Solo in Medio Oriente…l’attentato di Kfar Azoun 09/09/2019
			Commento di Michelle Mazel
			
								Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel								
			
		 
		
						Solo in Medio Oriente…l’attentato di Kfar Azoun 
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)

Kfar Azoun 
È  successo la settimana scorsa. Un buon padre di famiglia  israeliano, che vive a Beersheva, decide di andare dal dentista con suo  figlio di 17 anni. Piccolo dettaglio: il dentista è arabo ed vive in  Cisgiordania. Più precisamente nella zona "B" posta, secondo gli accordi  di Oslo, sotto regime misto, ovvero amministrata dall'Autorità  Palestinese ma sotto il controllo di sicurezza israeliano. Gli  israeliani non sono incoraggiati ad andarci ma non è proibito. Le cure  odontoiatriche in Israele sono costose e talvolta è grande la tentazione  di andare a farsi curare dall'altra parte, dove puoi trovare  professionisti eccellenti. Questo è quel che è successo quel sabato.  Padre e figlio arrivano nel villaggio di Kfar Azoun. Se lo hanno scelto,  è perché il dentista, che ha studiato in URSS, parla il russo come  loro; parte della sua clientela d’altronde proviene da israeliani  originari di quella che allora era l'Unione Sovietica. Terminata la  visita, si dirigono verso la loro auto, quando un adolescente arabo si  ferma davanti a loro e chiede se sono ebrei. Rispondono affermativamente  e il giovane si lancia su di loro con un grosso coltello. Il padre è  ferito alla mano; caduto a terra, suo figlio riceverà non meno di sei  coltellate alla schiena. Attratto dai rumori, il dentista scende  precipitosamente, si intromette e chiama l’ambulanza, mentre presta le  prime cure al giovane che è gravemente ferito. "Gli ho salvato la vita",  dirà in seguito. Le forze dell’ordine e l’ambulanza arrivano,  trasportano i due israeliani all'ospedale Meir di Kfar Saba, situato non  lontano da lì. Intanto il ragazzo col coltello è scappato per  rifugiarsi presso gli uffici dell'Autorità Palestinese nella speranza  che non lo consegnino alla giustizia israeliana. Il dentista afferma che  intende andare a visitare i suoi pazienti ricoverati e che ha solo  fatto il suo dovere. Questa non è l'opinione di tutti. Riceve minacce di  morte mentre i social network arabi si scatenano contro "il traditore  che ha salvato dei coloni.” E che non si dica loro che Beersheva non è  esattamente una "colonia". Nel loro intimo, i palestinesi considerano  tutti gli israeliani dei coloni. Inoltre, non hanno mancato di  ricordarsi  che, chiamando le vittime degli attacchi “coloni”, avrebbero  neutralizzato le critiche dei media occidentali, che non possono così  trovare nulla da eccepire nell’uccisione di uomini, donne e bambini ,  compresi i neonati, quando vengono, a torto o a ragione, etichettati  come “coloni.”  Ma siamo in Medio Oriente e questa storia non sarebbe  completa senza alcuni dettagli sorprendenti sul coraggioso dentista che  dichiara tranquillamente di non avere paura. Non solo è membro di Fatah –  elemento dominante dell'Organizzazione per la Liberazione della  Palestina - ma ha trascorso quattro anni nelle carceri israeliane  proprio per le sue attività all’interno del movimento. 
Michelle Mazel scrittrice    israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il    marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del    Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de    Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume    della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".