Dopo la strage nel kibbutz, pronti ad ascoltare le solite insensatezze ma non a sopportarle ulteriormente.
Testata: Data: 13/11/2002 Pagina: 1 Autore: Barbara Mella Titolo: E NON VENITECI A PARLARE DI SPIRALI
Le abbiamo sentite tutte, in questi due anni e passa di guerra: "ciclo dell'odio", "spirale di violenza", "opposti razzismi", "negazione reciproca", "sangue chiama sangue", perfino un osceno e agghiacciante "occhio per occhio, dente per dente, bambino per bambino". Che cosa ci verranno a raccontare questa volta? Che cosa si inventeranno per trovare una giustificazione all'assassinio a sangue freddo di due bambini nel loro lettino, della loro giovane mamma intenta a leggere le fiabe prima della nanna? Come spiegheranno lo stupro di un kibbuz interamente dedito alla pace e alla convivenza, abitato da gente pronta a dare la propria terra (israeliana!) ai vicini arabi per non lasciarli impoveriti dalla costruzione del muro di difesa? Con quale "occupazione" tenteranno di turlupinare coscienze che forse non chiedono altro che di essere turlupinate? E che cosa diranno, quando arriverà la doverosa risposta israeliana? Che questa nuova violenza dell'esercito invasore provocherà inevitabilmente una risposta da parte degli esasperati palestinesi? A quale violenza rispondeva questo nuovo efferato crimine? A quale invasione? A quale occupazione? A quale imperialismo? A quale espansionismo? A quale arroganza? Dietro quale maschera si nasconderà, questa volta, l'eterna ipocrisia che spaccia il proprio odio antiebraico per amore per il popolo palestinese oppresso? E riuscirà, questo infame assassinio, a provocare un sussulto a qualche coscienza? Ne dubitiamo: le coscienze ancora capaci di sussultare, quelle dei disinformati in buona fede, si sono svegliate già da un pezzo. Le altre no: le altre si sono munite di solide corazze, impenetrabili a ogni evento, impenetrabili a ogni crimine, impenetrabili a ogni massacro, per efferato che sia. E dunque siamo pronti: siamo pronti ad ascoltare le solite insensatezze, le solite giustificazioni, le solite ipocrisie, le solite falsità. Che già abbiamo cominciato a leggere: notizie manipolate, omissioni strategiche, i soliti sottili distinguo. Ma per favore, almeno per una volta, non parlateci di spirale di violenza, quella, almeno, risparmiatecela: anche la nostra capacità di sopportazione ha un limite.