I delfini sionisti, gli alberi proibiti e la stupidità umana
Commento di Deborah Fait
La stupidità non dovrebbe meravigliarci più di tanto in questo  nostro povero mondo soprattutto quando riguarda quella parte di umanità  che in più di 60 anni non è riuscita a creare, a organizzare, a evolvere  una pur minima qualità di vita e benessere bensì distruzione,  schiavitù, disprezzo per la vita e adorazione per la morte. Sto parlando  di Hamas, l'organizzazione terrorista che governa e occupa Gaza e che  ha annunciato che gruppi di delfini sionisti e assassini sono stati  mandati ad assalire e a spiare i commandos di uomini rana  lungo la  spiaggia di Gaza. Gli articoli che ne parlano non dicono se i delfini in  questione siano stati "arrestati", mi auguro di no perché si sa che gli  arabi non sono amanti degli animali e il pensiero che quei mammiferi  meravigliosi e intelligenti siano stati catturati da mani assassine mi  fa star male. Anni fa erano sotto accusa gli squali che, addestrati e  guidati da Israele, secondo l'arabo pensiero, attaccavano i turisti a  Sharm El Sheik per distruggere il turismo egiziano, poi è stato il turno  di alcuni tipi di uccelli, aquile, corvi. 
Nel 2011 i sauditi e nel 2013 i turchi hanno "arrestato" dei  volatili sospettati di fare la spia per Israele. Gli uccelli sono stati  "scarcerati"(almeno spero) dopo aver scoperto, attraverso i raggi X, che  erano completamente innocenti e privi di qualsiasi equipaggiamento tra  le loro piume. Insomma, secondo la fervida fantasia araba, l'esercito di  Israele e il Mossad hanno un intero zoo di animali che addestrano per  andare a spiare e ad ammazzare sti poveri palestinesi di Gaza. Un  comandante della brigata dei commando (leggi terroristi) navali di  Hamas, Abu Hamza, ha dichiarato "Esistono i delfini killer sionisti che  Israele manda per ammazzare i nostri soldati (leggi ancora: terroristi),  abbiamo visto che indossavano dispositivi speciali". Del resto che dire  di quel palestinese che ha dichiarato tutto serio che "Dio protegge  Israele perché distrugge i nostri   missili prima che cadano sul suo  territorio", probabilmente l'intelligentone non aveva mai sentito  parlare dell'Iron Dome e lo aveva scambiato per una divinità amica dei  sionisti. È inutile dilungarsi oltre sulla stupidità di gente che da più  di un secolo rompe le scatole, sa organizzare solo morte e terrorismo,  chiede soldi a tutto il mondo e, cosa ancor più grave, tutto il mondo  glieli da. Più stupidi degli stupidi, i paesi occidentali finanziano con  miliardi di dollari l'unico pseudo popolo nullafacente del pianeta.   Dal mare e dai poveri delfini passiamo al deserto e agli alberi, dal  tragicomico a quello che più di ogni altra cosa rappresenta i  palestinesi: la distruzione della natura, quindi la tragedia vera. Dove  passano loro là si vedono macerie e sabbia, Gaza è ancora come dopo i  bombardamenti, nemmeno una casa è stata ricostruita dopo l'ultima guerra  di maggio. In Israele, dopo più di 4000 missili caduti su case e  palazzi facendo purtroppo anche undici vittime, non ha più nemmeno un  sasso fuori posto, tutto è stato sistemato, ogni costruzione bombardata è  stata ricostruita in men che non si dica. A Gaza sembra che i  bombardamenti di Israele in risposta ai missili, siano avvenuti ieri.  Dove sono finiti i milioni di dollari dell'Occidente? Una domanda che  faccio da anni e che resta senza risposta perché ai donatori europei e  all'ONU non interessa niente la fine dei soldi delle nostre tasse, per  loro la cosa più importante è arricchire i conti in banca dei vari  capoccia palestinesi. Dunque, veniamo ai fatti. 
