La giustizia palestinese
Condannato a morte un ex attivista per i diritti umani colpevole di aver collaborato con Israele: ecco com'è la giustizia palestinese
Testata: Televideo
Data: 29/10/2002
Pagina: 181
Autore: un giornalista
Titolo: A morte "collaborazionista" palestinese
Televideo scrive:
"Un tribunale palestinese, dopo un regolare processo durato un giorno, ha condannato a morte un ex attivista per i diritti umani riconosciuto colpevole di aver fornito a Israele informazioni che hanno portato all'uccisione di militanti palestinesi".
Per condannare a morte una persona, è necessario un proceso serio, che approfondisca tutti gli aspetti, e che dia il tempo di vagliare attentatmente le prove a carico. Sicuramente è necessario più di un giorno. Se poi, la persona in questione si è sempre battuta per i diritti umani, è ancora più difficile e lungo.
Per i traditori, la pena più comune è il carcere a vita. In ogni caso, le informazioni che l'imputato passava al nemico, concernevano dei terroristi, chiamati qui col solito eufemismo di "militanti".

"Dopo il suo arresto, lo stesso Khaider Ghanemi dichiarò che aveva collaborato con i servizi iseraeliani fin dal '96."
Si tratta di reo confesso.
"Per diventare esecutiva la sentenza deve essere approvata dal Presidente Arafat".
Lui..speriamo che se la cavi... Non dimentichiamoci che, sarebbe alquanto singolare per un Premio Nobel per la Pace, firmare la condanna a morte di un uomo.
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