Resoconto di un’operazione militare
Cronaca del raid israeliano a Gaza: omissioni e falsità
Testata:
Data: 08/10/2002
Pagina: 15
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sanguinoso raid nella roccaforte di Hamas
Ci sono diversi modi per riportare un fatto di cronaca: il giornalista può essere obiettivo, fazioso, equilibrato o di parte. De Giovannangeli è sempre fazioso e di parte.
Come è già accaduto in passato anche questa volta il quotidiano, riferendo l’ episodio che ha visto coinvolto l’esercito israeliano in un’azione militare diretta alla distruzione di una roccaforte di Hamas e che ha provocato vittime fra i civili palestinesi, si lancia in una delle sue attività preferite: la drammatizzazione ad effetto dell’evento.

Riportiamo i passaggi salienti dell’articolo


"La Striscia si tinge di sangue. Il massacro di Khan Yunis ha inizio alle 01:45"
E De Giovannangeli era lì a vedere
"Quando più di 40 tra carri armati e mezzi blindati e unità di fanteria della brigata Givati"
con il buio è addirittura riuscito a contarli!
"Appoggiati da elicotteri da combattimento Apache penetrano nella vicina colonia di Ganei Tal nel rione di Amal, alla periferia ovest di Khan Yunis, considerato una roccaforte di Hamas. Da uno degli Apache viene sparato un razzo contro un edificio nei pressi della moschea Al-Khatiba"
Così tanto per passare il tempo!
"Nella loro avanzata i soldati di Tsahal incontrano un’accanita resistenza dei miliziani integralisti e i combattimenti proseguono fino all’alba."
Mai e poi mai usare la parola terrorista!
"Ma il peggio deve ancora avvenire."
La drammatizzazione continua.
"L’inferno si scatena alle 04:30 locali. Dopo oltre due ore di rastrellamenti, che – secondo il portavoce militare israeliano – hanno portato alla neutralizzazione di una borsa con proiettili di mortaio ed alla cattura di un palestinese con un ordigno esplosivo, i carri armati con la stella di Davide cominciano a ripiegare.

Ma è proprio a questo punto che si consuma la strage di fronte alla moschea di Al Katiba, dove una parte dei tank stava ripiegando dal centro di Khan Yunis. All’improvviso – racconta un abitante della zona – da un elicottero che volteggiava sopra le nostre teste è stato sparato un razzo contro la folla, che è esploso in aria prima di colpire il terreno e ha provocato una carneficina."

Massacro, strage, carneficina, raid sanguinoso, il lessico del giornalista è monotono e ripetitivo quando stigmatizza l’operato dell’esercito israeliano.

Silenzio assoluto invece sulle cause che hanno portato l’esercito ad intervenire nella Striscia di Gaza e cioè che da settimane missili Kassam venivano sparati contro le comunità di Gush Katif a Gaza sottoposte fra l’altro a ripetuti attacchi con proiettili di mortaio.

E sempre silenzio assoluto sulla feroce resistenza incontrata dai soldati israeliani mentre si stavano ritirando dalla Striscia di Gaza; fra i palestinesi che affollavano le strade non c’erano solo dei civili ma anche terroristi armati fino ai denti che sparavano e tiravano granate addosso ai soldati. Che poi i palestinesi usino i loro bambini da scudi umani è ormai risaputo.

Ma il giornalista non riferisce nulla di tutto questo.

Con buona pace della correttezza giornalistica!

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