L’Iran o le derive della ragione 01/10/2019
			Commento di Michelle Mazel
			
								Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel								
			
		 
		
						L’Iran o le derive della ragione 
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione diYehudit Weisz)
 

 
L'Assemblea  generale delle Nazioni Unite si terrà quest'anno all’insegna della  tensione nel Golfo Persico. Lo scorso 14 settembre, un devastante  attacco alle installazioni petrolifere dell'Arabia Saudita ha causato  danni considerevoli, con perturbazioni, per fortuna temporanee, del  prezzo dell’oro nero. Sebbene gli Houthi yemeniti, armati e finanziati  dall'Iran, abbiano rivendicato la propria responsabilità, i sospetti si  sono rapidamente rigirati sul Paese degli Ayatollah. L' Arabia Saudita è  stato il primo ad accusarlo; quanto agli europei, loro hanno espresso  dei dubbi considerando che i sauditi facevano parte della coalizione  contro i ribelli Houthi e che dunque, secondo loro, potevano avere dei  buoni motivi per attaccarli. Quando anche gli Stati Uniti hanno accusato  l'Iran, gli europei hanno evocato l'ossessione del Presidente americano  per quel Paese. Toccò poi a Boris Johnson puntare il dito contro  Teheran; questa volta i media hanno spiegato che stava recitando per  compiacere il suo alleato americano di cui aveva molto bisogno in quel  momento. Improvvisamente, alle Nazioni Unite si abbatté un fulmine a ciel sereno,  come riporta  Le Monde il 24 settembre: "Emmanuel Macron, Angela Merkel  e Boris Johnson hanno dichiarato: ‘ Per noi é evidente che la  responsabilità di questo attacco è dell’Iran. Non c'è altra spiegazione  plausibile’ ”,  hanno detto ….. “ Così Francia e Germania si allineano  all'Arabia Saudita e agli Stati Uniti, che avevano già accusato l'Iran  di essere dietro l'attacco”. Inoltre, secondo Le Monde , "gli  occidentali accusano Teheran di avere mire egemoniche sulla regione,  tramite il dispiegamento di milizie sul posto, lungo un arco che dal  Libano arriva all'Iraq, passando per la Siria”. “Teheran, afferma il  quotidiano, si difende, assicurando di voler garantire soprattutto la  propria sicurezza contro i vicini e i rivali del Golfo.” Il giornale non dirà niente di più. Questo encomiabile tentativo di  obiettività, rimandando alle dichiarazioni delle parti, non risponde a  una domanda scottante: che cosa ha potuto convincere la Francia e la  Germania della colpevolezza degli Ayatollah? Perché sicuramente non è a  cuor leggero che hanno rischiato di offendere un regime nei confronti  del quale hanno tutti i riguardi.  Possiamo avanzare l’ipotesi che gli  Stati Uniti, che hanno basi aeree di ultima generazione in Qatar e  Bahrein, con sistemi di rilevamento ultra-sofisticati, per non parlare  di alcuni satelliti spia che vagano nei cieli del Medio Oriente, siano  stati in grado di presentare prove inconfutabili. Emmanuel Macron e  Angela Merkel hanno dovuto arrendersi all’evidenza. Tuttavia, se sono  pronti a incolpare l'Iran per l'attacco, non si spingono fino alla  condanna di quel Paese; non hanno neppure osato chiedere a Rouhani il  riconoscimento delle sue azioni, prima di qualsiasi incontro o dialogo  con lui.  Al contrario, il Presidente francese ha avuto una lunga  conversazione con Rouhani e ne prevede altre nell’ambito della sua  politica di allentamento delle tensioni nella regione. Pertanto, un attacco di violenza inaudita alle infrastrutture vitali di  un Paese membro delle Nazioni Unite rimarrà senza risposta. Secondo il  Figaro del 24 settembre, "il Presidente Rouhani ha affermato che l'Iran  presenterà alle Nazioni Unite un piano di cooperazione regionale per  garantire la sicurezza delle acque del Golfo". Scommettiamo che avrà  diritto alla tradizionale "standing ovation"? 
Michelle Mazel scrittrice   israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il   marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del   Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de   Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume   della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".