Chiediamo che si renda pubblico il dossier inedito di 500 pagine firmato
dal giudice Mastelloni, depositato il 20 giugno 1989
nella Cancelleria del Tribunale di Venezia. Potrebbero essere svelati
tanti segreti di Stato della storia d'Italia,
potrebbe essere chiarita la connessione tra terroristi palestinesi e
brigatisti rossi e forse potrebbero essere individuati gli autori di molte stragi italiane
irrisolte.
Il giudice istruttore della Procura di Venezia, Carlo Mastelloni che
ha indagato sul traffico d'armi che circolavano liberamente in Italia
con il beneplacito del governo e dei servizi segreti, aveva emesso un mandato di cattura contro Arafat, ovviamente basato su prove
schiaccianti ed incontestabili, data l'eccellenza dell'indagato. Io
stesso magistrato, che fa parte di un pool di giudici, le cosiddette
toghe ribelli, definiti "ragazzacci in toga" da Francesco Cossiga (cfr
l'archivio del Corriere della Sera, l'articolo di Gian Antonio Stella
del 19 marzo del 1992) che invece hanno onorato la loro
professione, s'era trovato ad investigare sulla consegna "di armi e
di esplosivo caricati a Beirut da Mario Moretti,( implicato
nell'assassinio Moro), sbarcati sulle coste Venete" (Luca Villoresi,
La Repubblica 21-08-84 ) e destinati alle Brigate Rosse, di
provenienza palestinese che erano approdate sul litorale di Venezia in
una notte di settembre 1979 e tutto l'iter investigativo e' parte di
quel fascicolo di decine di migliaia di documenti, raccolto
pazientemente dal giudice istruttore, che giace archiviato nella
cancelleria del Tribunale di Venezia e che reca la sua firma. Esso
racchiude prove e documenti insabbiati, che senz'altro potrebbero far
luce su quegli anni torbidi della storia d'Italia e su quei governi
che s'erano illusi che, scendendo a patti con i vari Habbash ed
Arafat e coprendo le loro azioni criminose, sarebbero stati
risparmiati da quegli attentati che invece a ripetizione hanno
insanguinato l'Italia e l'Europa. Quei governi tutti, monocolori o
cattocomunisti, operarono al di fuori dell'Alleanza Atlantica e
offrirono copertura al terrorismo palestinese, anche quando era ormai
notorio che ne subivano i ricatti e le ritorsioni. E' un gran merito
della Commissione Mitrokhin del senatore Paolo Guzzanti l'aver
investigato e individuato la pista palestinese da seguire nelle
indagini sulle bombe di Bologna e di Ustica, anch'esse recanti la
stessa firma delle altre stragi. La scusa dell'immunita' dell'Italia
dagli attacchi terroristici palestinesi, in cambio della libera
circolazione di armi in Italia, addottata da coloro che ricoprirono
cariche istituzionali di quel tempo non regge, visto il sangue
versato nelle varie stragi. La collusione tra l'OLP e i governi
italiani e' durata assai a lungo e, a ben guardare, ce ne sono stati
gli epigoni.
