De Giovannangeli e la "sua" Road Map
Proprio non ce la fa a capire come sia difficile vivere con il terrorismo come vicino di casa
Testata:
Data: 15/05/2003
Pagina: 12
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Road Map, molto più di una pace fredda
Leggiamo a pagina 1 di L’Unità «Road Map. Quella strada che non piace ai falchi» di Umberto De Giovannangeli, segue a pagina 12. Lo leggiamo e ci chiediamo se veramente abbiamo la forza di sfogliare il giornale fino in fondo.

Alla fine giungiamo a pagina 12 e la sorpresa è grande.

Ci pare che De Giovannangeli, oltre ovviamente ad incolpare Sharon di tutti i mali del mondo ( e non ha nemmeno voluto incontrare Solana, che vergogna), stia cominciando a prendere di mira pure Abu Mazen. Increduli? Ebbene, pare che il giornalista si sia sforzato per qualche giorno ma alla fine ha ceduto: Abu Mazen non è Arafat (nonostante le tristi somiglianze...)

Tormentata missione in Medio Oriente di Colin Powell, iniziata con i paralizzanti distinguo di Ariel Sharon e Mahmud Abbas (Abu Mazen)
Anche Abu Mazen ha fatto "paralizzanti distinguo"? Ma non era Sharon ad aver detto "No"? De Giovannangeli proprio non ce la fa a beatificare e santificare Abu Mazen come faceva con Arafat, non c’è verso.
Il concetto di reciprocità che permea il "tracciato" confligge con le resistenze dei 2 falchi dei due campi
Abu Mazen addirittura "un falco".
De Giovannangeli ama ancora Arafat. Abu Mazen non lo potrà mai sostituire.

Ripresi dallo stupore vediamo che il giornalista si cimenta ad illustrare, a suo modo, le tappe che costituiscono la Road Map: affastella qualche obbligo per i palestinesi e poi si scatena su ciò che Israele dovrà fare, oltre alle tante oscenità dette dal giornalista, Israele dovrà inoltre promuovere

La fine della deportazione
Quale deportazione?
La fine degli attacchi che possano mettere in pericolo i civili
Civili palestinesi, ovviamente. Quelli israeliani possono pure continuare a saltare in aria poiché i terroristi continueranno a nascondersi tra quei civili palestinesi che Israele non dovrà più mettere in pericolo
Confisca e demolizione degli edifici palestinesi
Premesso che Israele ha sempre e solo colpito covi logistici dei terroristi, si potrebbero costruire anche dei graziosi complessi di villette a schiera ad uso dei terroristi, tanto per fare contento il giornalista
Israele dovrà ritirarsi da tutte le terre occupate dopo il 28 settembre 2000


La fine dell’occupazione Israeliana cominciata nel 1967

Ma già che ci siamo, visto che si tratta di terre "Occupate" (su cui quindi Israele non può avanzare nessun diritto), si potrebbe proporre la fine dell’ occupazione israeliana cominciata nel 1948... e l’occupazione ebraica cominciata circa duemila anni fa? Pure quella si potrebbe far terminare.
Ma siamo certi che il giornalista stia citando correttamente gli articoli della Road Map?

Road Map che per lui è

Molto più di una pace fredda, blindata. E’ il volto di un nuovo Medio Oriente senza più barriere. Una sfida epocale.
Israele e gli israeliani lo sognano molto più di De Giovannangeli. Ma purtroppo non è con i sogni che ci si difende da chi ti vuole massacrare.
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