L'annunciata serie televisiva dei "Protocolli dei Savi di Sion" (ne abbiamo scritto anche noi di IC nei giorni scorsi) non sarà trasmessa soltanto dalla televisione egiziana in 40 puntate, ma verrà diffusa anche da 22 stazioni del mondo arabo, come informa Itamar Marcus del Palestinian Media Watch (il suo link è presente fra quelli da noi segnalati). Il fatto,già gravissimo, non si ferma dunque ai confini dell'Egitto,ma si allarga a tutto il mondo arabo. Quello che fu uno degli strumenti cardine della propaganda zarista contro gli ebrei, non solo vive e vegeta tuttora nel mondo arabo, ma si diffonde con una accresciuta importanza. Dalle dimensioni del libro, che da sempre fa bella mostra di sè in tutte le librerie di tutti i paesi arabi (ed esposto con quale evidenza!)godrà da oggi in avanti dei favori che deriveranno dal mezzo televisivo. Ma in Europa lo sguardo strabico continua a fissare Israele. Nessuno che si chieda responsabilmente come si nutrono le radici dell'odio antiebraico e, quindi, anti-israeliano. Israele si ritrova solo a combattere violenza e terrore senza che gli altri paesi democratici si siano ancora resi conto della terribile guerra psicologica che quotidianamente lo Stato ebraico deve affrontare. L'episodio, pur gravissimo, della propaganda antisemita delle televisioni arabe,ci induce a riflettere ancora una volta di quanto aiuto debba essere portato verso chi difende la libertà contro quelli che ogni giorno la negano e la mistificano. Aiutare Israele è difendere la libertà di tutti.