Gli insediamenti sono un ostacolo alla pace? Parte 1
Analisi di David Elber
L’annoso conflitto tra arabi ed israeliani è stato, nel corso degli  anni, talmente deformato, travisato e distorto da mass media, politici e  sedicenti esperti che anche il lessico comune ha subito una autentica  alterazione. Si pensi ad esempio al comunissimo termine “insediamenti”.  Questo è il significato che ne riporta la Treccani: “In  antropogeografia, termine generico con il quale si indicano tutte le  possibili forme di abitazione umana, dal semplice riparo alla grande  città moderna, che ne è l’espressione più complessa: i. temporaneo,  utilizzato occasionalmente o temporaneamente, frequente presso i popoli  raccoglitori, cacciatori o pastori nomadi; i. permanente, proprio dei  popoli stabili, dediti all’agricoltura, a occupazioni industriali, ecc.;  con riferimento alla distribuzione: i. sparso; i. accentrato rurale; i.  accentrato urbano; o all’epoca storica: i. preistorico, i. magnogreco.”  
Se al termine generico “insediamenti” ci aggiungiamo l’aggettivo  “ebraici” si entra immediatamente in una sorta di “leggenda nera” che  evoca sopraffazione, ingiustizia, colonialismo e persino apartheid. Ma  prima di addentrarci nella questione specifica degli “insediamenti  ebraici” proviamo a capire se queste “possibili forme di abitazione  umana” come li definisce la Treccani, sono, o sono stati, degli ostacoli  per raggiungere un accordo di pace tra nazioni o popolazioni in guerra e  soprattutto come la comunità internazionale si è comportata davanti a  questo “ostacolo”. Perché è così che sono definiti, nel caso del  conflitto arabo-israeliano, dalla UE, dagli USA e dall’ONU. Questa  visione delle cose ha avuto il suo suggello con la Risoluzione 2334 del  Consiglio di Sicurezza del dicembre 2016. Per prima cosa si cercherà di  capire se gli “insediamenti” possono essere in contrasto con il diritto  internazionale e come la comunità internazionale si è sempre comportata  difronte a degli insediamenti in territori occupati, contesi o  altrimenti disciplinati. Per sgomberare ogni dubbio iniziale possiamo  subito affermare che nel diritto internazionale non esiste il termine  “insediamenti”, cioè non c’è un trattato o una convenzione  internazionale che riporti questo termine. Di conseguenza non possono  essere illegali. Cosa dice, invece, la consuetudine internazionale, come  prova di una pratica generale accettata come diritto, che è l’altra  fonte riconosciuta del diritto internazionale? Vediamone sinteticamente  solo i casi principali. 
Insediamenti francesi nella regione della Saar durante  l’occupazione francese: 1947-1956. Non sono mai stati considerati  illegali dalla comunità internazionale. Neanche il trasferimento di  abitanti francesi è mai stato considerato illegale. Sia gli insediamenti  che la popolazione residente non è mai stata considerata un ostacolo  alle trattative di pace con la Germania. Mai è stata fatta alcuna  richiesta di allontanamento della popolazione o abbattimento degli  insediamenti. 
Insediamenti americani a Berlino Ovest durante l’occupazione  americana. Berlino Ovest è stata occupata dagli USA, insieme a Francia e  Gran Bretagna, fino al 1990. Questi insediamenti non sono mai stati  considerati illegali dalla comunità internazionale. Neanche il  trasferimento di abitanti americani è mai stato considerato illegale.  Sia gli insediamenti che la popolazione residente non è mai stata  considerata un ostacolo alle trattative di pace con la Germania. Mai è  stata fatta alcuna richiesta di allontanamento della popolazione o di  abbattimento degli insediamenti. 
Insediamenti vietnamiti in Cambogia. Parte della Cambogia è  stata occupata dal Vietnam dal 1979 al 1989. Essi non sono mai stato  considerati illegali dalla comunità internazionale. Neanche il  trasferimento di abitanti vietnamiti è mai stato considerato illegale.  Sia gli insediamenti che la popolazione residente non è mai stata  considerata un ostacolo alle trattative di pace con la Cambogia. Mai è  stata fatta alcuna richiesta di allontanamento della popolazione o  abbattimento degli insediamenti. 
