Testata: Data: 20/05/2002 Pagina: 2 Autore: De Giovannangeli Titolo: La leadership palestinese discute di elezioni
La leadership palestinese discute di elezioni è il titolo di un breve articolo apparso su l’Unità del 20 maggio a pagina 2 nel quale si riporta la notizia che a Ramallah Arafat ha riunito il Comitato del parlamento palestinese incaricato di definire i tempi e le modalità delle elezioni.
Si rilevano alcune omissioni sulle quali è opportuno riflettere.
Scrive De Giovannangeli: "Il giorno del ritorno in azione dei kamikaze è anche il giorno in cui la politica cerca di non abdicare alla logica devastante e sanguinaria delle armi".
Proposito lodevole, peccato che Arafat proprio ieri abbia affermato che la data delle elezioni verrà stabilita solo DOPO che l’esercito israeliano si sarà ritirato dai Territori.
Intanto in Israele si continua a morire!!
Ancora. "Nel caso di elezioni presidenziali è già emerso un primo esponente "anti-Arafat"
Finalmente spunta all’orizzonte un personaggio che ha il coraggio di dissentire dalla linea politica fatta di corruzione dell’attuale leader palestinese, ma il giornalista preferisce non commentare.
Ecco come lo presenta De Giovannangeli:
"Si tratta di Abdel Al-Sattar Qassem, un insegnante dell’Università islamica a Nablus, decisamente critico verso la linea negoziale dell’anziano raiss".
Il giornalista non informa il lettore delle conseguenze subite dal professore per essersi opposto al regime di Arafat forse per non "rovinare" il quadretto di un leader che "nonostante i suoi errori" è intenzionato a procedere sulla strada di riforme democratiche.
Solo i tempi restano oscuri!
Forse interessa ai lettori sapere che il professore in questione, docente di Scienze Politiche, dal 1994 è stato tre volte nelle carceri palestinesi, per un totale di otto mesi solo per avere "criticato" la politica di Yasser Arafat. L’ultima volta, dopo aver scritto un libro di dissenso nei confronti del leader palestinese, è stato in carcere sei mesi a Gerico. Attualmente non ha il permesso di recarsi all’estero.
Se questo è il trattamento riservato agli oppositori del regime, il lavoro per giungere a riforme politiche ed economiche sarà notevole, sempre ammesso che ci sia effettivamente l’intenzione di realizzarle.
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