L'Unità difende Ahmadinejad
rilanciando le dichiarazioni dei portavoce del regime iraniano
Testata:
Data: 22/09/2008
Pagina: 9
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: L’Ira di Teheran: indegne le parole di Berlusconi
Nel titolo si legge dell'"ira di Teheran", contro le "indegne parole di Berlusconi". La definizione è senza virgolette, l'ira portrebbe benissimo essere più giustificata. Altrettanta simpatia per la posizione iraniana appare dal testo della cronaca di Umberto De Giovannangeli, che la riferisce senza un commento, inserendo nel testo le parole dei portavoce del regime degli ayatollah tra virgolette, ma in frasi nelle quali non viene nemmeno indicato chi le ha pronunciate.
Scrivendo per esempio, all'inizio dell'articolo: 

È crisi diplomatica. Per quelle parole pronunciate da Silvio Berlusconi «non degne del popolo italiano e della sua ricca cultura»

u.d.g. presenta la posizione dell'agenzia ufficiale Irna a come un giudizio oggettivo, sostanzialmente condivisibile..

Di seguito, l'articolo completo:



TEHERAN contro il Cavaliere. È crisi diplomatica. Per quelle parole pronunciate da Silvio Berlusconi «non degne del popolo italiano e della sua ricca cultura» L’Iran ha presentato all’Italia formale protesta per le affermazioni del presidente del Consiglio, che
alcuni giorni fa ha indirettamente paragonato il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad a Adolf Hitler. Il numero due dell’ambasciata italiana a Teheran, Alessandro Monti, è stato convocato dal ministero degli Esteri iraniano per la consegna di un atto ufficiale di protesta. Il portavoce della diplomazia iraniana, Hassan Qashqavi, citato dall’agenzia ufficiale Irna, ha deplorato i commenti di Berlusconi, affermando che essi «non sono degni del popolo italiano e della sua ricca cultura» e rappresentano «un atteggiamento non equilibrato che va oltre le regole protocollari per un capo (di governo) europeo». Qashqavi ha altresì sottolineato che vi sono «casi precedenti di tali prese di posizione e affermazioni non calcolate e adulatorie da parte di Berlusconi». Parole indegne. Affermazioni adulatorie. Il tutto accompagnato da una convocazione ufficiale del rappresentante diplomatico italiano a Teheran.
Non c’è nulla di improvvisato nella reazione iraniana. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran ha anche criticato Berlusconi per aver «difeso i criminali sionisti le cui mani sono sporche del sangue di migliaia di donne e bambini palestinesi». «Non solo un miliardo e mezzo di musulmani condannano qualsiasi sostegno al regime sionista, ma anche i seguaci di altre fedi non condividono queste prese di posizioni a favore di un regime cui dalle mani gronda sangue», insiste Qashqavi. Durante l’incontro con la Keren Hayesod, organizzazione sionista che ha lo scopo di promuovere l’arrivo di ebrei in Israele e che gli ha assegnato il premio «Uomo dell’anno», il presidente del Consiglio aveva stigmatizzato, pur senza nominarlo, le affermazioni di Ahmadinejad sulla necessità di cancellare Israele dalle carte geografiche, definendole «follie». Questi i passaggi dell’intervento di Berlusconi contestati da Teheran: «Credo che dovremmo avere tutti la massima attenzione nei confronti delle follie di chi, magari solo per ragioni politiche interne, vorrebbe cancellare Israele dalla carta geografica». E subito dopo: «Già una volta c’è stato un tal signore che all’inizio sembrava un democratico e che poi ha fatto quello che ha fatto. E voi purtroppo sapete a chi mi riferisco...». Berlusconi non aveva nominato in modo diretto nè il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad nè Adolf Hitler, ma alla platea era apparso evidente che il presidente del Consiglio aveva fatto un parallelo tra i due personaggi. La nota di protesta è stata consegnata al numero due dell’ambasciata italiana perchè l’ambasciatore Alberto Bradanini, giunto a Teheran il mese scorso, non ha ancora presentato ufficialmente le credenziali allo stesso presidente iraniano. All’inizio di giugno, quando Ahmadinejad si recò a Roma per partecipare ad un vertice della Fao sulla crisi alimentare mondiale, non fu ricevuto da alcun esponente del governo italiano. E l’altro ieri il titolare della Farnesina, Franco Frattini, ha ipotizzato l’adozione di nuove sanzioni Onu contro l’Iran, che, ha affermato, «rifiuta il negoziato» sul dossier nucleare. In serata, giunge la risposta italiana. Affidata a una nota delal Farnesina. «Le parole del Presidente Berlusconi a Parigi si riferivano alle ripetute dichiarazioni di parte iraniana che hanno messo in dubbio eventi storici acclarati come l’Olocausto e addirittura l’esistenza dello Stato di Israele», afferma la nota. «L’Italia auspica che l’Iran, depositario di una grande cultura millenaria, adotti un approccio politico-diplomatico costruttivo ed assuma un atteggiamento più responsabile in campo internazionale nel rispetto della dignità e del diritto all’esistenza di ogni nazione e cultura», conclude il comunicato. La Farnesina sceglie una risposta «soft», non dimenticando che nel 2007, con un interscambio complessivo di 5,7 miliardi di euro, l’Italia è stata, tra i Paesi dell’Unione europea, il primo partner commerciale dell’Iran, che è il quarto produttore mondiale di petrolio. lettere@unita.it