E' chiaro che Aldo Moro, l'allora primo ministro, sia rimasto vittima
egli stesso del sinistro patto di alleanza tra i terroristi palestinesi e le brigate rosse che lui
Patto da cui in effetti fu
travolto, che egli stesso aveva sottovalutato o di cui era all'oscuro, quando aveva
siglato il patto di non belligeranza "il lodo Moro" con i terroristi
palestinesi. Sembra che lo stesso Arafat si sia offerto per la
liberazione del primo ministro italiano, ma d'altro canto sappiamo che
due suoi uomini fidatissimi, Abu Ayad e Abu Jidad erano amici per la
pelle delle Brigate Rosse. ( "e' pur vero che i due uomini, flirtarono
appassionatamente con le Br" Panorama 09-01-1989)
In tutto quel panorama di coperture investigative, politiche e
mediatiche, e di collusioni del potere con i terroristi, avviene
qualcosa di straordinario : un giudice di Venezia, Carlo Mastelloni,
osa spiccare un mandato di cattura contro Arafat. Ma il coraggioso
magistrato diventa un personaggio scomodo, rimane solo ed isolato,
anzi va incontro ad un mucchio di guai perche'sara' lui stesso
inquisito, la sua casa sara' perquisita e la sua appartenenza politica
indagata, un esempio esecrabile del controllo politico sulla
magistratura, di fascista memoria, fino ad arrivare all'episodio
tragico-comico, inverosimile e rocambolesco, quando Arafat esprime la
volonta' di partecipare ai funerali di Berlinguer l'11 giugno 1984 a
Roma,( a soli due anni dalla strage della Sinagoga di Roma e a 4 anni
dalla strage di Bologna,) in un' oceanica marea di folla, di pugni
chiusi e sventolii di bandiere rosse con la falce e martello che ci
ricordano tristemente altre maree di folla... Allora, che cosa escogitarono Francesco Cossiga che era allora
presidente del Senato e i servizi segreti onde evitare l'arresto di
Arafat? Mandarono all'areoporto una squadra di Nocs, nucleo operativo
centrale di sicurezza (ex UCIGOS) per scortare il capo dell'OLP a
palazzo Giustiniani dove pernotto'comodamente per partecipare
all'indomani alle esequie di Berlinguer. Cosicche', quando i
carabinieri con il mandato di cattura del giudice Mastelloni
arrivarono, non a caso, con 10 minuti di ritardo, all'areoporto con le
manette pronte a scattare, per arrestarlo, rimasero con un palmo di
naso. A tal punto s'era spinta la proterva compiacenza dei nostri
uomini di governo, da ritenere se stessi al di sopra della legge. Fu
invocato il segreto di stato, eppure la legge 801 del 1977 recita
che"In nessun modo possono essere oggetto di segreto di stato fatti
eversivi dell'ordine costituzionale".
Apprezziamo le mezze rivelazioni di Francesco Cossiga, suffragate
anche da Bassam Abbu Sharif, capo del Fronte popolare della Palestina
che ha ammesso l'esistenza del "lodo Moro", nell'intervista al
Corriere di Davide Frattini, il 15 agosto scorso. Forse l'ex
presidente e' spinto a parlare dalla voglia di protagonismo o anche
dal peso morale della violenta morte di Aldo Moro, avvenuta in un
contesto di intrighi inestricabili e di depistaggi, di morti ammazzati
e morti suicidati( cioe' fatti passare per suicidi) come in una corte
rinascimentale. Ma anche perche' la Verita' avanza e non puo' essere
negata da un uomo politico che ha ricoperto le piu' alte cariche dello
stato. Tuttavia Cossiga rimane pur sempre ancorato al cliche' di
uomini di governo cattocomunisti che da sempre, sino a ieri, hanno
denominato quei Palestinesi assassini come resistenti e non come
terroristi, come risulta dalla sua intervista ad Aldo Cazzullo il 14
agosto: "Quanto e' avvenuto a Bologna fu il frutto di un incidente
accaduto agli amici della Resistenza palestinese. "Ma quale
resistenza, se finora non c'e' mai stata perche'i Palestinesi sono
stati defraudati del loro sacrosanto diritto di da r vita a uno
stato sovrano, libero ed indipendente, dai loro stessi sedicenti
leader, avidi, sanguinari e corrotti che hanno tradito la legittima
causa nazionale di quel popolo. Quelli non sono resistenti, quelli
sono terroristi e basta! E poi e' imperdonabile che Cossiga, nella
stessa intervista si permetta di affiancare il Risorgimento Italiano e
il Sionismo al terrorismo che colpisce chiunque nel
mucchio, possiede solo la cultura della morte e che fa saltare in aria
giovani donne disabili imbottite di tritolo per seminare la morte,
come e' avvenuto recentemente nei mercati affollati di Baghdad.
E si spiega anche perche' lo stesso ex presidente consideri Arafat uno
statista.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90