Un articolo non proprio corretto.
Cronaca dell' attentato presso Ariel dove 4 riservisti hanno perso la vita: riappare la solita faziosità di De Giovannangeli
Testata:
Data: 28/10/2002
Pagina: 6
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Attentato in Cisgiordania: muoiono tre riservisti.
La prima parte dell’articolo è una cronaca abbastanza corretta dell’attentato avvenuto domenica 27 ottobre nei pressi di Ariel un popoloso insediamento ebraico nel nord della Cisgiordania e che ha provocato 4 morti e numerosi feriti.
Ci limitiamo a commentare l’ultima parte dell’articolo nella quale riappare la solita faziosità del giornalista.
"A Nablus uomini di un’unità speciale di Tsahal, in abiti civili, entrano in azione nella casbah di Nablus contro miliziani palestinesi dell’Intifada."
Meglio sarebbe definirli "terroristi" palestinesi."Sul terreno restano i corpi senza vita di Ahmed Jawad Allah, attivista della Jihad islamica e di Allah Muflah e Ayad al-Kutub appartenenti al Tanzim, la milizia di Al-Fatah"
Vorremmo far notare al lettore di I.C. come i tre soldati israeliani fatti a pezzi dal kamikaze ad Ariel non hanno nome, età e di loro non si sa assolutamente nulla.
Dei terroristi palestinesi invece L’Unità è sempre perfettamente informata sulle loro generalità e sulla loro "professione".
Sarà un caso?
"Altri quattro palestinesi sono feriti insieme a due soldati israeliani. Si è trattato di uno scontro a fuoco nel corso di un’operazione antiterrorismo – afferma un portavoce militare di Tel Aviv.
E’ stata un’esecuzione a freddo – ribattono fonti palestinesi."
Il giornalista non commenta ma al di là che ci sembra quanto meno improbabile che soldati israeliani entrino nella casbah di Nablus e ammazzino così tanto per ammazzare civili innocenti, sarebbe altresì interessante sapere quali sono le "fonti palestinesi" alle quali fa appello il giornalista in ogni suo articolo.
Lasciamo all’intelligenza del lettore rendersi conto della veridicità dell’una o dell’altra versione.
"E la lunga scia di sangue si allunga a Jenin dove, secondo testimonianze palestinesi, un ragazzo di 15 anni Ahmed Abu Ghali, sarebbe stato ucciso da un cecchino israeliano davanti alla sua abitazione a Jenin, città sottoposta ad un rigido coprifuoco."
Se la città è sotto coprifuoco non potrebbe essere che il giovane l’abbia violato, uscendo quando non era consentito?
E trattandosi di una zona di guerra, come in tutte le zone di guerra, i militari sparano.
"Le prime ombre della sera calano su un paese, Israele, che si scopre, nonostante la sua potenza militare"
e per fortuna che c’è questa potenza militare altrimenti sarebbe già stato spazzato via"insicuro di fronte agli attacchi degli uomini bomba."
Più che insicuro, incredulo dopo due anni di violenze, incapace di capire perché chi dovrebbe usare la mano ferma contro il terrorismo, Yasser Arafat, non solo non fa nulla ma addirittura lo finanzia.
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