Per legittima difesa
La legittima difesa esiste per tutti ma non per l'esercito israeliano
Testata: Televideo
Data: 31/10/2002
Pagina: 154
Autore: un giornalista
Titolo: Esplosione a Gaza, morti tre palestinesi
Televideo scrive:
"Tre palestinesi sono rimasti uccisi e altri 15 feriti nell'esplosione di una abitazione a Gaza. La polizia ritiene che lo scoppio sia stato provocato da un ordigno che i palestinesi stavano preparando".
Si fa prima a dire, che alcuni terroristi hanno perso la vita in un "incidente sul lavoro". Senza intoppi, l'ordigno sarebbe stato preparato e qualche attentato sarebbe stato consumato.
"La deflagrazione ha avuto luogo nella casa di un fratello di Wael Nassar, leader del gruppo integralista islamico Hamas".
Forse non era proprio una "brava persona", sicuramente non un moderato.
"I servizi israeliani ritenevano l'edificio un deposito di armi".
E avevano ragione.
"Un altro palestinese è stato ucciso in Cisgiordania. Aveva sparato contro un militare che ha risposto al fuoco".
Allora se l'è proprio cercata. E il militare, cosa doveva fare? Si è trattato di legittima difesa.

"L'uomo era un militante delle Brigate dei maritiri di al Aqsa".
Si parla sempre di " militanti", anche quando è chiaro che si tratta di terroristi. Le brigate Al Aqsa inneggiano all'intifada e non condannano i kamikaze. Quanto al fatto di essere martiri, bisognerebbe chiarire loro le idee: i maritiri sono quelli che sacrificano la loro vita per un ideale, mentre quelli che si fanno saltare in aria uccidendo altre persone, sono assassini.
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