E’ tutta colpa di Trump, naturalmente 15/10/2019
			Commento di Michelle Mazel
			
								Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel								
			
		 
		
						E’ tutta colpa di Trump, naturalmente  
Commento di Michelle Mazel 

Donald Trump, Benjamin Netanyahu 
La  macchina da guerra turca ha invaso la Siria settentrionale per  schiacciare i curdi e, ovviamente, è tutta colpa del Presidente  americano. Su questo punto la stampa occidentale è unanime. Così Le  Figaro dell'11 ottobre: “Giovedì 10 ottobre 2019 sarà ricordato nella  storia per il tradimento più abominevole commesso dagli Stati Uniti.  Abbandonando i curdi, hanno appena dato prova di una slealtà che i loro  alleati naturali in altre parti del mondo troveranno sicuramente  premonitrice”. Le Monde rincara lo stesso giorno: “Il via libera dato di fatto dagli  Stati Uniti all’operazione turca - annunciando il ritiro dei soldati  americani di stanza sul lato siriano del confine - è stato percepito dai  curdi come un tradimento”. E la stampa schernisce la replica di Donald  Trump, secondo cui i curdi non erano al fianco dell'America durante la  Seconda Guerra Mondiale e non hanno aiutato lo sbarco in Normandia. È  anche l’occasione per delle persone ben intenzionate di avvertire  Israele: l'alleato su cui conta potrebbe rivelarsi una canna al vento su  cui non si può fare affidamento. Curiosamente i commentatori non si chiedono perché c'erano truppe  americane in questa parte del mondo. Tuttavia, un rapido controllo ai  libri di storia recente o su Internet avrebbe insegnato loro che  l'America del Presidente Obama nel 2014 aveva assunto la guida di  un'ampia coalizione per combattere l'allora Stato islamico all’apice  della sua espansione e del suo potere. Una coalizione che raggruppava i  principali eserciti europei, l’Australia, il Canada, l’Arabia Saudita,  la Giordania, il Qatar, il Bahrain e gli Emirati Arabi Uniti. Solo che  tutta questa brava gente ha  lasciato agli americani di fornire la  maggior parte delle forze, una grande quantità di armamenti e un  sostegno finanziario incondizionato. E tutti sono stati felici di  trovare un forte alleato nella comunità curda della Siria. In effetti,  sono stati i combattenti curdi, inquadrati e armati da istruttori  americani, ad aver affrontato la maggior parte degli scontri di terra,  mentre gli europei si sono limitati alla copertura aerea. Il problema,  ovviamente, è che i valorosi soldati curdi hanno avuto troppo successo.  Nel gennaio del 2019, la coalizione aveva annunciato il suo ritiro dalla  Siria. Solo gli americani, avviata la rimozione delle loro  attrezzature, lasciarono sul posto istruttori e piccole unità d'élite.  Oggi sono loro ad essere incolpati. Ma  a proposito, e la responsabilità  dei turchi? I Paesi europei fanno a gara a condannare, sventolando lo  spettro di misure di ritorsione di cui il Presidente Erdogan  si fa  beffe in diretta televisiva, proclamano un embargo sulle armi - un po’  in ritardo - e non sono in grado di far passare una risoluzione al  Consiglio di Sicurezza.   Non sono stati proprio loro a tradire per  primi? Gli obiettivi della Turchia in questa zona di confine erano noti  da molto tempo. Il Presidente Trump, scottato dalla mancanza di  entusiasmo dei suoi “alleati”europei quando si trattava di affrontare le  provocazioni dell'Iran nello Stretto di Hormuz, ne ha tratto la logica  conclusione. 
Michelle Mazel scrittrice  israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il  marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del  Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de  Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume  della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".