la sinistra e il mondo cattolico uniti contro Israele
Intervista a padre Ibrahim: la pietà cristiana è infinita con tutti ,ma non con gli israeliani
Testata:
Data: 22/10/2002
Pagina: 9
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Autobomba contro bus fa strage in Israele
L’articolo è una cronaca abbastanza corretta del gravissimo attentato avvenuto ieri su un autobus della linea Egged in servizio fra Kiriat Shmona e Tel Aviv. Il bilancio è agghiacciante: 14 morti al momento e più di 40 feriti.
Vorremmo tuttavia sottolineare come l’Unità a differenza di quasi tutti i quotidiani italiani non riporta in prima pagina neppure una fotografia del terribile massacro.
All’interno appare solo una fotografia che ritrae alcuni soccorritori.
Dall’analisi dell’articolo emerge inoltre una sostanziale differenza rispetto alle cronache sulle azioni militari dell’esercito israeliano che provocano vittime fra civili: i toni in questo articolo sono pacati, non si leggono le parole "crimini contro l’umanità" (di cui abbondano invece gli articoli citati in precedenza), carneficina o altro.
Evidentemente uccidere – per una disgraziata eventualità e solo perché i palestinesi si fanno scudo dei civili – è un crimine contro l’umanità, sterminare a sangue freddo facendo a brandelli giovani soldati, donne e bambini - ovviamente no!
Infine riportiamo un punto dell’articolo che il giornalista avrebbe potuto commentare.
"Qualche ora dopo, la polizia ricostruisce nei dettagli l’attentato: un fuoristrada, o comunque un auto a quattro ruote motrici proveniente dalla zona di Jenin entra sulla statale 65 dopo aver attraversato i campi. A bordo due terroristi. Giunti alla piazzola dove sostava l’autobus della compagnia Egged, l’autobomba si affianca al bus interurbano dalla parte del serbatoio "per provocare più danni" spiegano gli inquirenti."
Ed in questa drammatica frase – che De Giovannangeli non commenta – vi è tutta la differenza fra un popolo, quello israeliano, che – quando uccide è per sbaglio e per legittima difesa – ed un popolo, quello palestinese, che stermina con la precisa determinazione di farlo e con l’intenzione criminale di "fare quanti più morti possibile".
Sempre nella stessa pagina vorremmo commentare un’intervista a dir poco allucinanate, di Toni Fontana a padre Ibrahim, priore della Basilica della natività di Betlemme.
Il titolo, "I kamikaze danneggiano la causa palestinese" è un piccolo assaggio della faziosità contenuta nelle parole del sacerdote.
Sebbene i lettori di I.C. conoscano - dalle analisi del settimanale Famiglia Cristiana - l’atteggiamento di parte, smaccatamente filo-palestinese della Chiesa cattolica questa intervista raggiunge un livello di faziosità inaudito.
"Padre Ibrahim Faltas, priore della Basilica della Natività di Betlemme, cammina assorto nella hall del Teatro Novelli di Rimini, sta ripassando gli appunti che gli serviranno tra pochi minuti quando parlerà al convegno internazionale promosso dal centro Pio Manzù.
Rievocherà le lunghe giornate dell’assedio,"
quando gli "amici palestinesi" – terroristi armati fino ai denti - tenevano in ostaggio i frati (alcuni dei quali poi derubati di tutti i loro averi!)"la trattativa con i militari.
Padre Ibrahim che cosa dirà a questa platea di giovani?
Racconterò loro le sofferenze di tanta gente, il dolore della popolazione della Terra Santa."
Di quale "dolore" e di quale sofferenza" sta parlando è evidente perché infatti prosegue:"Non c’è lavoro,"
anche gli israeliani sono senza lavoro, grazie ai kamikaze"non possono uscire dalle città"
gli israeliani invece non possono uscire dalle loro case perché altrimenti vengono fatti a brandelli"dove è stato imposto il coprifuoco"
per tentare di fermare i terroristi che fanno stragi nelle strade israeliane (solo nell’ultima settimana sono stati sventati otto attentati)"la situazione sta diventando giorno dopo giorno più drammatica."
Anche per gli israeliani e certamente non per colpa loro."Due popoli due stati. Esiste ancora una prospettiva di pace oppure dobbiamo rassegnarci?
Non si può rinunciare alla speranza."
Lo vada a dire alle famiglie delle donne, dei bambini, degli adolescenti fatti a pezzi!Degli ultimi stanno ancora raccogliendo i brandelli di carne."Nel futuro ci saranno due stati, palestinesi ed israeliani sono obbligati a vivere assieme, non vi sono alternative."
Per Arafat c’è sempre un’alternativa: il terrorismo."Non si può sopportare la violenza"
Palestinese"Vivere nell’odio"
Palestinese"Si può ritornare al tavolo del negoziato"
E allora,padre Ibrahim, perché non dice due paroline all’orecchio di Arafat, sempre così benevolmente accolto da cardinali e vescovi??"Come direttore della scuola di Betlemme sto tenendo alcune lezioni sulla convivenza fra le tre religioni, cristiana, mussulmana ed ebraica. I bambini hanno fatto disegni bellissimi e ciò dimostra che la convivenza è possibile."
Anche se i genitori palestinesi vestono i bimbetti di due anni con le cinture di esplosivo e con la bandana in testa?
"Anche se nelle scuole le maestre chiedendo ai bambini cosa vorrebbero fare da grandi si sentono rispondere lo sahid, cioè il terrorista che fa stragi?"
Anche se per tutta la giornata i bambini palestinesi, anziché cartoni animati vedono immagini inneggianti all’odio antisraeliano?
ecco qual è la prima vera preoccupazione del priore
"non servono a nessuno, provocano solo la morte di persone innocenti."
Neppure una parola di pietà per le vittime degli attentati, neppure una parola di comprensione per le famiglie rimaste senza i propri cari.
"L’Italia ospita alcuni tra i palestinesi che si erano rifugiati nella Basilica della Natività"
Asserragliati, armati fino ai denti
"Lei ha qualche notizia su di loro?"
Il giornalista non chiede se ha visitato gli ospedali israeliani dove le vittime degli attentati lottano per la vita , con il corpo mutilato, fatto a pezzi, bruciato dal fuoco degli esplosivi. No, la preoccupazione del giornalista è per i terroristi palestinesi che l’Italia ospita.
"Non so nulla. In questi giorni voglio informarmi su come stanno"
Senza dubbio meglio di chi ha il corpo devastato dalle ferite provocate dai kamikaze palestinesi
"Mi è stato detto recentemente che stanno bene, resterò in Italia una settimana e mi informerò."
La pietà cristiana è infinita, non conosce limiti.
A senso unico, però!
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