Insediamenti indonesiani a Timor Est. L’Indonesia occupò  Timor Est dal 1975 al 1999. Essi non sono mai considerati illegali dalla  comunità internazionale. Neanche il trasferimento di abitanti  indonesiani (giavanesi) è mai stato considerato illegale. Sia gli  insediamenti che la popolazione residente non è mai stata considerata un  ostacolo alle trattative di pace con Timor Est. Mai è stata fatta  alcuna richiesta di allontanamento della popolazione o di abbattimento  degli insediamenti. 
Insediamenti marocchini nel Sahara Occidentale. Il Marocco  occupa il Sahara Occidentale dal 1976. Essi non sono mai considerati  illegali dalla comunità internazionale. Neanche il trasferimento di  abitanti marocchini è mai stato considerato illegale. Sia gli  insediamenti che la popolazione residente non è mai stata considerata un  ostacolo alle trattative di pace con il Fronte del Polisario. Mai è  stata fatta alcuna richiesta di allontanamento della popolazione o  abbattimento degli insediamenti. 
Insediamenti turchi sull’isola di Cipro. La Turchia occupa  parte dell’isola di Cipro dal 1974. L’occupazione turca è considerata  illegale. Però gli insediamenti non sono considerati illegali dalla  comunità internazionale. Neanche il trasferimento di abitanti turchi è  mai stato considerato illegale. Sia gli insediamenti che la popolazione  residente non è mai stata considerata un ostacolo alle trattative di  pace con Cipro. Mai è stata fatta alcuna richiesta di allontanamento  della popolazione o abbattimento degli insediamenti. Anzi la UE ne  finanzia regolarmente la costruzione tramite infrastrutture con un  preciso piano economico: “The European aid for Turkish in North Cyprus”.  
Insediamenti russi in Crimea. La Russia occupa la Crimea dal  2014. L’occupazione russa è considerata illegale. Però gli insediamenti  non sono considerati illegali dalla comunità internazionale. Neanche il  trasferimento di abitanti russi è mai stato considerato illegale. Sia  gli insediamenti che la popolazione residente non è mai stata  considerata un ostacolo alle eventuali trattative di pace con l’Ucraina.  Mai è stata fatta alcuna richiesta di allontanamento della popolazione o  abbattimento degli insediamenti. Nel 2020 un giudice del Tribunale  Penale ha aperto una formale investigazione per crimini di guerra, nei  confronti della Russia, con la relativa lista dei crimini da  investigare. In questa lista dei crimini di guerra non c’era, però,  quello relativo ai coloni o agli insediamenti russi. Nel 2022 la  Federazione russa ha invaso l’Ucraina e nella regione del Donbass sta  cambiando la composizione etnica della popolazione, vedremo quando la  guerra finirà quael sarà l’atteggiamento della comunità internazionale. 
Insediamenti giordani in Giudea e Samaria (West Bank). La  Giordania occupò Giudea e Samaria dal 1948 al 1967. L’occupazione  giordana fu considerata illegale. Però gli insediamenti non vennero  considerati illegali dalla comunità internazionale. Neanche il  trasferimento di abitanti giordani è mai stato considerato illegale. Sia  gli insediamenti che la popolazione residente non è mai stata  considerata un ostacolo alle eventuali trattative di pace con Israele.  Mai è stata fatta alcuna richiesta di allontanamento della popolazione o  abbattimento degli insediamenti. Giordania e Israele hanno firmato un  accordo di pace nel 1994. Gli abitanti arabi non sono mai stati rimossi.  
Numerosi altri casi si sono verificati in Africa, Caucaso e Asia.  Ma la Comunità Internazionale non ha mai dichiarato illegale la  creazione di insediamenti o il trasferimento di abitanti. Per tutte le  ragioni elencate è chiaro che per il diritto internazionale gli  “insediamenti” non sono illegali e neppure il trasferimento non coatto  della popolazione. Nella seconda parte ci addentreremo più nel dettaglio  della falsa accusa ad Israele di costruzione di insediamenti illegali.