Graziano, generale "super partes"
tra Israele e i terroristi di Hezbollah
Testata:
Data: 23/08/2008
Pagina: 11
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Hezbollah e Israele mettono sotto tiro l’Unifil e il suo generale
L'UNITA' del 23 agosto 2008 difende la missione Unifil 2 in Libano e il comando del generale Graziano.
"I giornali israeliani continuano a rilanciare accuse, più o meno velate, contro un comandante
«troppo disponibile» verso le milizie Hezbollah. Ma dalla sponda sciita l’accusa è di segno opposto: troppo duro verso le attività dei miliziani del Partito di Dio sciita" scrive Umberto De Giovannangeli . Se ne dovrebbe dedurre, allora che la missione Unifil è condotta nel migliore dei modi, da un comandante "super partes".
Secondo lo stesso Graziano, infatti la missione Unifil "per definizione è assolutamente bilanciata tra parti". Le parti, ricordiamo, sono Israele da un lato, e un'organizzazione terroristica che dovrebbe essere disarmata dall'altro.
Ma "quell’«organizzazione terroristica» è oggi parte importante del governo libanese. Un governo di unione nazionale salutato con favore anche dal titolare della Farnesina, Franco Frattini (Pdl)" ,
argomenta u.d.g.
Frattini sbaglia a salutare con favore la nascita di un governo che consegna il Libano a Hezbollah, e non si vede come l'ingresso al governo, o il favore di un ministro degli Esteri italiano, posssano modificare la natura terroristica di Hezbollah.
Ecco l'articolo:
IL MINISTRO della Difesa, Ignazio La Russa, lo invita a parlare di meno. I giornali israeliani continuano a rilanciare accuse, più o meno velate, contro un comandante
«troppo disponibile» verso le milizie Hezbollah. Ma dalla sponda sciita l’accusa è di segno opposto: troppo duro verso le attività dei miliziani del Partito di Dio sciita. Tiro incrociato contro il generale italiano Claudio Graziano, comandante in capo dell’Unifil in Sud Libano. Il giornale Al-Akhbar di Beirut ha scritto nei giorni scorsi che i soldati della forza Onu, schierati tra il fiume Litani e la Linea Blu di demarcazione con Israele, «provocano gli abitanti del sud e non rispettano gli accordi presi in materia di regole d’ingaggio e coordinamento con l’esercito libanese». Pronta la replica del portavoce dell’Unifil Andrea Tenenti: l’articolo del quotidiano libanese «è pieno di informazioni errate e di supposizioni», scritte da chi «non è propriamente informato su come l’Unifil opera e sulla natura dei suoi rapporti con i libanesi». Al-Akhbar si è spinto anche oltre, paragonando i soldati dell’Unifil ai militari israeliani che invasero il Libano nel 1982: «con i bambini, i caschi blu si comportano come allora si comportò l’esercito israeliano, attirandoli con dolci e giocattoli». «La storia della forza Onu in Libano è intrecciata con quella delle comunità locali del sud», si leggeva già lo scorso 24 aprile in un comunicato dell’Unifil, in cui si assicurava che «le operazioni dei caschi blu mirano ad assicurare anche che la gente del sud si senta sicura e protetta di vivere in pace».
Una frecciata è arrivata anche dalla stampa israeliana. Secondo Haaretz, il generale Claudio Graziano si sarebbe lamentato la scorsa settimana con un diplomatico israeliano perchè le sue richieste di avere un colloquio con il ministro della Difesa Ehud Barak e col capo di stato maggiore israeliano Gabi Askenazi sarebbero state da mesi costantemente rinviate. «Il comandante in capo dell’Unifil ha contatti con tutte le autorità competenti per quanto riguarda il lavoro dell’Unifil e l’applicazione della risoluzione Onu n.1701», rileva Tenenti, precisando che «ogni possibile incontro tra il comandante in capo e il ministro della Difesa israeliano sarà concordato, se e quando necessario, da entrambe le parti nel contesto della risoluzione 1701», che nell’ agosto del 2006 ha interrotto le ostilità tra Hezbollah e Israele.
L’uscita polemica di Haaretz viene corretta da un portavoce della Difesa di Tel Aviv: «Le forze armate israeliane e il ministero della difesa - ha detto il portavoce - hanno rapporti costanti con l’ Unifil, apprezzano l’operato di questa forza e di chi ne è il capo». «Al livello di rapporti di lavoro - ha aggiunto - il ministero è rappresentato dal generale (riserva) Amos Gilad, capo dell’ ufficio politico-militare. I colloqui del ministro della Difesa Barak sull’Unifil sono condotti col segretario generale dell’ Onu Ban Ki-moon in modo continuativo ...Inoltre ufficiali delle forze armate ai livelli più alti si incontrano anche col capo dell’Unifil. Non siamo al corrente di problemi in merito».
È un generale di personalità, Claudio Graziano. Ed è forse questo che non piace. Non solo a Gerusalemme. Ma anche a Roma. «In casi del genere i generali devono comandare le truppe e parlare di meno: il generale Claudio Graziano perde troppo tempo a spiegare alla stampa le sue buone ragioni, anzichè fare quello che sa fare, l’ottimo comandante». Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva commentato le dichiarazioni del comandante del contingente Unifil, che nei giorni scorsi ha accusato Israele di violare la risoluzione Onu 1701 che due anni fa ha posto fine alla guerra di 34 giorni tra l’esercito israeliano e le milizie di Hezbollah. Alle accuse che investono l’Unifil sia da parte israeliana che di Hezbollah, il generale Graziano ha ribattuto che esse dimostrano in fondo l’efficienza della missione Unifil, che «per definizione è assolutamente bilanciata tra parti». Considerazione che ha scatenato la reazione del centrodestra italiano. «Preferirei più cautela nel definire “eccellente cooperazione” quella con gli Hezbollah», che è «un’organizzazione terroristica finanziata dall’Iran che minaccia la libertà in Libano», tuona Fiamma Nirenstein, vice presidente (Pdl) della Commissione esteri della Camera. Dimenticando che quell’«organizzazione terroristica» è oggi parte importante del governo libanese. Un governo di unione nazionale salutato con favore anche dal titolare della Farnesina, Franco Frattini (Pdl).
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