Quale Road Map?
dopo l'attentato all'autobus numero 14 a Gerusalemme
Testata:
Data: 12/06/2003
Pagina: 1
Autore: Giorgia Greco
Titolo: Quale Road Map?
Un'immagine scolpita nella mente: Abu Mazen e Sharon che si stringono
la mano ad Aqaba con a fianco un Bush sorridente.
Molte speranze, poche certezze, ma un certo cauto ottimismo, è
innegabile, aveva cominciato a pervadere coloro che negli ultimi anni
avevano assistito alla terribile escalation di terrorismo palestinese
con la sua scia di sangue israeliano innocente.

Un'altra immagine scolpita nella mente: un autobus sventrato,
dilaniato dalle fiamme, pezzi di corpi sparsi per la Via Jaffa,
l'angoscia dei sopravissuti, le grida dei feriti, lo strazio dei
familiari, i soccorritori che cercano di strappare alla morte qualche
ferito.
Quante volte abbiamo visto queste scene? Troppe sicuramente ma quello
che è accaduto ieri nella affollatissima via Jaffa è molto più grave
perché è come se un gigantesco masso fosse caduto su una strada che
si cercava di asfaltare e di rendere più agevole, è come se un
terremoto avesse aperto una voragine nel terreno ed ora il pericolo
più grande è di cadere dentro quella voragine e non uscirne più.

Due giorni fa Israele aveva cercato di eliminare uno dei leader di
Hamas, Abdel Aziz Rantisi, e c'è chi vuole vedere in questa nuova
strage una risposta all'azione israeliana.
E' un grave errore su cui l'opinione pubblica internazionale deve
riflettere.

Questo atroce fatto di sangue che, oltre a 16 morti ha provocato 120
feriti, non è la risposta a nulla, è la volontà di Hamas
continuamente dichiarata di lottare contro i "sionisti invasori" ,
una lotta che trova la sua migliore espressione nello sterminio di
vittime innocenti.
Il terrorismo non può e non deve trovare alcuna giustificazione, le
lacrime di coccodrillo non servono più.
Da ogni parte si sente dire che Abu Mazen deve essere aiutato
affinché la sua posizione nel mondo politico palestinese si rafforzi
ma prima di tutto è il nuovo leader palestinese che deve "aiutarsi"
usando il pugno di ferro contro i terroristi, nemici della pace e del
popolo palestinese.

E mentre l'opinione pubblica si scaglia contro Sharon perché ha
cercato di eliminare un pericoloso terrorista, nessuno ricorda che i
primi passi verso la realizzazione della Road Map vengono proprio dal
primo ministro israeliano, quel generale che aveva vinto le elezioni
promettendo di difendere le colonie ed invece in questi giorni,
seguendo le direttive del piano di pace, ha cominciato a
"smantellare" i primi insediamenti illegali.
Dunque se è giusto aiutare Abu Mazen , è altrettanto doveroso non
lasciare solo Sharon a raccogliere i corpi straziati dei suoi figli.

Quale sarà l'esito della Road Map?
Sharon ce la sta mettendo tutta, Abu Mazen ci sta provando per uscire
dal tunnel della violenza.
Nessuno però in questo momento può prevedere cosa accadrà nelle
prossime settimane. Quello che è certo è che il terrore deve finire
ora, immediatamente, senza se e senza ma ed è su questo punto che non
ci possono essere concessioni né giustificazioni di sorta, pena il
deragliamento definitivo della Road Map.