Israele immaginario
ma è così che lo vede il nostalgico di Arafat
Testata:
Data: 17/05/2003
Pagina: 6
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Lascia Erekat. Bufera nel governo Abu Mazen
L’avevamo già notato: De Giovannangeli ama ancora Arafat, Abu Mazen non potrà mai sostituirlo. Ed è alla luce di questa verità inconfutabile che il giornalista si cimenta a raccontare le ennesime sgomitate che si sono consumate all’interno del neo governo palestinese.

Tuttavia quello che a noi interessa sottolinerare è come il giornalista si ritrovi ancora una volta a parlare impropriamente di Israele e del governo israeliano.

Ad esempio, perchè secondo voi Sharon ha accosentito ad incontrare Abu Mazen?

Il premier appare molto interessato ad incontrarsi con Abu Mazen anche perché ciò dovrebbe rappresentare un buon biglietto da visita politico in vista dell’incontro del 20 maggio con il presidente Usa
A Sharon non interessa la Pace, vuole solo poter dire al suo Compagnone americano "sono stato bravo, ho pure acconsentito ad incontrare quel palestinese"

Tuttavia i Palestinesi non sono ottimisti riguardo all’incontro con quel cinico di Sharon



Da parte palestinese non si nasconde di avere aspettative "molto basse" per l’incontro di oggi e si sottolinea a questo proposito che le pesanti incursioni militari nei Territori non rafforzano certo la posizione di Abu Mazen



Le missioni militari israeliane (volte a stanare ed arrestare terroristi, rinvenire depositi di armi ed esplosivo, ecc) indeboliscono Abu Mazen. E’ colpa di Israele se Abu Mazen fallirà. E’ colpa di Israele se i Palestinesi non riescono a costruire una parvenza di democrazia.




"Rifiutandosi di applicare la Road Map del quartetto, Sharon fa il gioco degli estremisti palestinesi e rende ancora più ostico il cammino delle riforme" dice all’Unità Ziad Abu Amr, ministro della Cultura, esponente dell’ala riformatrice dell’Anp.




Se De Giovannangeli avesse fatto qualche commento a questa dichiarazione, magari avrebbe potuto obiettare che Sharon non si è affatto rifiutato di accogliere la Road Map. La Road Map è un’ opportunità di dialogo che Israele accoglie seriamente ma anche con scettico realismo (viste le brutte esperienze del passato e la situazione drammatica del presente).

Inoltre Sharon non fa il gioco dei terroristi, Sharon mette in atto delle misure volte a preservare il proprio popolo in vita. Se i palestinesi non riescono ancora a modernizzare e democraticizzare il proprio sistema non è certo colpa degli israeliani.

Aggiungiamo infine che questo ministro interpellato, seppur "esponente dell’ala riformatrice" non ha fatto altro che emettere l’ennesima giustificazione al terrorismo. "Sharon ha detto No e allora non si deve lamentare se i terroristi colpiscono", questo ha affermato. E se questo è un esponente dell’ala riformatrice, non ci meravigliamo se le riforme abbiano un cammino "ostico".




Ma la pace non è un bene commerciato nella martoriata Terra Santa. Anche ieri sono proseguite le operazioni militari nel nord della Striscia di Gaza, dove nelle ultime ventiquattr’ore sono stati uccisi cinque palestinesi.




La Pace magari No ma la disinformazione di L’Unità è un bene assai commerciato e non solo nella Terra Santa. Il giornalista si guarda bene dal spiegarci perchè l’esercito si trovava là. Avrebbe dovuto, ad esempio, spiegare che dei terroristi bombardavano quotidianamente con dei razzi una cittadina ebraica , piena di inermi civili, e che i soldati sono andati a distruggere le basi di lancio di questi razzi omicidi.

Ancora, il giornalista si guarda bene dal dirci che tre dei cinque palestinesi uccisi erano feroci terroristi.




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