Rai tre, incitamento all'odio. L'italia sta diventando uno stato canaglia?
Diario di guerra di Deborah Fait
Era dagli anni 70 del secolo scorso che non si vedeva una cosa così abominevole in televisione. Israele dipinto come un paese criminale, nessun contradditorio solamente interviste a palestinesi e a qualche Israeliano facente parte di associazioni pagate per diffamare il proprio paese, tipo Breaking the Silence finanziato dall’UE e dal BDS. Molta attenzione, negativa naturalmente, è stata data ai cosiddetti coloni (solo in Italia li chiamano così) definiti violenti, predatori, odiatori dei palestinesi che invece non fanno niente di male, sono praticamente dei santi, vittime del perfido ebreo. Si, ogni tanto sparano, fanno terrorismo, sgozzano qualche bambina mentre dorme nel suo letto come a Hebron, sgozzano qualche famiglia come a Itamar ma in fondo si tratta di sciocchezze, erano solo ebrei da odiare fino alla morte. La trasmissione è stata tutta, dall’inizio alla fine, un piagnucolamento palestinese, un santificarli, un descriverli tutti poveri e innocenti, maltrattati dagli israeliani, anzi israeliti come sono chiamati in trasmissione. Israeliani significa abitanti di Israele, israeliti significa, in termine obsoleto, ebrei. E allora cosa c’è di meglio di togliere loro anche la nazionalità? Un vero colpaccio da maestro, ma un maestro ignorante e infido. Complimenti! Iacona ha avuto addirittura la spudoratezza di chiamare il dopo Oslo “uno straordinario periodo di pace” accennando solo di striscio all’ondata di terrorismo palestinese che portò all’assassinio di Rabin descritto nei minimi particolari. Durante tutta la durata della trasmissione non c’è stata una sola parola di condanna a Hamas, nessun accenno al 7 ottobre e all’inferno in cui è piombato Israele. Non hanno proferito verbo sui palestinesi di Gaza e dell’ANP che urlavano di gioia e si ingozzavano di dolci in onore dello sterminio fatto in 27 villaggi israeliani. Né ai lazzi e agli sberleffi, ai calci e pizzicotti con cui i gazawi hanno accolto i 350 ostaggi sanguinanti, trascinati come bestie. Hanno intervistato a lungo però i poveri palestinesi senza casa a causa dei bombardamenti israeliani, senza cibo dicendo che Israele non permette loro di arrivare ai camion. Hanno fatto anche vedere i buchi delle pallottole sui Tir degli aiuti senza però dire che era Hamas che sparava sulla propria gente. Chi seguiva il programma cosa capiva? Che a sparare era Israele. Nemmeno una parola sul divieto di Hamas alla popolazione di rifugiarsi nei tunnel, riservati soltanto agli affiliati dell’organizzazione terroristica. Dei 7000 missili lanciati contro Israele il 7 ottobre, in poche ore, e degli altri 7000/8000 lanciati nei giorni successivi contro le città israeliane, a caso, dove cadevano, cadevano, nemmeno una parola. I 700 chilometri di tunnel costruiti sotto tutta la Striscia, una vera rete di città sotterranee, enormi, sono passati in cavalleria come le armi e i missili nascosti sotto tutti gli ospedali, le scuole, le case private, persino sotto i letti dei bambini.
Ciliegina sulla torta è stata l’intervista a Francesca Albanese che, sempre parlando di “territori palestinesi occupati” ha presentato il suo libro “J’accuse”. Indovinate chi accusa l’antisemita per eccellenza? Israele, il mostro, Israele che occupa territori altrui. Perché? Come si fa a definire la Giudea e la Samaria, territori occupati? Perchè mai quelle terre, ebraiche da sempre, devono essere considerate palestinesi dal momento che non lo sono mai state e che mai è esistito un territorio o uno stato palestinese?
Una qualsiasi persona digiuna di storia e attualità, alla fine di questa trasmissione si sarà ritrovata a odiare Israele senza avere il minimo dubbio. Questo si chiama incitamento all’odio e, dal momento che in Italia ce n’è fin troppo, io accuso la Rai, pagata con il canone dei cittadini, di istigare alla violenza contro gli ebrei e contro Israele. Questo è il mio “J’accuse”, altro che quella fasullo della Albanese.
Deborah Fait