La Svezia che non vede Israele
Le attitudini del Premio Nobel per la letteratura
Testata: Informazione Corretta
Data: 11/10/2008
Pagina: 1
Autore: La Redazione
Titolo: La Svezia che non vede Israele
L'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura a Jean-Marie Le Clezio ha attirato sull'Accademia svedese le ire della cultura americana. Ignorati i grandi nomi , riferisce Alessandra Farkas sul Corriere della Sera, quali Salinger e Roth - e ce ne sarebbero molti altri - per premiare non solo uno sconosciuto, il che non sarebbe di per sè grave, ma uno scrittore che non ha nemmeno mai goduto di un gran seguito di lettori. La citica non è arrivata da qualche ambiente super patriottico, ma da David Remnick, direttore del New Yorker, uno dei portavoce dell'intellighenzia chic della sinistra americana. Ma non è sui meriti di Le Clezio che qui si vuole discutere, quanto dell'esclusione di un'altra cultura, quella israeliana, che in sessant'anni di esistenza dello Stato ebraico ha visto premiato il solo Shmuel Agnon. Grossman,Yehoshua,Oz, tanto per citare i nomi conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, non hanno mai ricevuto nemmeno una candidatura, pur essendo tra i più grandi scrittori viventi. E nemmeno i soli, pensiamo a Aharon Appelfeld, forse persino più in alto di tutti, anche per lui neanche una citazione. Ma dell'assenza di Israele, nelle scelte dei giurati svedesi, sembra non accorgersi nessuno, nemmeno un elzeviro a piè di pagina sulle pagine culturali dei nostri giornali. Non siamo fra quelli che vedono nel Premio Nobel il riconoscimento più grande, nè le sue scelte le giudichiamo infallibili. Basterebbe pensare all'attribuzione del premio a Dario Fo per vanificarne totalmente l'importanza. Ma è un premio ricco per chi lo vince, porta notorietà mondiale, e con essa le vendite. L'assenza di Israele è senza giustificazioni. http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90