Il KKL, Keren Kayemet LeYsrael, l'organizzazione fondata nel 1901,  che amministra la Terra di Israele, occupandosi di foreste, del verde,  della natura, che ha piantato 240 milioni di alberi, dato vita a più di  1000 parchi e sviluppato più di 250.000 acri di terra, questo KKL,  dicevo, ha deciso di piantare alcuni alberi in una zona disabitata del  deserto del Neghev. Non l'avesse mai fatto! I beduini sono letteralmente  saltati per aria, Ra'am, il partito arabo facente parte del governo di  Israele, ha urlato che mai e poi mai degli alberi dovranno deturpare la  sabbia, che la terra è dei beduini e che i beduini non vogliono vedere  nemmeno una foglia verde quando alla mattina si alzano per andare a  mungere i cammelli. Il KKL, imperterrito e forte della legge che lo  permetteva, ha piantato i suoi alberi e la rivolta ha avuto inizio.  Mercoledì, dopo un accordo tra il governo e i leader beduini, quindi in  modo assolutamente legale, gli alberi sono stati messi a dimora e  giovedì 2000 beduini inferociti hanno occupato e chiuso un'autostrada e  hanno distrutto le piantagioni sradicando le piante e dando fuoco a  tutto (ehilà, voi del WWF, state dormendo?). Naturalmente i palestinesi  di Abu Mazen vanno a nozze nel vedere che anche i beduini, finora  considerati da loro dei traditori perché servono nell'esercito di  Israele e sono per lo più cittadini tranquilli, si ribellano finalmente  all'"occupante sionista del Neghev". Abu Mazen, il solito angelo della  pace, li incita a organizzare un'intifada contro l'occupante della terra  araba che, piantando alberi, commette un crimine. Le fazioni  palestinesi parlano degli arabi israeliani e beduini come se fossero  tutti "palestinesi" Il ministro degli esteri dell'AP ha dichiarato:" Il  crimine dell'occupazione nel Neghev porterà alla guerra… questo è la  continuazione dell'intento di Israele di distruggere generazioni di  palestinesi e costringerli a emigrare per rimpiazzarli con i "coloni""  Il Fronte di Liberazione Palestinese chiede ai beduini di dare  "un'eroica risposta" a questo "crimine" e li invita a rifiutarsi di fare  il servizio militare nell'IDF. Maher Mezher, membro del FPLP: "Noi  chiediamo alle masse del nostro popolo di mobilitarsi e partecipare alla  rabbiosa rivolta nei villaggi e nelle città del Neghev "occupato".  Questi crimini sono la continuazione della "giudeizzazione" che i  sionisti stanno organizzando a Gerusalemme e nel West Bank (Giudea e  Samaria), in aggiunta all'assedio di Gaza" e ancora " Quello che avviene  nel Neghev è un crimine contro il nostro popolo. Il nemico sionista sta  commettendo il crimine di pulizia etnica e tenta di imporre le regole  sioniste sulla terra palestinese. Riuniamo il popolo palestinese!" Tutto  questo per due alberi. È un peccato perché i beduini non si sono mai  considerati palestinesi, anzi per lo più li hanno odiati perché trattati  da loro sempre con crudeltà e schiavizzati. È un peccato perché questo  nostro popolo del deserto è fedele a Israele, i giovani fanno il  servizio militare, Israele organizza da sempre suola bus che fanno il  giro dei villaggi e accampamenti per portare i bambini a studiare e  negli anni recenti anche le ragazze hanno incominciato a frequentare le  università. Rahat, la capitale beduina del Neghev, la più grande città  beduina del mondo, si trova vicino a Beer Sheva quindi è socialmente e  economicamente sviluppata. 
Vi sono organizzazioni di donne che lavorano, che hanno aperto  negozi di stoffe tessute a mano, vestiti, e ristoranti di cucina etnica,  diventando imprenditrici e rendendosi così autonome dal potere  maschile. Gruppi di donne frequentano i corsi di studio al College Amal  di Beer Sheva per avere la preparazione adeguata al lavoro autonomo e a  iniziative commerciali.  Moltissimi beduini, ragazzi e ragazze, studiano  all'Università Ben Gurion di Beer Sheva e a Rahat, all'interno del Idan  haNegev Industrial Park, che dà lavoro e benessere a migliaia di  famiglie, è stato costruito il primo campus universitario beduino.  Andava tutto bene, quindi, e,  nonostante vi siano ancora molte  tradizioni patriarcali e arcaiche all'interno di quella società, i  giovani se ne stanno lentamente liberando per vivere all'israeliana e  far parte del nostro mondo. Vogliono studiare, fare il soldato e  divertirsi e, chi tra loro deciderà di rispettare e ritornare alle  origini, lo farà con un bagaglio culturale adatto ai tempi. Peccato che  la violenza e l'inettitudine dei palestinesi stiano soffiando il vento  di odio nell' animo di questi nostri connazionali con i quali, a parte  qualche rara testa calda che non manca mai, vivevamo in armonia. Israele  si fidava di loro tanto che il capo della sicurezza della Midreshet  BenGurion ( sede distaccata dell' Università omonima e adiacente al  Kibbuz Sde Boker di David Ben Gurion) è, per tradizione, un beduino.  Adesso, per pochi alberi che avrebbero solo abbellito quella zona di  deserto e che non facevano male a nessuno, tutto questo sta andando in  malora. La domanda è "quando i palestinesi la finiranno di odiare e si  decideranno a collaborare con Israele per rendere questa parte del Medio  oriente la più civile e sviluppata di questa zona fragile di mondo? La  risposta non dà nessuna speranza anche perché ai loro amici occidentali  fa comodo così, proteggono la loro violenza, soffiano altro odio sul  loro odio e giustificano la loro inettitudine incolpando di tutto  Israele. Più facile di così!

Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"