La protesta palestinese
De Giovannangeli se ne accorge, ne scrive ma alla fine parla d'altro
Testata:
Data: 22/05/2003
Pagina: 12
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Palestinesi in piazza contro Hamas
Seppur con un giorno di ritardo, il giornalista riporta correttamente la notizia che a Beit Hanun un gruppo di palestinesi ha pubblicamente protestato contro Hamas.
Il giornalista tuttavia, durante tutto l’articolo, pone in continuazione l’accento sul fatto che le incursioni israeliane provocano dei danni gravissimi all’agricoltura e alle infrastrutture palestinesi.
De Giovannangeli si premura di riportare alcune affermazioni dei palestinesi insorti, comeOgni volta che Hamas spara i razzi, i carri armati israeliani entrano nel nostro villaggio e provocano distruzioni gravissime.
I bulldozer israeliani hanno spianato e distrutto ogni tipo di vegetazione su circa 1200 ettari di terra. Hanno distrutto migliaia di alberi di limone e 15 abitazioni civili
Non riporta tuttavia anche altre dichiarazioni dei palestinesi, assai significative
Quotidiani stranieri riportano ad esempio l’affermazioneI membri dei gruppi terroristici si definiscono eroi. Ma ci hanno portato soltanto distruzione e ci hanno fatto diventare senza tetto. Hanno usato le nostre fattorie, le nostre case e i nostri bambini come scudi per nascondersi
De Giovannangeli confonde il suo lettore ponendo volutamente l’accento sulle "devastazioni israeliane", dimenticandosi invece di sottolineare che la protesta a Beit Hanun aveva un altro significato, unico e ben specifico: una denuncia contro Hamas che sfrutta le proprietà e le vite della povera gente palestinese per mettere a segno i propri attacchi contro obiettivi israeliani (provocando, come se non bastasse, legittime reazioni israeliane di difesa che, purtroppo, inevitabilmente concorrono a peggiorare ulteriormente la già precaria situazione di questi onesti palestinesi).
Dunque non una protesta contro Israele, ma una protesta contro la vigliaccheria e la spregiudicatezza delle organizzazioni terroristiche palestinesi, colpevoli oltre che del sangue israeliano, anche della sofferenza e della povertà dello stesso popolo a cui dichiarano di voler donare la "libertà".
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