Testata: Data: 14/09/2002 Pagina: 16 Autore: un giornalista Titolo: Israele si divide sul pentimento di Fini
Su l’Unità di sabato 14 settembre per illustrare l’articolo viene scelta una immagine che non c’entra assolutamente nulla con quanto è contenuto nell’articolo, il quale riporta le valutazioni provenienti dal mondo politico israeliano, sia di destra che di sinistra, in merito alle dichiarazioni di Fini al quotidiano israeliano Ha’aretz.Infatti proprio su un giornale della sinistra israeliana, Fini ha espresso la sua intenzione di chiedere scusa per quel passato che così profondamente ha segnato e spesso distrutto la vita di molti ebrei italiani.Ebbene la fotografia che illustra l’articolo non riporta l’immagine di Fini o di Pazner o di Sternhell o di Zuroff, personaggi appartenenti al mondo della politica o della cultura israeliani citati nell’articolo, il che sarebbe del tutto logico.Nulla di tutto questo.La fotografia rappresenta un soldato israeliano con in mano un martello che si avvicina alla porta di un’abitazione. La didascalia recita: "Un soldato israeliano mentre sfonda una porta a Hebron." A parte il fatto che il soldato non ha ancora neppure "sfiorato" la porta, ma in quale contesto è stata presa quell’immagine? Si conosce il luogo – Hebron - ma non il momento, e neppure la circostanza che avrebbe potuto contestualizzare quella immagine.E quindi viene spontaneo chiedersi: cosa c’entra questa foto con l’articolo sulla richiesta di perdono per le leggi razziali? Nulla, assolutamente nulla.Ancora una volta ci troviamo di fronte al tentativo di manipolare l’informazione e di focalizzare/orientare l’attenzione del lettore – anche quando gli articoli trattano questioni non strettamente connesse al conflitto – sulla "brutalità e la violenza dei soldati israeliani" che sfondano porte a colpi di martello e naturalmente senza motivo.E’ un modo molto scorretto di fare giornalismo tanto più che alcuni giorni fa il sito Israele.net ha pubblicato la fotografia di un soldato israeliano che, sorridendo, si china verso una bimbetta palestinese, allunga una mano, forse con una caramella, e la offre alla bambina, la quale a sua volta stende la manina verso il soldato.E’ una foto dolcissima che sfata il mito del "cattivo israeliano" che opprime e brutalizza il popolo palestinese, restituendo una immagine di tenerezza e umanità che i media italiani fanno a gara per nascondere.Una domanda si impone: Come mai queste fotografie non trovano mai spazio su l’Unità e neppure su altri quotidiani italiani? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare le proprie opinioni alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita. lettere@unità.it