Innocenza violata
Amnesty International: un paragone sbagliato tra i bambini palestinesi ed israeliani uccisi
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Data: 01/10/2002
Pagina: 1
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: La terra cosparsa di piccoli morti.
L'articolo è un’analisi solo in apparenza equidistante ed imparziale sul rapporto diffuso da Amnesty International "Uccidendo il futuro: i bambini nel mirino". Il rapporto evidenzia il modo in cui i bambini palestinesi ed israeliani sono morti in questi ultimi due anni di Intifada.

L’attenzione del giornalista, tuttavia, si concentra principalmente sui bimbi palestinesi.

"Mentre Amnesty presentava il rapporto, nel campo profughi di Balata durante scontri con i soldati israeliani, un bambino palestinese di 11 anni è ucciso da un proiettile che lo raggiunge alla testa. Bambini nel mirino. I numeri innanzitutto. Agghiacciante. Oltre 250 bambini palestinesi e 72 israeliani sono stati uccisi in Israele e nei Territori occupati negli ultimi 23 mesi.

Sia le Forze di difesa israeliane che i gruppi armati palestinesi mostrano una indifferenza assoluta per la loro vita ed in generale per quella della popolazione civile, denuncia Amnesty International, secondo la quale deve essere ristabilito il rispetto per la vita umana."

Al solito si gioca con i numeri senza che un commento consenta al lettore di capire le motivazioni che stanno dietro alla differenza di quelle cifre.

Ma, elemento ancor più grave, è il parallelo subdolo fra la presunta "indifferenza" dell’esercito israeliano e la noncuranza assoluta con cui i terroristi palestinesi pur di raggiungere i loro scopi scelgono scientemente di farsi esplodere in mezzo ai civili più indifesi e innocenti.

"Per quanto riguarda i bambini palestinesi, nella maggior parte dei casi sono stati uccisi nei Territori occupati quando i soldati delle Idf hanno risposto alle manifestazioni e ai lanci di pietra con un "uso illegale ed eccessivo" – sottolinea il rapporto di Amnesty – della forza letale."
Durante le manifestazioni – è opportuno ricordarlo – i soldati non rispondevano solo ai lanci di pietra ma ai miliziani armati fino ai denti che facendosi scudo della popolazione civile (fra cui molti bimbi) dietro la quale vigliaccamente si nascondevano sparavano addosso ai soldati israelliani.

Questo è davvero "illegale" e mostruoso.

"Diversi bambini palestinesi sono inoltre morti dopo che erano stati fermati ai posti di blocco israeliani ed era stato ritardato il loro transito verso gli ospedali."
Perché? Per pura cattiveria dei soldati israeliani o forse perché esisteva il pericolo concreto che kamikaze palestinesi potessero infiltrarsi in territorio israeliano e far saltare in aria altri bimbi (questa volta israeliani?).

E’ soltanto nelle ultime due brevi colonne che De Giovanangeli si sofferma sui bambini israeliani morti.

"Ce n’è abbastanza di ragioni e scuse inaccettabili rileva Amnesty International, secondo cui sia il governo di Israele che l’Autorità palestinese devono agire con celerità e fermezza per indagare sull’uccisione di ogni bambino ed assicurare che tutti i responsabili di questi crimini siano consegnati alla giustizia."
Un commento che sarebbe stato opportuno leggere ma che il lettore non troverà scritto attiene alla sostanziale differenza di quelle morti: da una parte un esercito che si deve difendere da un terrorismo disumano ed i bimbi palestinesi colpiti sono una tragica fatalità per la quale l’esercito porge le sue scuse ed avvia indagini che consentano di capire le dinamiche di quegli episodi, dall’altra vi sono kamikaze che colpiscono VOLONTARIAMENTE bimbi innocenti della cui morte sono fieri, orgogliosi ed ogni bimbo in più che muore è un’occasione per festeggiare e ballare per le strade.

La differenza sta tutta qui e non è di poco conto!

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