare il confine con l'Iraq questi terroristi vengono ospitati nelle scuole religiose e nei campi di addestramento palestinesi; Hamas, la Jihad Islamica ed il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina - Comando Generale sono a questo scopo finanziati con generosità dal governo iraniano, ma chiedono anche un "rimborso spese" pro capite per i terroristi di Al Qaeda che essi addestrano.
Per quasi dieci anni Saddam aveva inviato ingenti fondi alle tribù ed ai capi religiosi e civili che abitano e dominano le zone di frontiera fra Iraq e Siria allo scopo di ottenere il loro appoggio per questi transiti. Ora sembra che questi fondi provengano dalla Siria, che amministra depositi di denaro iraniani. Da questi territori provengono tutti gli input logistici ed operativi che poi consentono ai terroristi di lanciare attacchi nel cosiddetto triangolo sunnita.

Percorso nr.3: il canale più recente è quello che passa dall'Arabia Saudita all'Iran, e da qui sono passati quasi 2.500 combattenti sauditi di Al Qaeda; alcuni di loro cercano in tal modo di sfuggire alla morsa della polizia saudita che sta dando loro la caccia dopo l'attentato del 12 maggio, altri sono combattenti afgani e pakistani.
Questi terroristi vanno nella regione di Ilan, e da qui alle città irachene di Kut e Baquba.

Percorso nr.4: le medesime tribù sunnite che gestiscono il confine fra Iraq e Siria hanno anche il controllo della via che dalla Siria giunge in Arabia Saudita passando dalla Giordania. Su questo percorso si muovono aderenti di Al Qaeda dell'Arabia Saudita, dello Yemen, e del Sudan.